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Tampa di Heinz Goldblatt ]Lauren il giornò prima si affrettò a dare il suo nuovo antidoto a Camila, stavolta però ne aveva usato uno più potente. Purtroppo però di sera dovette andare via per fare le solite domande da suicidio.
Il giorno dopo Lauren mise le solite base musicali e le frasi, poi entrò nella stanza d'infermeria con la colazione. Non era la solita minestra e il solito pezzo di pane. Si era occupata di darle la colazione che un suo uomo portava ogni giorno a lei nonostante avesse fame.
Purtroppo la ragazza non si svegliò e Lauren si cullò sentendo il beat della macchina che controllava il battito del cuore di Camila.
Studiò il suo viso e ad un certo punto vide una lacrima scivolare sul fragile volto della più piccola, che Lauren asciugò con il pollice ottenendo il viso tranquillo della cubana.
Istintivamente accarezzò la guancia di Camila e in quel momento quest'ultima aprì gli occhi e sorrise debolmente.
"Buongiorno" disse Lauren "Finalmente"
"Cosa è successo?" domandò, assonnata "Aspetta..." sgranò gli occhi "Mi sono sentita male?" Lauren annuì e Camila sorrise debolmente "Mi hai salvato la vita" disse la cubana e Lauren fece un debole sorriso, prendendo poi il croissant tenuto con un pezzo di scottex e il caffè sopra il tavolo da lavoro.
"Sono per me?" domandò, con gli occhi che le luccicavano alla vista di un pò di cibo salutare.
"Sì" disse Lauren e Camila prese il croissant mangiandolo velocemente e poi bevve il caffè "Poco affamata, eh?" rise, prendeno la scottex di Camila per buttarla sul cestino della spazzatura e Camila arrossì, sapendo come potesse diventare un mostro quando si trattava di cibo "Grazie a Dio hai mangiato almeno"
"Perché ti preoccupi?" domandò Camila e Lauren sospirò.
"Mi va" disse soltanto Lauren "Resterai qui fino a domani, poi verrai rimessa in cella"
Camila deglutì al solo pensiero e rimase in silenzio accomodandosi sul duro lettino ma che sicuramente era meglio del muro e del pavimento di quella cella.
"Credo che mi suiciderò" disse Camila improvvisamente con tranquillità, chiudendo gli occhi per godersi quel silenzio e non le solite basi musicali e la voce assillante "Vorrei morire mentre dormo, è possibile? Non voglio sentire il dolore" disse Camila, girandosi verso Lauren, che stava fissando la scena stupita.
"Ti arrendi così facilmente?" si notava delusione nel suo tono di voce.
Camila sorrise e portò una mano sulla morbida guancia di Lauren.
"Michelle, cosa dovrei fare qui dentro? Impazzire? Non voglio soffrire più di quanto già non lo stia facendo" disse Camila "Non so chi sia stata a mettermi in questo stupido Gioco Psicologico ma so che la odierò per sempre" lo disse con disprezzo, fissando il soffitto mentre immaginava il spregevole e bruttissimo, secondo lei, volto.
Lauren sospirò e abbassò lo sguardo.
"Mi manca la luce del Sole" disse tristemente "Cioè. Non ricordo nemmeno quant'era forte la sua luce" disse tristemente.
"Sei tu il Sole" si fece scappare e subito dopo arrossì, vedendo lo sguardo confuso della cubana sul suo "Cioè, sembri brillare anche quando sei giù. Non lo so, mi ispiri Mila. Sei una brava ragazza. Non sembri disperata. Non urli. Non ti disperi per la morte, sembri averlo accettato e questo è un pò triste" disse sinceramenre.
"Mila?" ignorò il resto del discorso.
"Mila" confermò e la cubana sorrise.
"Allora se io sono il Sole tu sei la Luna" disse Camila "Sei misteriosa" giustificò la sua scelta "E poi sono sicura che nel buio brilli ancora di più" continuò "Vero?" non ricevette risposta "Chi sei nel buio, Michelle?" domandò, portando la sua fragile mano sul viso di Lauren.
"Una persona orribile" si lasciò scappare e Camila fece una lieve risata.
"Con quel faccino non puoi essere terribile. Mi hai salvato la vita"
E te l'ho quasi mandata via, pensò Lauren.
"Posso passare il mio addio con te?" domandò, facendo svegliare Lauren dal trance in cui si insultava mentalmente per essere così cattiva e orribile.
"Perché dici la parola addio?"
"Michelle, te l'ho detto" rise "Non resisterò in quella stanza, io lo so. Credo che mi suiciderò ben presto perché sono stanca. Posso passare questo giorno in tranquillità con te?" domandò di nuovo e senza rendersene conto accarezzò il labbro inferiore di Lauren, che tremò sotto il suo contatto.
"Camila..." provò a dire Lauren ma Camila si sedette sul lettino ricevendo uno sguardo di preoccupazione dalla ragazza di fronte a sè ma Camila per tranquillizzarla alzò la mano in segno che stesse bene.
"Michelle" iniziò Camila "Io lo so che non uscirò da qui" lo disse con così tanta tristezza e realtà che fece sentire Lauren ancora più male "Quindi, per favore, puoi restare con me, oggi?" domandò.
"Perché con me?" domandò.
"Perché... sei l'unica persona che può rendermi felice nel mio ultimo giorno di vita" disse Camila, sinceramente.
Lauren sospirò e sorrise debolmente.
"Va bene, ti renderò felice in questo ultimo giorno di vita" Camila sorrise sognante e felice, come se fosse Natale, ma in realtà sappiamo che non era così "Però promettimi che cercherai di resistere" disse Lauren sentendo le lacrime agli occhi ma non lasciandole cadere, e Camila ci pensò qualche secondo.
"Ci proverò ma non prometto nulla"
Lauren sospirò e Camila portò una sua mano sulla guancia della ragazza dagli occhi verdi.
Lauren socchiuse gli occhi per paura di dover piangere. Aveva spezzato la vita di una ragazza innocente e di buon animo.
Camila in quel momento si inclinò e fece scontrare le loro labbra in un bacio a stampo allontanandosi poi sorridendo.
Nessuna delle due aveva bisogno di spiegare l'atto, l'avevano semplicemente fatto.
Lauren a quel contatto sentì il cuore accellerarle e il petto esplodere dalla felicità e lo stesso sentì Camila.
"Grazie" sussurrò Camila, sistemandosi sul suo posto "Mi ricorderò di questo" Lauren fece uno sguardo confuso "Me lo ricorderò prima di morire" spiegò.
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The psychological game ➳ Camren
FanfictionSi diceva che certe persone fossero destinate ad entrare nel famoso "Gioco Psicologico" dove una voce roca ti faceva delle domande dopo averti fatto impazzire tutto il giorno. Si diceva che le persone non riuscissero ad uscire vive da quel gioco pri...