«devo dirti una cosa.» lo guardai. Era il momento giusto. Non avrei più trovato la forza per rifarlo.
«dimmi, c'entra Matt?» annuì.
«si e no.» stavo perdendo la forza che avevo poco prima.
«e dimmi... avete litigato o è successo qualcos'altro?»
«qualcos'altro.» mi ero messo a gambe incrociate sul letto mentre lui si era seduto davanti a me con le gambe che penzolavano dal materasso.
«e tu... con questo qualcos'altro... vorresti dirmi che...» non sapeva come continuare.
«mi piace Matt.» lo avevo detto, lo avevo detto davvero. Mi ero liberato di un peso così grande che in quel momento potevo volare fino alle stelle, ma adesso? Che cosa poteva dirmi? Poteva cacciarmi di casa, potevo perdere mio fratello. Poteva andare a dirlo a nostra madre, poteva fare qualsiasi cosa ma ciò che fece mi riempì di felicità.Mi diede un bacio sulla fronte e mi abbracciò.
«sarai sempre mio fratello, chiaro?»Lo strinsi più forte.
«e quando ti sentirai pronto per dirlo alla mamma. Io sarò con te.»
«quindi non sei arrabbiato?» dissi.
«perché dovrei essere arrabbiato?»
Feci spallucce.
«sei gay, non un trafficante di droga.»Un altro brivido allo stomaco.
«aspettiamo un po' prima di dirle tutto però.»
«certo, ma dimmi un po'... vi siete baciati?» arrossii di colpo e mentre le mie guance si facevano sempre più rosse annuì.
«che carino che sei.» continuò.Dopo che se ne andò da camera mia ripresi a studiare matematica per il compito del giorno seguente. Mi riusciva tutto onestamente ma la vera domanda era se anche a Matt riusciva tutto.
La mattina dopo mi accompagnò a scuola mio fratello, nostra madre era così contenta che avevamo fatto pace ma sarebbe stata devastata se avesse scoperto la verità.
Scesi dalla macchina, lentamente. La mia reazione alla vista di Matt poteva essere incontrollabile, sinceramente non so neanche cosa voglia dire.
«buona fortuna per il compito.» mi disse salutandomi dal finestrino aperto.
«grazie, ci si vede oggi.» era uno degli ultimi giorni. Tra poco avrei smesso di vederlo quotidianamente, lo avrei visto una volta ogni due o tre mesi, forse di più.Entrai in classe e Matt non c'era, mi venne un senso di colpa enorme, sarebbe stata colpa mia se non si fosse presentato.
Finalmente entrò in classe, aveva gli occhi lucidi, degli occhi che non gli avevo mai visto sul suo volto. Degli occhi che appartenevano molto di più a me che a lui. Sapevo tutto di Matt, e se non lo sapevo lo capivo li per li.
Mi guardò triste, mi faceva male vederlo così. Ricambiai lo sguardo, gli feci un sorriso dolce e lui ricambiò.
Lo feci sedere vicino a me in modo da passargli tutto ciò che potevo e così feci, riuscì a passargli i risultati a circa venti minuti dalla fine. Prima era completamente assente, guardava nel vuoto e non scriveva nulla. Mi fece preoccupare.Appena l'ora finì lo invitai a seguirmi e lui lo fece, entrammo in una stanza vuota e scoppiò a piangere tra le mie braccia.
Non lo avevo mai visto piangere, e non è stato bello, faceva soffrire anche me vederlo così. I suoi occhi bellissimi erano rovinati dalle lacrime che continuavano a scendere.
«hey, hey, hey, che succede?» gli dissi bisbigliando mentre gli tiravo su il viso. Mi abbracciò forte.
«è solo colpa mia.»
«per cosa, cosa hai fatto matt? Qualsiasi cosa sia si può risolvere.»
«ho rovinato tutto nel momento in cui ti ho detto che provavo qualcosa per te.» mi fece sentire in colpa, terribilmente.
Gli presi il viso con le mani e lo guardai negli occhi.
«tu non hai rovinato niente, anzi, mi hai fatto aprire gli occhi su ciò che sono e su ciò che voglio essere. Sei un ragazzo speciale. Lo sei per me almeno e non prenderti queste responsabilità, non le meriti.»Ci guardammo negli occhi, poi guardai le sue labbra e lui fece lo stesso, gli diedi un bacio a stampo per poi passare ad uno pieno di passione, lo volevamo entrambi. Mi piaceva come nessuno prima di lui e lui mi faceva sentire come se fossi l'unico al mondo ad essere importante.
Non ero mai stato così triste per il suono della campanella.
Le ore successive passarono anche troppo in fretta. Ci sedevamo sempre vicini e passavamo il tempo a toccarci le mani a vicenda e a guardarci negli occhi.
Tutto questo senza farci vedere da nessuno, i vantaggi dell'ultima fila.
Si era fatta sera. Matt era a casa sua, ed io ero nella mia, non avevo mai sentito la distanza tra di noi fino a quella sera.
"Hey, ti va se vengo da te stasera?" Era Matt, e chi poteva essere!?
"Terrò aperta la finestra, mia madre e mio fratello stanno già dormendo quindi fai piano okey?"Aspettai con ansia ed impazienza il suo arrivo e quando finalmente sgusciò in camera mia passando lentamente dall'apertura della finestra mi si riempì il cuore.
«sei arrivato finalmente.» aveva qualcosa di strano, sul volto.
«non potevo non venire.» mi piaceva ma aveva quella cosa sul volto che non potevo ignorare.
«che hai fatto in faccia?»
«oh, sono caduto mentre venivo in qua, non preoccuparti non fa male.» si avvicinò a me e mi strinse i fianchi con le sua mani gelide.Era poco più alto di me, quel tanto che basta per sollevare il viso per baciarlo, prima sul collo e poi sulle labbra, mentre lo facevo gli passavo le mani tra i capelli, morbidi, corti, bellissimi.
«noi allora?» ero diventato timido e imbarazzato tutto d'un colpo.
«cosa?» mi guardava con quella faccia, la testa leggermente piegata su un lato, il sorriso un po' accennato e lo sguardo da incantatore.
«cosa siamo noi?» lo guardai ma non rispose.«stiamo insieme?»
«se per te non ci sono problemi, si. Perché no, mi piaci e io piaccio a te.»
«possiamo aspettare a renderlo ufficiale?» forse lo stavo perdendo a fare così?
«aspetterei tutto il tempo del mondo per te.» mi si riempì il cuore di felicità dopo quelle parole e ripresi a baciarlo intensamente.
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Romance(Boyxboy) Chris vuole vivere la sua vita con leggerezza e per farlo deve affrontare molte cose come la sua omosessualità, il suo amore e il suo nemico, la sua famiglia e molte altre.