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Subito dopo aver fissato la porta per almeno trenta secondi, mi volto e mi dirigo in cucina dove la deliziosa pasta scaldata al microonde mi aspetta.

Mia madre non cucina mai, anche perché non ne ha bisogno, di solito lei e papà vanno a cena fuori con loro amici e il resto dei pasti preparo qualcosina io, e devo ammettere che questo mi ha aiutata visto che so preparare delle ottime pietanze, modestamente.

Senza troppi pensieri che girovagano inutilmente nell'anticamera del mio cervello, mi seggo sul divano e, dopo aver scostato una bottiglia di Soju lasciata lì a marcire la sera precedente da mio padre, accendo il televisore per poi apparire sul canale del telegiornale.

<<Di recente sono accaduti svariati omicidi nella zona di Busan e dintorni; il colpevole non è ancora stato trovato, dunque vi consigliamo di non uscire la sera troppo tardi, restare in casa da soli o avvicinarvi troppo ai punti in cui sono stati ritrovati i cadaveri, che adesso vi elencheremo...>> annuncia la giornalista sullo schermo.

Di colpo sento un brivido percorrermi la schiena, le notizie così mi fanno sempre un po' effetto, sono molto vulnerabile su certi argomenti; quindi per sicurezza mi alzo e inizio a sigillare le finestre, anche se gli omicidi non sono avvenuti particolarmente vicino a casa mia.

Faccio per ritornare al divano quando di colpo mi blocco a causa di un rumore, il sangue mi si gela nelle vene e i capelli si rizzano in testa; credo di essere diventata bianca come il latte da capo a piedi.
Mi volto lentamente e noto che la finestra si è aperta di botto quando due secondi prima l'avevo chiusa.
Mi avvicino a la richiudo il più velocemente possibile, ma nel farlo noto un particolare: una carota poggiata sul piccolo davanzale della finestra.
La colgo e la guardo, strano, non mi ricordo di aver mai visto una carota in casa mia prima d'ora...
Non mi faccio tanti problemi e la butto immediatamente nel cestino della spazzatura.

Ritorno a guardare la televisione e...poi credo di essermi addormentata.

"Svegliati tesoro, è pronta la colazione, e poi devi andare a scuola" sento il dolce sussurro di mia madre riscontrarsi col mio orecchio.
Un profumo a me straniero che sa di croissant al cioccolato giunge alle mie narici e sento anche...

"Svegliati buona a nulla, prepara la colazione che devi andare a scuola" sento lo stridio acuto della voce di mia madre rompermi i timpani.
Una puzza a me familiare che sa di alcool mi risveglia completamente.
La solita giornata...

Di malavoglia mi alzo dal divano; la testa sembra un peso di almeno 15Kg e le gambe le sento come delle piume, non sono molto in forma.
Ignoro mio padre che mi schiamazza per la colazione e porto le mie gambe fino al bagno.

Scesa giù di sotto inizio a preparare la colazione, la servo ai miei, ma nemmeno la assaggio che esco di casa per dirigermi verso scuola, dove appena entrata in classe mi siedo al mio posto al fondo dell'aula.

La lezione è cominciata da ben dieci minuti ma viene presto che interrotta dallo sbattere della porta; con la coda dell'occhio intravedo una figura maschile entrare e sedersi vicino a me, gli sguardi del professore non sono dei migliori.

"Hey piccola, mi dai gli appunti?" mi chiede Bang Chan con tono malizioso.
"Te lo scordi" dico io dura.
"Abbiamo già affrontato ieri questo discorso" mi sussurra lui all'orecchio.
Lentamente gli passo il quaderno tenendo però sempre gli occhi fissi sul mio banco.
"Brava bimba"

Mi sento così debole in queste occasioni che quasi mi prenderei a pugni, è incredibile il modo in cui riesca a cedere così facilmente; mi odio veramente. Tutti riescono a prendersi gioco di me in questo modo, e io non faccio niente per fermarlo.
Perché sì, non c'è solo Chan a farmi queste cose, ci si mettono altre persone ed altri ragazzi, soprattutto i ragazzi.

BUNNY KILLER||Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora