Capitolo 4

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Un rumore di passi mi sveglia e mi ritrovo in una camera completamente spoglia, dalle mura bianche; un letto arrugginito si appoggia ad una di esse, e in mezzo alla stanza una strana sedia con attaccate ai manici e alle gambe, delle cinture di forza, davanti a me un'enorme vetrata che mi permette di vedere quello che sta succedendo fuori dalla camera.
Mi alzo e mi avvicino ad essa da cui riesco a vedere, nonostante la vista annebbiata, una ventina di Shadowhunters posizionati davanti a me, e in mezzo a loro, due donne.
La prima è alta e giovane, dai lunghi capelli marroni, raccolti in una coda alta, che mi guarda con occhi apatici.
La seconda è di media statura, con capelli grigi raccolti in una complicata crocchia, rughe profonde le solcano il viso e i suoi occhi mi squadrano dalla testa ai piedi seri e autoritari.
-Ben svegliata signorina Rebel- mi dice la donna anziana.
-Dove sono?- chiedo guardandomi intorno ancora stordita.
-In questo momento si trova nella prigione dell'Istituto di New York, ma presto verrà trasferita a Idris.
-Interessante, ho sempre voluto visitarla...- dico con finta voce sognante.
-Stia zitta e ascolti- dice la mora -Sa chi ha davanti?
-Una ventina di smidollati e due donne troppo diverse per essere care amiche d'infanzia?- dico con una punta di ironia.
I soldati si muovono contemporaneamente, impugnano le loro armi e si mettono in fase di attacco.
-Freni la sua lingua Ribelle. La donna che ha davanti è l'Inquisitrice in persona. Questa donna ha il suo futuro nelle sue mani.
-Chi è questa?- dico con faccia stranita.
Vedo la mora innervosirsi, mentre l'altra mi si avvicina con faccia inespressiva.
-Qual è il vostro nome?
-Allison Rebel.
Quella nega con la testa. -Il vostro vero nome.
-Il mio vero nome è Allison!
La donna sospira.
-Chi sono i tuoi genitori?
-Non ne ho mai avuti.
-Eppure lei è qui, ora, in carne ed ossa!
Guardo dritta negli occhi la donna, la quale continua a guardarmi con occhi inespressivi, che però nascondono nervosismo e agitazione. Si sistema qualche ciuffo di capelli uscita dalla sua stretta acconciatura, dopo di che mi guarda e mi sorride; un sorriso freddo, falso quanto la sua calma in questo momento.
-Molto bene- dice continuando a guardarmi.
-Legatela!- dice rivolgendosi agli Shadowhunters, tornando gelida ed impassibile.
Cinque dei soldati entrano dentro la mia cella e con molta cautela si avvicinano a me.
-Provate solo a toccarmi e vi squarto.
-Ordine dell'Inquisitrice, Ribelle.
Uno di loro corre verso di me, ma io lo scanso saltandogli sopra la testa e atterrando su un'altro di loro. Altri cinque, entrano, bloccandomi per terra, per poi prendermi di peso e legarmi i polsi e le caviglie alla sedia con le cinture di forza.
La mora blocca l'Inquisitrice prendendola per un polso.
-Imogen, mi avevi promesso che non avresti usato questo metodo su di lei, in fondo è solo una ragazzina.
-Questa non è una semplice ragazzina Maryse, è una dei criminali più ricercati dall'intero popolo Shadowhunters, dopo Valentine! Ha rubato armi, stili, uniformi ed ha perfino ucciso uno della sua specie; questo è uno dei crimini più imperdonabili che uno Shadowhunter possa fare, quindi non posso mantenere la parola data.
Quando vedo la donna entrare, cerco di liberarmi, non riuscendoci.
"Maledetti Shadowhunters."
-Bene mia cara, avrei preferito non arrivare a questo punto, ma se non rispondi alla mie domande sono costretta a causarti un po' di dolore.
-Le sto dicendo che non ricordo niente della mia infanzia!
La donna fa un cenno ad uno degli Shadowhunters, il quale mi scopre il polso, rivelando la mia pelle pallida.
L'Inquisitrice mi ci disegna sopra una runa; la runa del tormento.
Questa comincia a bruciarmi sul polso. Chiudo per un'istante gli occhi, ma quando gli riapro davanti a me si para un muro di demoni che mi si avvicinano. Mi ritrovo una spada angelica in mano e con essa comincio ad uccidere quell'orda di ombre.
Taglio e affondo, taglio e affondo, finché un dolore acuto mi colpisce il petto.
"No! Non di nuovo!"
-Mi dispiace piccola mia, ma è giusto che tu torni da dove sei venuta.
Richiudo velocemente gli occhi e gli riapro ritrovandomi di nuovo nella mia cella, lontano da quel ricordo, al sicuro, se così posso dire.
Un conato di vomito mi attraversa tutto l'intestino, cerco di trattenerlo, ma non ce la faccio, quindi vomito. Una guardia mi prende per i capelli e mi tira su la testa.
-Allora qual'è il tuo vero nome?- mi chiede l'Inquisitrice.
-Non lo so!
La donna mi ridisegna la runa e mi ritrovo un'altra volta in quell'inferno.
Continuano a torturarmi per una trentina di volte, finché al posto di vomitare succhi gastrici, vomito sangue. La donna rimane per qualche secondo sconvolta, ma riattacca subito dopo.
-Allora... come ti chiami veramente?
-Le dico che non lo so!- urlo stremata.
-Per oggi basta. Slegatela.
Gli Shadowhunters mi slegano, poi mi spingono giù dalla sedia.
-Domani riprenderemo con il trattamento- dice l'Inquisitrice, uscendo seguita dagli Shadowhunters -Le consiglio di ricordarsi il suo vero nome o domani il trattamento raddoppierà.
-Le sto dicendo che non lo so! E se non so il mio vero nome, tanto meno so chi sono i miei genitori.
-Allora temo che domani riprenderemo da qui.- dice, prima di scomparire dietro l'angolo del corridoio.
Mi alzo girandomi dalla parte opposta della vetrata. Sento le mie mani stringersi a pugno, mentre la mia bocca si digrigna in una smorfia di rabbia. Comincio a fare respiri profondi e pian piano riesco a calmarmi. Quando riapro le mani noto, sui miei palmi, delle piccole ferite causate dalle unghie. Mi guardo le dita e vedo che le mie unghie sono tutte tagliate.
"Ma che cazzo?"
-Allison?- una voce maschile proviene dietro le mie spalle e quando mi giro vedo l'ultima persona che mi sarei mai immaginata.
-Ma guarda chi si rivede. Cosa ci fai qui Seth?
-Ad essere sincero non lo so...- dice guardandosi intorno -più che altro cosa ci fai tu qui? E perché sei rinchiusa in una cella?
-Storia lunga mio caro, storia lunga.
Un'allarme risuona in tutta la stanza.
-Seth...- il ragazzo si volta di scatto di nuovo verso di me -Scappa! Vai a nasconderti!
-Perché? Cosa sta succedendo?
-Non lo so, ma se ho imparato una cosa dai film è che quando un'allarme suona, sta succedendo qualcosa di brutto.
Il ragazzo mi guarda per qualche secondo per poi cominciare a correre fuori dalla prigione.
Indietreggio fino al muro, quindi comincio a correre verso la vetrata e con una spalla la colpisco, senza causargli nemmeno una lieve crepa. Continuò a correre e a sbattere contro la vetrata, ancora e ancora.
Ad un certo punto, un verso di rapace attira la mia attenzione. Guardo verso l'alto e vedo, appollaiato, un corvo nero dagli occhi gialli, fissarmi intensamente.
-E tu da dove salti fuori?


~Spazio autrice~
Innanzi tutto mi devo scusare per questa lunga assenza, ma purtroppo ho avuto un blocco da scrittore, quindi non sapevo come continuare la storia. Mentre se siete curiosi di sapere chi è Seth, vi consiglio di andare a leggere "Butterfly Effect" di Airis Morume.

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