Capitolo due

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BRENTON

Alzarsi la mattina non sarebbe stato peggiore di tutto il resto. Pensare che c'erano chilometri a separarci non mi avrebbe aiutato per niente, neanche l'idea che fossi stato io a rovinare il nostro rapporto.
Ero sempre sul punto di fregarmene del resto e prendere uno di quegli autobus economici per raggiungerti in una metropoli che ti aveva sempre affascinata.
Sapevo che in cuor tuo lo volevi veramente e, pur di renderti felice, avrei fatto qualsiasi cosa... a costo di guardare la mia immagine riflessa e sentirmi ripetere nella testa che non c'era rimedio, che il danno era fatto.
Nemmeno camminare lungo Northgate Street, per raggiungere il Back Alley Music, era più come prima.
In attesa che le strade si animassero e il profumo dei pancakes appena preparati ci inebriasse, mi accompagnavi al negozio di vinili e musica dove lavoravo. Era il tuo sorriso a cambiare le giornate grigie e nuvolose, a Chester, eri tu a far spuntare il sole, eri tu a migliorare tutto ciò che c'era di monotono attorno a me. Ti stringevo la mano, legavo le mie dita alle tue magre e affusolate, talvolta fredde. Ti ostinavi a non mettere i guanti, quando serviva, perché preferivi il calore del mio palmo che ci sarebbe stato sempre per te.
Camminavo annoiato e già stanco ancor prima di iniziare. Fingevo che tutto fosse ricominciato a girare nel senso giusto, ma niente aveva senso. Gli occhi bassi sui miei Martens, i sospiri lunghi, e lo sguardo costantemente pensieroso. Avevo bisogno di te, Jane, ma non potevo permettermi anche solo di pensarlo. Ti avevo lasciata andare troppo bruscamente, ma ero convinto fosse l'unico modo per allontanarmi da una donna come te che l'amore me l'aveva fatto vivere oltre i limiti del possibile.
Eri dentro di me, c'eri proprio nella mia testa, e ti ostinavi a non andartene. Imperterrita.
Cos'è che non andava in me? Cosa continuavo a sbagliare?
Non riuscivo ad andare avanti nonostante ci provassi, tentassi fino alla nausea. La verità è che forse non sarei mai riuscito a scordarmi di una come te; non era proprio possibile. Più che improbabile.
Quel giorno, come di routine, aprii la saracinesca e lasciai che fossero il fresco vento autunnale e il silenzio a predominare mentre aprivo il negozio nella più totale solitudine.
Il bacio non me l'avevi dato questa volta, Jane. Non mi avevi augurato buona giornata per poi sperare che la fine del turno arrivasse il prima possibile per venire da te, o che fossi tu a raggiungermi in negozio. Mi sorprendevi sempre, Jane. Non c'era giorno che mi chiedessi perché io, perché fra tanti ragazzi la fortuna l'aveva avuta proprio uno come Brenton Keller che di cose giuste non l'aveva mai viste.
Noi eravamo tipo un miscuglio di giusto e totalmente sbagliato. Jane era perfetta e il ragazzo che le stava affianco aveva solamente un padre mezzo alcolizzato al quale badare e una madre che lo aveva abbandonato. Lei era esattamente la ragazza della quale non si sarebbe mai innamorato, dalla quale sarebbe stato alla larga. Ma non in quel pomeriggio piovoso dove il Back Alley Music poteva essere un buon riparo dall'acquazzone.

🌻

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