capitolo 7

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Ad un tratto udii delle voci e dopo un istante le porte di quello che secondo me era un furgoncino si aprirono mostrandomi uno scenario triste ma bello da vedere.
Lo guardai con attenzione e vidi che assomigliava molto all'inferno  che spesso sognavo.
I due tizi che aprirono gli sportelli mi presero dalle braccia e mi strattonarono in avanti così che io caddi dando una forte testata sulla breccia che c'era in quel lungo viale alberato e cupo come quello dei film horror con un castello gigantesco alla fine di questo.

"Alzati bambina"mi urlarono, ma sentivo e vedevo tutto offuscato, i miei occhi erano come una macchina fotografica senza la messa a fuoco,in più avevo un dolore lancinante alla testa,proprio dove ero sbattuta.

"cos'è sei diventata sorda oltre che stupida principessa?!" mi disse un altro vedendo che non mi alzavo,"non  non c...ce la fa..faccio"dissi io con voce tremolante e tossendo

Scoppiarono in una forte e rumorosa risata e uno di loro mi assestò un calcio sulla pancia così forte che pensai di morire,un altro mi diede uno schiaffo in pieno volto  e così passarono non so quante ore a picchiarmi,ad un certo punto stremata da tutto questo cominciai ad urlare ed alcune persone si avvicinarono, mia guardarono in faccia e si allontanarono tutte,tutte tranne due,un bambino con sua madre,questa inconsapevole di cosa potesse succedere,si avvicinò a me tenendo la mano di quel bambino che capii essere suo figlio, vide in che stato ero messa e cominciò ad inveire contro quegli uomini,uno di questi la minacciò, ma lei non si arrese e mi disse  che mi avrebbe salvata a tutti i costi.

"Basta,sta zitta mi sono stufato di sentirti parlare"disse uno rivolgendosi a quella donna così dolce

"non sto zitta"rispose lei a quell'uomo spregevole

"allora ti farò tacere io"

Tirò fuori una pistola e senza alcun ripensamento la sparò ed ebbi un flashback di poche ore fa di mia madre tra le mie braccia,così come quella donna tra le braccia del figlio

"resta con lei figlio mio, ti voglio bene"disse con affanno rivolta verso suo figlio

"Mamma svegliati"urlava il figlio in preda al panico e con le lacrime agli occhi

"che scena pietosa"commento colui che l'aveva ammazzata

il bambino piangendo si accoccolò alla madre e pian piano si addormentò.

Io iniziai ad urlare di nuovo ,mentre loro mi avvertivano di stare in silenzio, altrimenti sarebbe finita male,non gli diedi ascolto e continuai ad urlare,ad un tratto lo stesso uomo,mi puntò contro la pistola,la stessa che era stata usata per mia madre e per quella donna,io però continuai ad urlare ed a me si unì quel bambino ormai sveglio per le mie urla, e poi uno sparo fermò tutto...

La ragazza dall'anima dannataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora