19. La calma prima della tempesta

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-Ahi!

-Non fare il bambino!

-Mi stai facendo male!

-Te lo meriti, dopo quello che mi hai detto!

-Lo stai facendo apposta!

-Può darsi.

-Sei sleale!

-E tu ti lamenti troppo! Mi domando come faccia Gallion a sopportarti...

-Ahia!

-Finiscila di frignare, Thranduil! Cosa penserà tuo figlio, nel sentirti piangere come un neonato?

-Io piangere? Ma figuriamoci! Te lo stai inventando!

-E tu ti stai agitando troppo! Stai fermo, o per quando ti avrò fasciato la ferita saremo già giunti al castello!

I due sposi si trovavano in una carrozza che, alla testa dell'esercito, li stava riportando a casa. Il principe era sdraiato a pancia in su di un dianetto color sangue. Indossava dei semplici pantaloni di tessuto leggero. Indil era seduta accanto a lui, nuovamente abbigliata da donna, e stava assicurando delle bende attorno alla ferita inferta al petto nudo del marito. Durante quest'operazione, i due battibeccavano beatamente.

-Vostre Altezze?- li richiamò una voce dall'esterno- Stiamo per raggiungere il palazzo.

-Ti ringrazio, Gallion.- rispose la principessa, rivolta al fuori, mentre stringeva ancora una volta le bende intrise di unguento curativo.

Aiutò Thranduil a rivestirsi, quindi ad indossare la camicia verde e marrone, e, quando il cocchio si fermò in corrispondenza del portone della reggia, gli diede una mano anche a scendere dal mezzo di trasporto. Ad aspettarli, in piedi di fronte al cancello, vi era Oropher, con il suo solito atteggiamento fiero ed elegante che mal celava una forte preoccupazione per la sorte del figlio. In piedi, accanto a lui, un Legolas fin troppo ansioso si agitava come un'anguilla.

-Nana! Ada!- gridò il bambino, quando vide la coppia di Elfi venire verso di lui.

-Nana, Ada... lo zio Àmdir non si saluta proprio mai da queste parti, eh?- borbottò il fratello di Indil, mentre scendeva da cavallo e prendeva il posto della sorella nel sorreggere il principe ferito, così da permettere alla fanciulla di riabbracciare suo figlio.

-Oh, sta' zitto!- lo sgridò Imin, giunto anche lui- Piuttosto, andiamo a controllare che tutto sia in ordine...

-Tutto?- ripeté il gemello, ma poi parve comprendere l'occhiata significativa dell'altro- Giusto! Quel tutto!

-Di che cosa stanno parlando?- domandò Indil, rivolta al re- Che cos'è il tutto a cui continuano a riferirsi?

-Non ne ho la minima idea, mia cara...- rispose Oropher, ma il modo in cui evitava lo sguardo della ragazza lo tradiva.

-Thranduil, almeno tu...

-Non so nulla, io! Come potrei?- chiese il marito, sorridendo furbescamente- Perché non vai a riposare, amore mio? Tra due giorni al massimo saremo di nuovo in viaggio, lo sai...

-Ma tu...- cercò di controbattere la giovane.

-Niente ma, luce dei miei occhi.- la zittì dolcemente il ragazzo, posandole un leggero bacio a stampo sulle labbra semiaperte- Io ti raggiungerò tra poco, tu va' avanti.

Lei avrebbe voluto ribattere, ma anche suo figlio le diede una lieve spintarella, come a voler dire che anche lui sapeva e che era davvero meglio che se ne andasse.

-Ah, dunque anche tu sai, bricconcello!- esclamò bonariamente Indil, prima di addentrarsi nei lunghi corridoi del castello.

Mentre si recava ai suoi appartamenti, milioni di pensieri le affollavano la mente, ma, con sua profonda sorpresa, non riguardavano affatto la curiosità di sapere cosa tutti le stessero così gelosamente nascondendo. Che bello era essere, finalmente, di nuovo a casa. La guerra la aveva lasciata stordita, ed aveva impiantato tante emozioni negative nel suo cuore. Con suo marito ferito, aveva dovuto combattere, per molti giorni, da sola, e quella solitudine l'aveva molto fatta pensare. E se non ce l'avesse fatta? E se non fosse sopravvissuta? Non temeva per se, ma per i suoi cari, suo figlio, suo marito, i suoi fratelli, i suoi genitori, il suo popolo... magari un giorno sarebbe andata in guerra e non sarebbe più tornata da coloro che amava.

E se, invece, non fosse stata lei a morire? Aveva visto il suo amato molto, troppo vicino alla morte per non temere che ella se lo potesse portare via.

La giovane donna attraversò, pensosa, il lungo corridoio che conduceva alle sue stanze. Il fruscio della stoffa del suo abito che strusciava per terra le rimbombava nelle orecchie senza pietà.

Aprì con distrazione la porta della camera sua e di suo marito. C'era qualcosa di diverso nella luce che illuminava la stanza. La ragazza alzò gli occhi e rimase paralizzata dalla sorpresa e dall'emozione.

Al posto della finestra che c'era sempre stata, ora, vi era una meravigliosa porta che dava sulla terrazza, decorata da una magnifica vetrata. Il disegno, riprodotto con maestria da un uomo evidentemente esperto, raffigurava la coppia di principi. Lui, rappresentato in età più adulta di quella reale, indossava l'armatura ed il mantello azzurro cielo dei grandi guerrieri elfici. Con un braccio cingeva le spalle di una Indil forse un pò troppo perfetta nei lineamenti rispetto a quella originale ed anche lei più grande di quanto non fosse veramente, mentre le dita dell'altra mano si intrecciavano a quelle della compagna proprio al centro dell'opera. La giovane era abbigliata con un vestito color cobalto che lasciava scoperte le spalle. I dettagli erano stati tanto precisi da rappresentare persino le fedi dei due, mai tolte dal giorno del matrimonio.

-Wow...-mormorò la fanciulla.

-Ti piace?- le chiese Thranduil, che era sempre stato seduto sul letto, in attesa che lei dicesse qualcosa.

Il principe si alzò in piedi e si avvicinò a lei.

-Amore, è... è meraviglioso...- rispose la giovane.

-Sono contento.- le disse il ragazzo, baciandola dolcemente- Buon anniversario, Indil.

-Buon anniversario, Thranduil.

Fuori dalla porta, Àmdir smise di sbirciare la schiena attraverso il buco della serratura e, insieme al fratello, che trascinava dietro di se Legolas, continuando a ripetergli che era troppo piccolo per vedere certe cose, si allontanò, per lasciare ai due sposi la meritata privacy.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 30, 2019 ⏰

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