1.

48 6 0
                                    

1.

-Hai mai...pensato di portarti a letto un tuo professore- dice Camilla prima di bere il suo bicchiere e pure il mio.

Non è l'unica però che è costretta a bere. Anche Federica, Rebecca e Diego svuotano la vodka, sbattendo poi il bicchierino sul tavolo con forza. Io guardo tutti loro e scoppio a ridere. La bottiglia è ormai quasi vuota e la testa inizia a girarmi e a dolermi, nonostante non abbia quasi bevuto.

Sta tornando il terzo turno di Valeria per proporre un "Hai mai" quando finisce la bottiglia.

Guarda attentamente me e poi parla. -Hai mai ballato sensualmente con uno sconosciuto...- biascica. Lei è quella che tra tutti ha bevuto di più. Non ha saltato un turno ed è veramente in pessime condizioni. -il giorno prima di sposarti- conclude dopo essersi ripresa da una risata senza senso.

Nessuno tocca il bicchiere, e tutti si voltano nella mia direzione.

-Non vale...questo lo può fare solo Emma- si lamenta Camilla.

-Non posso farlo, ragazze. Io non...-.

-È il gioco. Il gioco comanda- mi interrompe Federica.

-Dove lo trovo lo sconosciuto? - cerco di prendere tempo, nel tentativo di dissuaderle.

-C'è il locale pieno. Inoltre, hai un bellissimo sconosciuto proprio davanti a me- afferma Fede, indicando il giovane che si è aggiunto al gruppo.

-Va bene allora. Diego, alzati- ordino in tono che non ammette repliche. Lui fa come gli viene chiesto e si avvicina a me.

Ci aspetta un ballo, così me lo trascino in pista, tirandolo per l'orlo della camicia. Lui mi guarda, poi mi sorride e cammina senza più il mio aiuto.

La musica è ad un volume veramente troppo alto e non capisco come la gente abituale non faccia a diventare sorda. O forse sono io che, non avendo più frequentato locali, non ho più l'orecchio abituato. Cerco di controllare l'istinto di tapparmi le orecchie con le mani e mi avvicino all'uomo che ho di fronte. Lui è lì, impassibile che aspetta che io inizi a muovermi.

Certi balli all'età di 27 anni dovrebbero essere vietati, soprattutto se non si è completamente sobri. Sono quei balli che ti fanno perdere tutta la (poca) dignità che rimane. Mi muovo ondeggiando il mio corpo, in un continuo avvicinarmi e allontanarmi da Diego. Mi volto lasciando che la mia schiena tocchi il suo petto, mentre con le mani alzate traccio il profilo dell'uomo. Lui mi afferra per i fianchi e mi tira a sé. Muovo il bacino come nel corso degli anni ho visto muovere nei film americani, immaginandomi una delle protagoniste. La sua presa si fa più salda, e con la forza necessaria mi fa voltare. I petti si scontrano, e io cerco il suo sguardo. Gli arrivo poco sopra le spalle, e sento il suo cuore battere a mille. Quando i nostri occhi si incontrano lui mi sorride e mi stringe a sé. Ansimiamo entrambi. Cerco di provocarlo solleticandogli la schiena, muovendomi


sempre più in alto la direzione del corpo. Le labbra arrivano quasi a sfiorarsi quando la canzone finisce.

Mi interrompo di colpo e mi allontano da lui.

-Che caldo...- sussurro imbarazzata.

-Io...vado a prendere una boccata d'aria- esclamo, per poi incamminarmi velocemente verso l'uscita del locale.

Cosa mi è saltato in mente? Mi rimprovero mentre spintono gente a caso che intralcia il mio cammino, rischiando di rovesciarmi sul vestito il cocktail di un ragazzo. Maledico le mie amiche per avermi spinto a fare quello stupido gioco, per poi ripiegare la colpa su me stessa per essermi lasciata trascinare. Il volto deluso di Marco mi compare davanti agli occhi, incrementando il senso di colpa.

L'aria fresca mi riempie le narici, mentre più la musica del locale si affievolisce, più il rumore delle onde del mare che si infrangono sulla spiaggia di fanno sentire.

Amo la mia città- Rimini- nonostante in estate sia gremita di turisti chiassosi e alle volte cafoni.

Un colpetto leggero sulla spalla mi fa sussultare dallo spavento. Mi giro e mi ritrovo la figura alta e muscolosa di Diego.

-Cosa ci fai qui? - gli domando, squadrandolo da cima a fondo.

-Cercavo te- è la sua laconica e pacata risposta.

-Non ballo più se è quello che...-.

-Non sono qua per questo- mi interrompe lui. -Ritengo pericoloso andare in giro la notte. Soprattutto se sei una ragazza ubriaca-.

Incrocia le braccia al petto in attesa di una risposta.

Sembra il discorso che mi faceva mi madre all'età di 16 anni.

-Non sono ubriaca. E poi non ho voglia di rientrare subito. Quindi dovrai fartene una ragione- gli rispondo, mettendo in chiaro ciò che voglio fare. Non è mio padre e non può dirmi cosa fare.

- E le tue amiche? Non pensi si spaventeranno se non ti vedono più tornare da loro? - cerca di persuadermi.

-Loro sì che hanno bevuto. Continueranno anche a farlo. Non si accorgeranno se andassi via- tento di zittirlo una buona volta.

-Rimane il fatto che non puoi andare in giro da sola-. È irremovibile. Ma cosa vuole da me?

-Ho 27 anni... non sono più una bambina- esclamo acida.

-Se vuoi andare via, io vengo con te- afferma.

-E se non volessi? - domando.

-Verrei lo stesso-.


Scuoto la testa e mi incammino verso la spiaggia con la mia nuova guardia del corpo.

Sognavo il vestito biancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora