8. Infortuita obiezione

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-Dunque, fatemi capire bene...- ricapitolò Celeborn- Tu e Thranduil siete innamorati e avete deciso di sposarvi, giusto?

Si trovavano tutti nella Sala del Trono. Il re e la sua regina erano seduti sui rispettivi troni, mentre i due figli erano un pò in disparte, con la schiena contro la parete. Imin ascoltava la conversazione con il sorriso sulle labbra, mentre Amdìr sembrava molto contrariato ed il suo sguardo ostile saettava tra Thranduil e il suo braccio, che cingeva la vita della cugina.

-È così, zio.- rispose Indil, sorridendo- Con il tuo permesso, vorremmo sposarci. Sono passati ormai vari mesi da quando ci siamo dichiarati ed ora siamo sicuri dei nostri sentimenti.

-Dovremmo sentire il parere di tuo padre Oropher...- continuò il sovrano biondo, rivolgendosi al principe.

-Di questo non devi preoccuparti, Mio Signore.- rispose il giovane- Abbiamo già inviato una lettera a mio padre chiedendogli l'autorizzazione per le nozze, ed egli ha acconsentito di buon grado alla condizioni che tu sia favorevole e che la cerimonia non venga celebrata in sua assenza.

-È così, eh?- chiese il re, un pò scocciato- Perché, in questo palazzo, sono sempre l'ultimo ad essere messo al corrente degli avvenimenti più importanti? Mai una volta che io venga coinvolto. Comunque, per me non ci sono problemi. Thranduil, mi sembri un bravo giovane e sono certo che tu possa rendere la mia nipotina felice. Quindi, se non ci sono obiezioni...

-Io ho un'obiezione!- esclamò Amdìr, staccandosi dal muro ed avvicinandosi a gran passi a Thranduil. Gli puntò un dito contro- Che garanzie puoi portare del tuo amore? Vi siete innamorati da quanto? Un paio di mesi? E quanto durerà? Un anno? Due? E poi? Padre, come puoi benedire un'azione tanto avventata come questa? Il matrimonio è una cosa seria che non si può certo prendere alla leggera! In più, non credo tu sia la persona giusta per Indil!

Il principe, a quelle affermazioni, cominciò a scaldarsi. Lasciò la vita della sua amata, che aveva ascoltato il discorso di suo cugino con una faccia sempre più attonita, e si avvicinò al giovane, che aveva abbassato l'indice- Qual'è il tuo problema Amdìr? Hai paura che tua cugina sia felice?

-No, ho paura che tu la renda infelice per tutta la vita!- rispose l'altro.

-Bè, direi che la decisione spetta a lei, non sei d'accordo?- ringhiò il principe biondo.

-Ora basta!- intervenne la fanciulla- Calmatevi...

Non venne ascoltata.

-Mi sembra che in questo momento l'unico a scegliere sia tu!- esclamò Amdìr, il cui animo era sempre più focoso- Quanto la ami, Thranduil? A quanto sei disposto a rinunciare per lei?

-Di sicuro a molto più di quanto saresti disposto a fare tu!- riattaccò il giovane.

A quel punto il l'Elfo di Lothlòrien non ci vide più. Non accettava che venisse messo in discussione il suo affetto per Indil, che considerava più di una sorella. Preso da un'ira ceca che non lasciava spazio a nient'altro, il giovane spinse il principe di Bosco Atro, costringendolo ad indietreggiare di parecchi passi per non cadere a terra.

-Amdìr!- lo richiamò Imin- Non fare lo stupido...

Thranduil, anch'egli arrabbiato per quel comportamento, recuperò il terreno perduto cercò di spingere via l'avversario con una spallata. Lui, però, era furbo: mentre cadeva si aggrappò al braccio del giovane, facendoli rotolare entrambi sul pavimento di marmo della stanza. I due combattenti si rialzarono subito, pronti a riprendere la lotta.

-Ora basta!- tuonò Celeborn, alzandosi e avvicinandosi di più- Smettetela entrambi, immediatamente!

Il giovane scuro di capelli ripartì alla carica a testa bassa e colpì lo stomaco del nemico, facendolo piegare in due, ma permettendogli di rispondere con un calcio. Indil non ne poteva più. Corse verso di loro e si mise tra il suo amato ed il cugino.

-Ora calmatevi, avanti...

Ma Amdìr non poteva calmarsi. Quel giovane che un tempo aveva chiamato fratello voleva portargli via la sorella. Era gelosia la sua, la paura che la fanciulla potesse volere più bene a quel principe che a lui. Era arrabbiato, voleva colpirlo, fargli male. Portò indietro il braccio e colpì il volto con un pugno. Ma non tutto andò come previsto. Si udì un grido soffocato. Indil era stata colpita dalla forza di quel colpo che non l'aveva gravemente ferita perché prima di lei aveva colpito di striscio Thranduil, che si era messo in mezzo per salvarla e aveva attutito il pugno.

La fanciulla cadde a terra e sputò sangue. Il segno delle dita chiuse del cugino era stampato sulla sua guancia destra. Aveva il fiatone e fissava Amdìr con uno sguardo che tradiva timore ed un pizzico di rancore. Il suo innamorato fu subito da lei.

-Indil!- esclamò, chinandosi su di lei e subito raggiunto da Imin- Stai bene?

-Tranquillo, sto bene.- si voltò ancora verso il cugino- Sto bene.

-Aspetta, ti aiuto.- le disse il principe del Reame Boscoso. La prese in braccio, si alzò e poi la mise giù, ma continuò a sorreggerla.

-Credo che andrò a riposare un pò.- concluse la fanciulla.

-Ti accompagno.- le rispose Imin- Voglio essere sicuro che tu stia bene davvero.

-Grazie, cugino.- Indil si girò verso i due litiganti- Nel tempo in cui sarò via, gradirei che la situazione rimanesse calma.

Guardò negli occhi sia l'uno che l'altro e non se ne andò fin tanto che entrambi non ebbero annuito...

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