-26

2.4K 144 72
                                    

ATTENZIONE: questo capitolo contiene dei punti diciamo...18+, anche se so che quasi nessuno di voi ha 18 anni, se vi danno fastidio certe cose passate oltre, grazie.

Non lo posso accettare.

Passo il resto del tempo rannicchiata in un angolino di quella orrida e soffocante stanza da letto, a ripensare a tutto. Non solo quello che mi è successo in questi giorni, ma proprio tutto.
Mi ritrovo anche a chiedermi 'a che argomento di matematica saranno arrivati i miei compagni di classe?' oppure 'quando andrò ad abitare da sola prenderò un cagnolino per tenermi compagnia, non mi fanno impazzire i gatti, sono troppo noiosi...però sono così carini' insomma, cose stupide, cose che non ha senso andare a pensare quando sei stato rapito da un pazzo, ma invece eccomi qua.
La mia mente cerca di scappare da questa irrequieta situazione attraverso pensieri semplici e innocenti, cerca di oltrepassare la barriera della paura, i limiti che il mio cervello stesso si pone.
Per un momento quasi non penso più a Jungkook, questa casa, gli strani modi in cui mi tratta, Taehyung e tutte le altre cose.
Mi eclisso da tutto ciò e vado a pensare a come chiamerò il mio cane, mi piacerebbe una femmina, Minnie come nome le starebbe bene?
Offusco con la vivezza della mia propria luce, luce fievole e pallida, i brutti momenti che sto passando.

"Ehi bambolina ti ho portato la cena, fattela andare bene che è già tanto che ti dia da mangiare" il ragazzo entra nella camera con una ciotola di ramen in mano.
Amo il ramen più della mia stessa vita, ma da come cucina lui non riesco ad avere buone aspettative sul sapore del piatto, anzi...sull'edibilità.
Mi alzo da per terra andando a passo lento verso di lui e ringraziandolo, mi fa un cenno con il capo e se ne va.
Se ne va senza chiudere a chiave la porta.
Non ci posso credere.
Sto ferma immobile nella speranza che non torni indietro a chiuderla accorgendosi di essersene dimenticato, ma niente. Ci metto qualche secondo a metabolizzare il tutto. Ho una via libera.
Ho realmente una valida possibilità e questa volta non la sprecherò!

Comincio a pensare ad un piano, ma nemmeno andando nei minimi dettagli, semplicemente riflettendo su quale sarà il miglior momento per fuggire.
Adesso non posso, Taehyung arriverà a momenti e starà qui fino a tardi, ma stanotte sì, stanotte ci riuscirò.
Aspetterò di non sentire il minimo rumore da parte di Jungkook, quando sarò certa che non sarà nei paraggi uscirò quatta quatta e sull'attenti dalla mia stanza, percorrerò il corridoio, scenderò silenziosamente le scale e uscirò dal portone di ingresso, quello verde; anche se dubito che sarà aperto, in ogni caso cercherò una finestra da cui passare, farò di tutto, anche le cose più improbabili pur di andarmene di qua.
Ce la farò, me lo sento. Non mi importa dell'immensa foresta che circonda questo incubo di casa, correrò fino allo sfinimento fin quando non troverò qualcuno o un posto sicuro.
Sto facendo letteralmente i salti di gioia.

-

Passano le ore, Taehyung è già arrivato da un po' e li sento ridere come al solito quei due, dato che è venuto a cena suppongo si trovino in cucina o in sala da pranzo, non so dove siano queste stanze ma posso immaginare siano al pian terreno ai lati dell'ingresso, quando Jungkook mi aveva lasciata davanti al portone nel mentre che era andato a prendermi le scarpe io mi ero focalizzata più sulle foto che su altro.
Chissà se il castano rivela il suo viso in presenza del rosso...penso di sì, dopotutto sono migliori amici.

Ad ogni modo passate altre due orette circa, Taehyung lascia la casa, lo percepisco dallo sbattere del portone verde. Ora devo solo aspettare ancora un po'. Comincio a prepararmi psicologicamente, il ramen mi ha aiutata, alla fine non era tanto male.

-

Non ho un orologio, ne analogico ne digitale e non ho una finestra per vedere il colore del cielo, ma il tempo passato e il silenzio trionfante mi indicano che ormai è notte fonda.
La mia mano afferra titubante la maniglia della porta e la apre con una lentezza degna di una tartaruga, ma non voglio che niente vada storto quindi cerco di fare tutto il silenzio, allo stesso modo comincio a camminare per il corridoio in legno, tutto scricchiola sotto i miei piedi perciò ogni passo che faccio appoggio il piede con delicatezza e attenzione.
Dio che stupida che sono, mi tolgo le Timberland enormi e le lascio in un angolo del corridoio, perché non ci ho pensato prima? L'ansia sta prendendo il sopravvento su di me, ma non mi farò certo distrarre da lei.
Continuo sui miei passi con l'intento di raggiungere la grande scala, ma un rumore mi blocca e non è un semplice rumore, è la sua voce.
Il mio cuore sembra che smetta di battere per un attimo, ma subito dopo lo sento andare ai mille all'ora, sudo freddo e sono paralizzata, che mi abbia beccata? Mi giro per vedere se il ragazzo è da qualche parte dietro di me, ma niente, il mio sguardo ispeziona tutto lo spazio intorno a me, ma di lui nessuna traccia. Di nuovo la sua voce. Ancora, ma non sono parole ben distinte e comprensibili, sembrano più dei versi, dei gemiti. Si sarà fatto male?

Cerco di non prestarci troppa attenzione e arrivo alle scale, faccio per scendere il primo gradino ma un particolare mi distrae.
Una luce filtra da una porta socchiusa, inizialmente cerco di spostarmi e non farci troppo caso ma capisco subito dopo che la voce di Jungkook proviene da dietro quella porta in una stanza situata lungo il corridoio, proprio davanti alle scale.
Non penso a niente e incuriosita mi avvicino cercando di vedere qualcosa dal sottile spiraglio. Quello che i miei occhi vedono è un qualcosa che li fa rimanere traumatizzati, ma anche...meravigliati?

Il ragazzo dalla maschera di coniglio è seduto su di un letto a gambe aperte, distolgo subito lo sguardo rimanendo però immobile dietro la porta.
Capisco subito a cosa fossero dovuti quei versi, versi che stanno continuando a riempire la stanza; i jeans strappati che gli fasciano perfettamente le cosce sono slacciati e leggermente abbassati in vita, la maglietta bianca incollata al suo busto dal sudore, una mano che stringe le coperte in un pugno e l'altra che compie movimenti veloci a scopo di soddisfare il ragazzo.
Trattengo il respiro tornandolo a guardare, non so cosa mi prenda ma i suoi gemiti sono come il canto delle sirene per me, mi paralizzano e non ci penso nemmeno a scendere le scale e andarmene, rimango qui ferma.
Le vene sul suo collo brillano per il sudore e così quelle sulle braccia muscolose, ha il capo leggermente rivolto all'indietro e i capelli tutti scompigliati, poi però il mio sguardo si abbassa sempre di più e...mai avrei pensato che un ragazzo più piccolo di me fosse così dotato.
La maschera copre le espressioni del suo viso, ma la contrazione della sua mascella me le fa immaginare.
Ancora sono qui: ferma immobile.
"S-sì così..." sento la sua voce provenire da sotto quell'ammasso di plastica, è affaticato e i suoi respiri sono pesanti.
"Oh Dio...mh sì" squittisce, ma allo stesso tempo il suo timbro rimane virile.
I suoi movimenti aumentano di velocità e porta il suo bacino verso l'alto, credo per non soffocare si sposta con la mano libera la maschera, in modo da scoprirsi la bocca, lo osservo attentamente.
Il labbro superiore è molto sottile invece quello inferiore è più carnoso, se lo morde e noto che ha proprio dei denti da coniglietto, in più sotto le labbra ha un piccolo neo, rilascia dei sospiri veloci e stanchi.
"C-ci sono quasi T/n, s-sto per- ah oddio sì, sì cazzo" il suo orgasmo riecheggia per tutta la stanza, ma io non ci faccio caso, appena sento il mio nome lasciare le sue labbra faccio un passo all'indietro.
Non l'avessi mai fatto, gli assi del pavimento scricchiolano violentemente.
Jungkook si riabbassa velocemente la maschera ritornando così a coprirsi tutto il viso.
"Porca puttana ora si che mi incazzo".

A/A
Io così mentre lo scrivevo: 😳
Spero vi sia piaciuto perché a me si ahaha

-anne🥀

BUNNY KILLER||Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora