Capitolo 10

1.5K 59 5
                                    

-Ben tornata a casa Lamia.- mi dice Valentaine accarezzandomi una guancia.
La tolgo con un gesto brusco e rimpungno la spada angelica.
-Il mio nome è Alison, non Lamia!
-Questo è il nome che ti ha dato lo stregone, il tuo vero nome, il nome con cui sei stata... battezzata è Lamia.
-E tu che ne sai?- dico a denti stretti.
-Lo so perché sono stato io a battezzarti.
-Impossibile.
-Questo non lo puoi sapere visto che non hai memoria della tua infanzia.
-Allora illuminami.- dico con sfida.
-Con piacere.- dice Valentaine allungando una mano verso di me. Mi allontano da lui andando a sbattere contro il ragazzo, il quale mi squadra dalla testa ai piedi.
-Come fa ad essere Lamia questa ragazzina?- chiede a Valentaine.
-Credimi Jonathan, questa è Lamia e ve lo dimostrerò ad entrambi.- dice prendendo un libro dalla libreria.
Lo apre e le pagine scorrono veloci fino a fermarsi su una pagina, sulla quale è incollata una fotografia che ritrae tre bambini e alle loro spalle un uomo adulto.
Mi porge il libro e guardo attentamente la bambina la quale ha sulla guancia destra la runa angelica, esattamente come me.
-Avevi cinque anni quando feci questa foto, mentre Jonathan ne aveva sette.
-Chi è l'altro bambino?- chiedo, non curante di ciò che stava dicendo.
-Jonathan Morgenstern Wayland, il mio secondo figlio, tra l'altro ha la tua età.
-E dov'è adesso?
-È stato ucciso anni fa durante un combattimento contro il Conclave.
-E chi è stato ad ucciderlo?- dico guardandolo negli occhi. Lui sorride.
-La tua curiosità non è svanita.- Gli punto la spada alla gola, mentre il ragazzo poggia una mano sul mio braccio teso.
-Rispondi alla domanda!
Valentaine comincia a ridere. -E non è svanita nemmeno la tua cattiveria.- Abbasso la spada.
-Jonathan venne ucciso da Jace Herondale.- dice guardando fuori dalla finestra; la quale mostra un bellissimo lago circondato da un bosco talmente fitto che non si riesce a vedere oltre.
-Non può essere stato lui...- dico guardandolo sconvolta. -Jace è un bravo ragazzo, come tutti i suoi compagni.
-Ed è su questo che ti sbagli mia cara.- dice guardandomi dritto negli occhi. -Sono tutti dei manipolatori, tutti quanti! Collaborano con il Conclave e questo dovrebbe farti capire molte cose.
-Non ho mai seguito il Conclave.- dico senza pensarci.
-E perché non lo segui?- mi chiede avvicinandosi.
-Perché odia i Nascosti; gli ha costretti a vivere nell'ombra quando potrebbero vivere tranquillamente tra i mondani.- dico stringendo i pugni.
Sento due dita posarsi sotto il mio mento e i miei occhi vanno a scontrarsi con quelli di Valentaine.
-Allora abbiamo un obbiettivo in comune.- dice guardando suo figlio.
-Cosa intendi dire?- dico togliendo la sua mano.
-Ho intenzione di scatenare una guerra contro il Conclave.
-Ah si? Tu e quale esercito?- dico in tono sarcastico.
-Ho molti seguaci mia cara, e con l'aiuto di Jonathan avrò un esercito ancora più grande, un esercito più forte, un esercito demoniaco.
-Vuoi creare un esercito demoniaco?- dico incredula. -E come pensi di tenerli a bada tutti quei demoni?
-Semplice.- dice voltandomi verso il ragazzo. -Jonathan.
Il ragazzo chiude gli occhi e quando li riapre sono completamenti neri.
Faccio un passo indietro e senza rendermene conto gli punto la spada al petto.
-Questi sono i suoi veri occhi, Lamia. Guarda come sono belli. Sono capaci di risucchiare qualsiasi bagliore di luce.
-So-Solo i demoni hanno gli occhi neri.- dico senza riuscire a distogliere lo sguardo da quei due buchi neri.
-Ma lui è uno Shadowhunter, come può avere quegli occhi?- dico quasi urlando.
-Perché mia madre è un demone.- dice lui guardandomi.
-Ti sei fatto un demone?- dico io voltandomi schifata verso Valentaine.
-No, certo che no. Jonathan è stato ospitato dal corpo di mia moglie, ma mentre era ancora un feto, iniettai del sangue demoniaco nel suo corpicino in evoluzione.
-Sei un mostro!- dico ancora più schifata e indietreggiando.
-Ma non è stato l'unico ad essere stato sottoposto a degli esperimenti.- dice guardandomi serio e avvicinandosi a me piano piano.
-Stammi lontano!
-Ascoltami Alison, questa non è la tua vera natura.
-Cosa?- dico bloccandomi.
-Tu sei mia figlia, o come ti definisci io, il lavoro più riuscito. In te ho iniettato sangue angelico e ciò che è uscito sei tu!- dice acquistando un'espressione malsana.
-Di cosa stai parlando?
-La tua vera natura non è quella da Shadowhunter, ma hai una natura demoniaca.
-Mi stai dicendo che-
-Esatto piccola mia! Tu sei un demone con sangue angelico.
-Questo è impossibile!- dico indietreggiando impaurita.
-Allora come fai a salire sui tetti con così tanta facilità? Come fai a combattere perfettamente se non sei mai stata addestrata da degli Shadowhunters? Come fai ad avere una mira così infallibile se non hai mai preso in mano arco e freccia? Dimmelo Alison! Come fai a fare tutte queste cose con tanta facilità?- dice alzando la voce.
-Non lo so!- dico io urlando e cadendo in ginocchio davanti a lui.
-Questo perché ce l'hai nel sangue! Per te fare determinate cose è naturale. Distruggere è nella tua natura di demone.
-Smettila! Io non sono un demone!- dico guardandolo con odio.
-Guardati il collo allora.- dice indicandomi uno specchio.
Mi alzo velocemente e guardando il mio riflesso allo specchio, vedo che la ferita che ho sul collo raffigura un pentacolo. Rimango lì, paralizzata, a guardare quel simbolo che spicca sulla mia pelle candida.
-Non mi stai mentendo.- dico guardando Valentaine attraverso lo specchio.
-Non potrei, anche perché te ne accorgeresti.- dice sorridendo.
Mi giro verso di lui e mi avvicino.
-Cosa vuoi da me?- gli chiedo guardandolo dritto negli occhi.
-Voglio che tu ti unisca alla mia causa. Voglio combattere insieme ai miei figli contro il Conclave.
Abbasso lo sguardo. Chi mi dice che posso fidarmi di lui? Ho promesso ad Alec e ai suoi amici che gli avrei aiutati a combatterlo, ma se unendomi a lui posso portare giustizia alla mia famiglia...
Mi dispiace Magnus... papà.
-D'accordo. Ma ad una condizione.
-Tutto quello che vuoi.- mi dice Valentaine facendo un lieve inchino.
-Nessun Nascosto dovrà essere ucciso durante la battaglia.
-Come desideri Lamia.
-E voglio essere chiamata Alison, non Lamia.
-D'accordo. Esattamente come Jonathan vuole essere chiamato Sebastian.
Guardo il ragazzo e noto subito che i suoi occhi sono tornati normali.
-Bene. Adesso voi due andate ad allenarvi, io comincerò a strutturare il nostro piano.
-D'accordo padre.- dice Sebastian.
Valentaine sparisce in un'altra stanza lasciandoci da soli.
-Come te la cavi con la spada?- mi chiede freddo.
-Non so, forse dovresti mettermi alla prova.- Lui mi si avvicina e mi guarda dall'alto in basso.
-Allora dovremmo andare fuori.
-Dopo di lei.- dico guardandolo dritto negli occhi.
Lui sorride; un sorriso tagliente che mi fa scendere un brivido dalla schiena. Quindi si avvia verso la porta ed esce.

La Shadowhunter Ribelle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora