Day 4 (parte 2)

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[ Ascoltare la sesta canzone su Spotify.
Partly Cloudy di Silver Maple ]

Lauren guardò la scena e sospirò.
Le mancava Camila. La bambina che solo lei conosceva. Le mancava la ragazzina che le dava sempre baci e sorrisi. La bambina che ormai era andata via a causa dell'entrata all'interno di quell'inferno.
Fece le registrazioni e preparò le basi musicali. Poi scrisse una lettera.
"Questo è per te" sospirò Lauren "Jhonson" chiamò l'uomo e lui si avvicinò titubante, informato già su ciò che avesse dovuto fare.
"Sì, signora?" il ragazzo sperò che non stesse dicendo davvero quello che la sua mente pensava, ma purtroppo fu così.
"Sai cosa fare. Hai preparato la stanza?" domandò e il ragazzo annuì lentamente.
"Ne è sicura, signora?"
"Ne sono sicura" la donna si alzò "Dovrai solo cliccare questo bottone" disse la donna e Jhonson annuì "Dovrai darle anche questa prima della morte" lui annuì di nuovo "Devo ammanettarla?" domandò e lei annuì.
Lauren fu portata nella stanza numero sessantasei, che casualmente fu di fronte a quella di Camila. Questo non lo aveva previsto, ma non le importava ormai.
Le persone guardavano stupiti la scena attraverso la finestrella appannata sulla porta, tra queste anche Camila che pianse e guardò il suo viso non capendo cosa stesse esattamente succedendo. Lauren le sorrise debolmente e poi guardó dritta a sè, sedendosi poi su un angolo della stanza aspettando impazientemente la voce.
"Bene, Lauren, o Michelle?" la familiare voce echeggiò nella stanza e rabbrividì al solo pensiero di come si fosse sentita Camila "Vorrei farti sentire le registrazioni ma non ne ho per te. Avrei tante cose da elencarti" il suono triste e cupo echeggiò nella stanza "Ti è piaciuto, vero? Vedere le persone morire. Ti è piaciuto vendicarti? Ti sei sempre sentita l'eroina di tutto, ma cosa hai fatto esattamente? Hai solo provocato urla disperati, pianti e suicidi. Hai provocato solo morte e disperazione. Sono sicura che tua madre non sia poi così tanto felice di te, vero? Eppure hai preferito farti trasfortare dalla pazzia, hai preferito credere che la morte di tuo padre che aveva ucciso tua madre avrebbe in qualche modo riempito il tuo vuoto, ma cosa hai combinato? Una catastrofe. L'unica ragione per cui hai vissuto fino ad adesso qual'è stata esattamente?"
Lauren vide Camila uscire dalla sua stanza, grazie alle manette. Ora era libera. Lei era libera.
"Hai ferito. Hai distrutto vite. Hai spezzato il tuo cuore e quello delle persone a cui tenevi. Hai distrutto il cuore di Chris quando non avevi più tempo per lui e per Taylor dopo la creazione della tua organizzazione. Hai distrutto Camila. Oh, aspetta, Camila. La bambina che ti dedicava canzoni. La bambina più pura e adesso, la donna più onesta e sensibile. Hai distrutto la sua innocenza solo perché eri accecata dalla voglia di voler combattere il male uccidendo il male. L'hai rinchiusa, Michelle. L'hai rinchiusa in una stanza, lasciandola marcire e mettendole sostanze nocive per la sua psiche all'interno del suo bicchiere d'acqua. Non l'hai liberata. Non la volevi liberare, o forse adesso lo stai facendo? Perché proprio adesso che l'hai distrutta? Le hai lasciato qualcosa che non riuscirà mai più a ricomporre. Hai distrutto la sua fiducia. Si era innamorata della dolce infermiera. La volevi far marcire in quella cella perché avevi paura che se fosse andata via avrebbe detto tutto a tutti. Oh, come ti sei sentita quella mattina del quarto giorno? Quella mattina in cui scopristi che Camila Cabello fosse quell'innocente ragazzina con cui giocavi da bambina. Come ti sei sentita?"
Ascoltò tutto senza piangere mentre vide Camila cercare di liberarsi dalla loro presa.
Lauren si alzò dal pavimento e si avvicinò alla finestrella.
Camila urlava, forse il suo nome. Era arrabbiata. Piangeva. Era triste. Lauren non riusciva a capire cosa dicesse ma sperò che fossero cose orribili perché lei era orribile e crudele. Invece, Camila stava urlando per avere spiegazioni, stava urlando che l'amava ma Lauren non sentì quella frase - Ti amo - non la sentì. Peccato, perché quella frase forse avrebbe cambiato il futuro delle cose, un futuro che Lauren aveva deciso di eliminare. Un futuro con Camila non sarebbe mai esistito.
"Vuoi sentire le urla e i pianti di chi hai ucciso?" echeggiò la voce mentre Camila venne portata via.
Camila continuava ad urlare che l'amava. Forse lo urlò perché aveva capito che Lauren forse all'interno di quella cella a causa delle sue parole spregevoli che aveva detto in cella, ma in realtà quelle parole erano state solo una piccola spinta per fare quello che in realtà aveva deciso di fare quella mattina.
Si sentirono le urla e i pianti di alcune persone all'interno delle celle.
"Non sei un'eroina" la sua voce echeggiò nella stanza "Michelle, non sei un'eroina. Non sono un'eroina"
La sua registrazione si fermò tra i pianti mentre le voci disperate continuarono a rimbombare nella stanza.
La sua registrazione, quella l'aveva fatta lei per spiegare tutto l'odio verso sè stessa.
Si avvicinò al cassetto cibo nel momento in cui vide un uomo incappucciato darle un barattolo pieno di pillole. Voleva morire come sarebbe morta quel giorno Camila se non l'avesse salvata, ma stavolta fu diverso.
Lauren non venne salvata.

The psychological game ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora