Lavoro di gruppo

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"Maledizione, Margherita apri gli occhi!"
Ma adesso cos'ha da urlare, mi scoppia la testa.
"Hei Travis, non sei ancora partito?"
Cosa sta aspettando? Che Andy muoia?
"No, dovevo prima prendere anche te!"
"Ma io sto bene, devo solo respirare dell'aria buona..."
"Margherita, non complicare le cose, ascoltami ogni tanto diamine!"
"Vai, io c'è la faccio..."
Lui gira gli occhi al cielo, si abbassa e mi solleva da terra.
"Travis..."
"Lo faccio per il tuo bene, dovresti ringraziarmi...."
Com'è che adesso è ridiventato Travis il principe azzurro che appare nei momenti giusti.... non è che magari la storia è cambiata e il principe si è alleato con la strega? Ahh, che nervi, questo ragazzo è bipolare, ma anche tanto....
Siamo già in macchina, diretti al pronto soccorso. Sono seduta sui sedili posteriori, Andy è disteso, la sua testa poggia sulle mie gambe.
Non si è ancora svegliato e questo mi rende ancora più agitata, non faccio altro che mordermi la guancia e torturarmi il ciondolo della collana.
"Sono preoccupata!" Dico ad alta voce.
"Lo conosci?" Chiede.
"Lo conosciuto oggi, è nel mio gruppo d'esame, c'era anche Brianna ma poi loro due hanno avuto una conversazione piuttosto accesa e penso che questa sia stata una vendetta di-"
"Brianna. Dovevo immaginarlo. Ti giuro che io non c'entro niente con questo.." quando lo dice ha un'espressione piuttosto arrabbiata, lo si può notare anche dal fatto che stringe fortemente il volante, le nocche delle mani sono bianche, perché dovrebbe mentirmi? Ohh, che confusione che ho in testa...
"Dovrei crederti?" Gli domando.
"Dovrei crederti? Ma che domande sono? C'è veramente dubiti che io possa aver fatto tutto questo?"
"Ormai mi aspetto qualunque cosa da parte tua..." dico con voce bassa.
"Io non ci credo, pensavo che almeno tu fossi diversa, invece sei come tutti gli altri, in primis quello scemo di De La Blanca."
"Senti, non insultare Jorge che oltretutto non centra niente in questo momento, se devi insultare qualcuno, insulta me." Rispondo a tono.
"E poi, pensa a questo ragazzo, che ha fatto per meritarsi questo? me lo spieghi?" Aggiungo.
"Senti, è inutile parlare con te, non capisci una mazza."
"Io ho capito tutto Travis e ho capito anche che ho sbagliato su di te."
"Tu non hai capito un cazzo, non farei mai del male ad Andy, ok?" Forse ho esagerato un po', è arrabbiato nero con me.
"Tu lo conosci?" Gli chiedo.
"Siamo fratelli"
La conversazione si chiude qui, e per il resto del viaggio, in macchina, domina il silenzio.
Arrivati all'ospedale, Travis e un infermiere trasportano Andy su un lettino, nel frattempo esco dalla macchina e prendo una boccata d'aria. Mi reggo all'auto dato che faccio fatica a stare in piedi.
"E tu dovresti stare bene?" Chiede Travis riferendosi a quello che ho detto prima.
Abbasso lo sguardo non sapendo cosa dire.
"Scusi, potete visitare anche lei?" Si rivolge all'infermiere di prima.
"Certamente, la può portare lei nella prima stanza a sinistra dopo l'entrata?" Risponde l'uomo ma non lascia il tempo di replicare che se né gia andato.
"Senti vado da sola, non preoccuparti." Dico, capendo che la richiesta dell'infermiere è troppo sia per me che per lui.
"Senti non sono così stronzo come pensi tu."
Mi reggo su di lui e cerco di aumentare il passo, voglio arrivare il prima possibile in quella stanza.
Entrati nella stanza mi sdraio sul lettino e rifletto su tutto quello che è successo. Ho esagerato con Travis.
"Ho esagerato oggi nel dirti quelle cose, mi dispiace..." dico guardando la finestra.
Lui non risponde, sento solo il rumore delle sue scarpe calpestare il pavimento e il rumore della porta sbattuta, se ne è andato.
Lui esce e io resto qui a fissare le pareti bianche della stanza.
Ma cosa ho fatto per meritarmi tutto questo? Sono venuta a Seattle anche per ricominciare.  Vi ho già raccontato qualcosa di quello che ho passato alle superiori, ma quello non è niente, non so se potete capire ma tutte quelle volte che a ginnastica l'ultima scelta ero proprio io, tutte quelle volte che mi sono sentita sfruttata per la mia gentilezza, tutte quelle volte che ho visto le mie compagne divertirsi insieme, senza di me...
Ricordo ancora tutte quelle estati passate dentro casa perché non avevo nessuna amica con cui uscire e pensavo tra me e me che questa vita era sprecata, qualcun altro se la sarebbe goduta meglio.
Una lacrima accarezza il mio viso, non ci posso fare niente, appena ripenso a quei periodi non riesco a trattenermi.

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