L'inizio di tutto (capitolo 1 )

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 Iniziò tutto quando compì nove anni...

Delle persone vestite costantemente di nero seguivano la mamma e le litigate tra i miei genitori rattristavano le giornate.

Io e il mio gemello Alexander restavamo sempre chiusi nella camera che condividevamo  a disegnare perché era come se ci isolassimo dal mondo per entrare nel mondo dei sogni che disegnavamo su carta e le cose che noi disegnavamo di più  erano gli occhi perché dicono sempre che gli occhi sono lo specchio  dell'anima e poi perché amavamo i nostri occhi,infatti io ed Alexander  spesso comunicavamo tramite essi. Mio fratello mi diceva  che io ero  molto brava a capire le emozioni tramite questi e diceva anche che ero molto brava a capire cosa passava nella mente delle persone, io gli rispondevo sempre che   leggevo nella mente  il che era vero sentivo i pensieri di tutti quando li guardavo concentrandomi sugli occhi, ma lui non  mi ha creduto fin quando non  l'ho fatto provare ed è riuscito a farlo, il problema è che in quel momento avevo pensato di voler un fidanzato e mio fratello si è arrabbiato tantissimo infatti non mi ha parlato per due ore, ora voi penserete cosa saranno mai due ore e infatti è così, il problema però è che fra  gemelli è come se fossero  due giorni, o almeno per noi ...



I giorni passavano noi andavamo a scuola e quando tornavamo dovevamo pulire i casini che faceva nostro padre, dopo aver pulito dovevamo  preparare la merenda e la cena altrimenti questo ci avrebbe picchiato a sangue come a volte faceva con nostra madre  che poverina subiva sempre anche per noi perché cercava sempre di proteggerci tralasciando la sua protezione..

Dopo aver fatto tutto questo ed  aver cenato dovevamo "filare" in camera nostra a studiare e visto che noi eravamo ancora bambini ci mettevamo molto tempo perché Alex cominciava a fare stupidaggini  ed io gli davo corda ridendo, il risultato di tutto questo era stato che nostro padre aveva sentito le nostre risate, si avvicinò alla porta che aprì con un calcio così forte che la porta si  spezzò in due e nel contempo le nostre risate erano cessate, si avvicinò a noi spegnendo la luce  ed accendendo un cero facendo sembrare tutto una fottuta scena horror,si avvicinò ancora un po' e quando si trovò faccia a faccia con Alexander gli mollò un gancio destro dritto sul naso che si ruppe facendo uscire molto sangue da esso, ma a lui non importava, infatti continuò a picchiarlo fin quando non urlai di lasciarlo stare, così si scostò da Alex lasciandolo  tramortito a terra e avvicinandosi a me, sorrise, un sorriso sadico, ma guardandomi negli occhi vide che i miei non trasparivano alcuna emozione rimase sorpreso, quasi deluso che io non avessi paura, anche se dentro di me tremavo... ero pur sempre una bambina,cambiò sguardo e da quello che pensava avevo capito che non avrei più avuto  la mia innocenza...

Da lì iniziò il mio inferno...



La ragazza dall'anima dannataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora