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La sveglia suona incessantemente ricordandomi che mi devo svegliare, oggi è un giorno importante. È il momento che aspetto da quando ho 6 anni, il giorno della mia partenza per la UCLA, il college dei miei sogni. Apro gli occhi   piena di adrenalina per la nuova esperienza che mi aspetta e mi stiracchio un po . Mi alzo velocemente e mi dirigo verso il bagno per una doccia calda, successivamente mi vesto con dei blue jeans, una magliettina rosa e un cardigan bianco, mi trucco un po e chiudo per bene le valigie. Trucchi,assorbenti, phon... dovrei aver preso tutto.. penso mentre scendo le scale. Appena arrivata in cucina vengo stritolata dai miei genitori e da mia sorella Lola, siamo una famiglia molto unita. Guardo il tavolo pieno di delizie e rivolgo un sorriso riconoscente a mia madre, è la migliore in tutto. La guardo nei suoi occhi verdi così simili ai miei e non posso fare a meno di pensare a quanto ci somigliamo. Stessi capelli biondi e stesse guanciotte rosa. Già, le donne della famiglia Stewart sono caratterizzate da queste, a mio parere ridicole, guance sempre e costantemente rosa, credo che sia a causa della nostra carnagione chiara. Sposto lo sguardo da mia madre a mia sorella, che è una piccola me tranne per i capelli castani presi da mio padre. Piccola e vivace, ha solo 5 anni ma ne dimostra molto di più, è così bella che sembra una bambola. Infine c'è mio padre, un uomo sui 45 anni con gli occhi azzurri e la pelle chiara per niente toccata dalle rughe. Sembra ancora un ragazzino. Dopo aver finito la colazione li saluto per l'ultima volta con le lacrime agli occhi e salgo sul taxi che mi aspetta fuori dalla mia casa natale, dove vi sono racchiusi momenti felici e tristi.

Dopo venti minuti arriviamo all'aereoporto, mi metto in fila per il check in e decido di chiamare Sally, la mia migliore amica che è già a San Francisco da un po. È già al secondo anno. Le dico che sto per salire sull'aereo e dopo tutte le sue raccomandazioni varie chiudo la telefonata perchè è arrivato il mio turno,ripongo il cellulare nella borsa ed esco i vari documenti. Una volta finita la pratica mi dirigo verso una grande sala in attesa del volo per la mia città dei sogni. Ho finito il liceo con il massimo dei voti ed ho deciso di frequentare un università molto distante da casa mia a causa di alcuni problemi che mi hanno segnata davvero molto . Trasferirsi dal Canada agli Stati Uniti è costato veramente tanto, ma la mia famiglia è formata da ricchi imprenditori, e diciamo che i soldi non sono un problema. I miei pensieri vengono interrotti da una voce femminile che mi avvisa della partenza del mio aereo. Mi dirigo in fretta verso la fila di persone che attendono di salire per prendere posto sull'aereo, e una volta arrivato il mio turno entro dentro. Percorro il piccolo corridoio in cerca del mio posto e, una volta trovato mi ci siedo. Metto le cuffie alle orecchie e rivolgo lo sguardo fuori dal finestrino dicendo addio alla mia vecchia vita e dando il benvenuto a una nuova esperienza. Dopo 10 minuti l'aereo decolla, chiudo gli occhi spinta da un'improvvisa stanchezza e cado quasi subito in un sonno ristoratore.

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Apro gli occhi lentamente non appena sento una voce annunciare il nostro arrivo a San Francisco. Guardo fuori dal finestrino emozionata ed inizio a sistemare le mie cose per scendere. Appena fuori dall'aereo vengo avvolta da un'ondata d'aria calda che mi fa sentire subito a casa. Una volta prese le valigie cammino a passo veloce verso l'uscita dell'aereoporto dove ci sarà la mia amica ad aspettarmi. Mentre cammino per il parcheggio scorgo la figura slanciata della mia Sally corrermi incontro. Io al contrario suo, la raggiungo camminando a fatica a causa del peso delle valigie, ma vengo subito soccorsa da un ragazzo molto carino che si presenta con il nome di Bryan. Il nome mi ricorda qualcosa... ah giusto! È il ragazzo di Sally.
Dopo i saluti iniziali entriamo in macchina chiacchierando un po sul volo e sul tempo ad Ottawa e  scopro che questo Bryan oltre ad essere carino, è anche gentile!! Mi mostrano la città facendo il giro largo, ed è tutto proprio come mi aspettavo, fantastico. Sono le 6 del pomeriggio e c'è ancora una luce tenue, ma le strade e le case sono tutte illuminate. Passiamo per il lungomare e mi accorgo che nonostante sia il primo di settembre, sembra ancora piena estate. Ragazzi e ragazze in bikini che corrono e ridono. Un sogno. Dopo altri venti minuti arriviamo di fronte ad un edificio enorme, sembra quasi un castello, contornato da diversi giardini. Di fronte l'entrata vi è uno spiazzo con una fontana bianca e uno stemma gigante con su scritto UCLA. Entro seguita da Sally  che mi indica la strada per l'ufficio informazioni e da Bryan che mi porta le valigie, gli ho ribadito più volte che avrei potuto aiutarlo ma è irremovibile. Arrivati di fronte l'ufficio loro rimangono fuori ed io entro. Vengo ricevuta da una signora di mezza età sorridente che mi da subito la chiave della stanza 213 e l'orario delle lezioni che inizieranno tra una settimana. La ringrazio ed esco.

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