9.green

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Mi allontanai in fretta, non volevo spingermi fino a quel punto, non lo volevo e basta, non ero per niente pronto ma Matt non capiva. Continuava a baciarmi e strusciarsi contro di me fino a quando non lo spinsi via. Mi guardò perplesso.
«che è successo?» disse.
«non è successo niente.»
«ho fatto qualcosa di sbagliato?»
«no è che non, non ci riesco, non è colpa tua, se non vuoi aspettare lo capisco, puoi andartene se vuoi io non ti obli..»
«hey hey hey hey, okay, non mi interessa farlo se non vuoi. Lo faremo quando sarai pronto.»
«okay.»
«okay.»
Ci sdraiammo sotto le coperte, appoggiai troppo forte l'anca e mi fece male ma lo trattenni. Mi addormentai tra le sue braccia.

Mi svegliai col pensiero che la mia insicurezza non mi stava facendo fare ciò che volevo fare con Matt, e lui prima o poi si sarebbe stancato di me e di aspettare e se ne sarebbe andato via.

Ci accompagnò Paul in macchina.

Prima di entrare mi fermai.

«che hai?» mi chiese Matt.
«forse è meglio se vai avanti.» Fred mi aveva picchiato perché ci aveva visti. Non volevo nascondermi ma non volevo nemmeno prendere più botte.
«c'è qualcosa che devi dirmi?» si guardò intorno.
«Fred ha fatto ciò che ha fatto perché ci siamo baciati in pubblico, non voglio nascondermi, non voglio sembrarti un codardo ma ho paura che possa rifarlo e che possa andarci più pesante.»
«Chris, ora io entro, tra cinque minuti lo farai anche tu ma sappi che io voglio stringerti a me quando mi va e non quando nessuno ci vede. Aspetterò quando sarai pronto ma non voglio rinunciare a me stesso per qualcun'altro. Ci vediamo dopo sempre se vuoi vedermi in pubblico.» lo disse con un tono freddo prima di entrare a scuola.

Forse aveva ragione, forse fare il duro stronzo aveva funzionato alla grande, non volevo perderlo, era tutto ciò di cui avevo bisogno e tutto ciò che avevo.

Nonostante tutto entrai cinque minuti dopo, vidi Fred e svoltai dalla parte opposta per non farmi vedere. Andai a sbattere contro una persona a caso, una ragazza.
«hey stai att.... Chris?» la guardai bene e cercai di capire chi fosse per evitare figuracce.
«em... April?» si era lei, era tipo la mia migliore amica qualche anno fa, poi si trasferì a Melbourne e ci eravamo persi di vista.
«quanto tempo, che mi dici?»
«tu che mi dici? Quando sei arrivata?»
«senti ora ho una lezione, che ne dici se ci vediamo dopo scuola? Possiamo andare da... Ronnie's ?»
«certo, ci vediamo dopo allora.»

Era rimasta la stessa identica April di qualche anno fa, capelli quasi rossicci ma tendenti al castano. Occhi vivaci e labbra perfette.

Le lezioni passavano e Matt non mi rivolgeva la parola, era incazzato con me e lo capivo.

Alla fine dell'ultima ora lo vidi in corridoio. Teneva il muso ma era carino anche così.

Rimase fermo a fissarmi, con le persone che gli passavo ai lati. Mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio sulla guancia e poi abbracciandolo gli sussurrai...
«non voglio perderti, ci sto provando, un passo alla volta. Dammi solo un po' di tempo, solo questo ti chiedo.»
Rafforzò l'abbraccio e affondò la testa sulla mia spalla come per sentire il mio odore. Dopo un paio di secondi ci staccammo.
«ora devo andare da un'amica, ci vediamo stasera? O domani? Come vuoi.» dissi.
«facciamo domani che stasera dovrei risolvere le cose con mia madre. Nel caso contrario potrei venire anche stasera a dormire?»
«te l'ho già detto, puoi venire quando vuoi.»

Misi i libri nell'armadietto per poi andare verso Ronnie's, quando arrivai April era già lì fuori ad aspettarmi, era veloce quella ragazza.

«entriamo?» dissi.
«certo, sto morendo di fame.»
Entrammo e ci sedemmo al primo tavolo disponibile, appena venne il cameriere si ordinò subito un sacco di roba, non ci eravamo ancora mai guardati attentamente negli occhi fino a quando non avevamo quasi finito di mangiare.

Ma fino a quel momento c'era stato un silenzio imbarazzante spezzato ogni tanto dalle canzoni che andavano in radio.

«allora che mi dici? Com'era Melbourne?» chiesi.
«bella città, bella gente, caotica all'inizio ma dopo un po' ci si abitua, poi io adoro andare alle feste sai, e laggiù ogni sera c'è sempre qualche locale aperto fino a tardi. Tu invece che mi racconti? Che è successo mentre non c'ero?»
«vuoi che ti racconto tutto quello che è successo in questi anni? Allora... la caffetteria che ci piaceva tanto ha chiuso...»
«lo so, ci sono rimasta malissimo quando l'ho saputo.»
«poi sai che ha deciso di fare mio fratello?»
«Paul? No, dimmi.»
«tra qualche giorno va nell'esercito. Ci credi?»
«o mio dio ma è fantastico, sono fiera di lui, e poi... la tua novità? Non me la dici?»
«quale novità?» panico.
«dai su, quella cosa che mi dovresti dire...» panico parte seconda.
«non ti seguo.»
«ma scusa, non sei gay?» e ritornò quella sensazione di vuoto allo stomaco.
«c...come lo s..sai? Chi te lo ha detto?»
«ho visto che ti baciavi con un ragazzo l'altro giorno, o non eri tu?» potevo mentire o no, la scelta era mia, potevo nascondermi e rimandare tutto a dopo o affrontare di petto i miei problemi e dirle che ero tremendamente gay e che quello che stavo baciando l'altro giorno poteva essere benissimo il mio ragazzo anche se ufficialmente non lo era. Potevo dirle che ero gay, che ero io quella persona che aveva visto e farla finita di mentire.
«ahhh, so ero io, ma è una cosa nuova anche per me quindi potresti non dirlo in giro? Voglio fare le cose con calma.» avevo fatto coming out con April e mi sentivo tremendamente meglio.
«tranquillo, che bello. Non ho mai avuto un amico gay, adesso possiamo parlare di ragazzi insieme.»
«scusa se te lo dico ma in questo momento ho occhi solo per Matt.»
«oh, Matt è il tuo lui? Che carini.»
«qualche volta se ti va puoi venire a dormire da me e si fa tipo mini party. Tu, io e Matt, così lo conosci.»
«mi piacerebbe un sacco.»
«be, si è fatto tardi, meglio che vada a casa, ci si vede allora.»
«okay, ci si vede!»
Quando tornai non mi piacque ciò che vidi.

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