Undici // Boo

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Mi sveglio sentendo improvvisamente caldo. Mi giro e mi rigiro, mi sento come intrappolata in qualcosa. Apro gli occhi e vedo della lava rossa scendere dalle mura. Sento gente che urla e invoca Dio. Guardo meglio intorno e solo a quel punto capisco di trovarmi dentro un vulcano, provo ad urlare, ma l'unica cosa che sento, sono le mie grida echeggiare attraverso le pareti rocciose.

Mi alzo, guardo infondo e vedo un'ombra che si muove. Faccio un passo indietro, guardando ancora la strana figura, aspettando che emerga dall'oscurità.

"Emma". Sento sussurrare, sembra una voce femminile.

Mi giro velocemente, non vedo nulla, fino a quando sento schioccare le dita dietro di me. Vedo un uomo, un uomo grande e arrogante, vestito completamente di nero.

"Cosa," riesco a sussurrare, "cosa vuoi?"

"Voglio te," sorride, "ho bisogno di te, sei così importante". Esamino la sua voce, è intensa e sembra molto familiare, ma non riesco a fidarmi lo stesso.

"Per favore lasciami in pace". Imploro iniziando ad indietreggiare, ma non potevo scappare, adesso c'era Lava bollente dappertutto.

"Oh no Emma", dice con sorriso beffardo, "Penso che sia il momento di salutare."

Dopo quelle parole le sue mani raggiungono il mio collo. Ansimo e la sua presa aumenta ogni secondo che passa, finché ormai, priva di sensi, mi alza da terra e mi getta nella lava.

Mi sveglio quasi con le lacrime agli occhi, da quando sono morta non ho mai fatto sogni del genere. Mi guardo attorno nella stanza. Le luci erano accese ed Harry andava in giro sussurrando il mio nome. Mi sta cercando da una settimana ormai e  finalmente ha trovato il mio nascondiglio.

"Emma, ​​so che sei qui". Dice, andando verso il letto e sedendosi.

"Niall e Louis mi hanno detto che questa stanza era fredda quando hanno dormito qui e che il letto era un disastro", spiega, "solo... esci per favore". Esclama alzandosi dal letto.

Mi alzo anch'io, lo raggiungo e schiocco le dita, ma Harry non si accorge di nulla. Sono dietro di lui e non posso fare a meno di notare quanto siano cresciuti i suoi capelli.

"Boo". Sussurro, Harry si gira velocemente e porta una mano sul petto.

"Mi hai spaventato", respira, "sembri la morte". Aggrotto le sopracciglia ma lui si riprende velocemente. "Cioè no, non intendevo quello, è solo che sei arrivata all'improvvi-". Si ferma e mi guarda, "Stai bene, sembri irrequieta". 

"Ho fatto solo un brutto sogno".

"Vuoi parlarne?" Mi chiede ed io scuoto la testa, non mi andava che sapesse cosa sogno.

"Ti ho cercata molto in questi giorni".

"Si lo so, mi sono nascosta da te infatti". Dico con voce monotona.

"Mi dispiace, te l'ho detto molte volte questa settimana, ma tu non uscivi... giuro mi dispiace". Si morde il labbro e vedo i suoi occhi riempirsi di emozioni.

"Mi stavo solo proteggendo". Dico, ed Harry si acciglia: "Ti stavi proteggendo da me?"

"Mi hai ferita e non era un dolore semplice, era un dolore atroce".

"Ma non sei già morta? Come fai a provare dolore?" Chiede aggrottando le ciglia.

"Vorrei saperlo anch'io". Mi stringo nelle spalle e lui mi fissa per un po'.

"Posso farti altre domande?" Chiede educatamente ed io annuisco, "Okay, emh, quanti anni hai?"

"Ho ventitré anni." 

Sorride: "Abbiamo la stessa età, che tipo di musica ascolti, se ne ascolti".

"The Fray, The 1975, Arctic Monkeys e altri gruppi interessanti". Rispondo.

"Oddio anch'io!". Esclama.

"Se quelle sono le tue band preferite, allora penso che potremmo diventare grandi amici". Sorrido.

"Quindi mi consideri un amico dopo quello che è successo?"

Mi stringo nelle spalle, "Non lo so, ancora. Mi hai fatto davvero male". Sussurro.

"Voglio scusarmi..." Viene interrotto dalla voce stridula di Hannah. Mi guarda preoccupato, ma schiocco le dita e scompaio. "Harry!" 

"Sono in soffitta, piccola". Raggiunge il centro della soffitta e la porta si apre.

Hannah guarda Harry confusa prima di esplorare la soffitta. "Non sapevo avessimo una soffitta". Dice, sorridendo.

"Sì, è qui che ho trasferito la roba". Dice, ma lei lo ignora guardando l'ampio spazio, con la bocca aperta.

"Wow, penso che potrei usare la soffitta come ufficio di designer". Lei sorride, guardando Harry e io posso vedere il colorito di Harry diventare sempre piu' chiaro.

"No, possiamo costruire una stanza tutta per te, la soffitta usiamola come ripostiglio". Dice velocemente e lei si acciglia.

"Ma mi piace questa stanza, è abbastanza grande". Si lamenta.

"Lo so piccola, lo so, ma prometto che il tuo ufficio di designer sarà più grande della soffitta". Si avvicina ad Hannah e le posa dei baci sul collo.

"Va bene". Sospira, chiudendo gli occhi e passandosi una mano tra i capelli setosi. "Ma la voglio dipinta di rosa"

"Va bene, la faremo rosa". Mentre lei continua a guardarsi intorno, Harry si gira e senza guardare in una determinata posizione sussurra "Per farmi perdonare", facendomi l'occhiolino.

Non so perché l'abbia fatto ma è stato dolcissimo. Nessun umano aveva fatto qualcosa del genere per me, né da viva né da morta. Harry è il ragazzo più gentile e genuino che abbia mai incontrato e lo ringrazio. Sta sopportando tante cose e quando ha avuto l'opportunità di liberarsi di me non l'ha fatto.

Guardo lui ed Hannah andare verso la porta tenendosi per mano. Harry si gira ancora una volta, io schiocco le dita, compaio e sussurro un "Grazie". Lui sorride e spegne la luce, per poi chiudere la porta, lasciandomi sola nella fredda e oscura soffitta.

Specter |HS| (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora