Capitolo 10

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3 giorni dopo...

Marinette P.O.V.

Suona la sveglia, Ma
non ho alcuna voglia di alzarmi in questo momento. Infatti rimango con la faccia schiacciata nel morbido cuscino.

Dopo circa 10 minuti, decido finalmente di alzarmi dal mio bellissimo e unico fidanzato di nome Letto e dal mio migliore amico, che non potrei mai cambiarlo con nessuno, di nome Cuscino.

Mi dirigo verso il bagno e mi faccio la doccia.

Inizio a cantare sotto la doccia e canto così forte che si sente fino alla pasticceria.

Infondo sono le 6:30 del mattino e si sente tutto charo chiaro. Si sente persino il battere dei piedi sul grande asfalto.

Sento i passi di una persona salire le scale e suppongo sia mia madre per dirmi mi smettere di cantare, ma nel frattempo ne approfitto per chiederle un favore.

<<Mamma mi prendi l'intimo nel comodino e i vestiti che mi sono preparata sul letto?>> Sento il comodino aprirsi e scavare al suo interno.

Dopo 10 secondi, bussa alla porta e mi passa il tutto.

<<Grazie>> Dico dolcemente, ma non sento alcuna risposta da parte sua, il che è strano e poi non mi ha neanche detto di finire di cantare per non dare fastidio.

Di colpo guardo l'intimo...è il completino in pizzo nero e rosso che Alya mi costrinse a comprare. Il mio sguardo sorpreso, di colpo si incuriosì.

Non avevo scelta, indosso quell'intimo che aveva ancora il cartellino vicino, mi vesto e poi esco, trovandomi d'avanti l'ultima persona che avrei voluto vedere in questo momento.

Faccio un salto dalla paura, gridando il suo nome.

<<ADRIAN!Oh mio Dio...Mi ha fatta prendere un colpo!>> Metto la mano sul cuore, cercando di reprimere il battito accelerato.

<<Ciao...>>Dice semplicemente, ancora seduto sulla sedia da scrivania.

<<Che ci fai qui? Se posso chiedere>> Abbasso lo sguardo, ma lui si avvicina a me e mi alza il capo.

<<Avevo sentito ua persona cantare da dentro la pasticceria e i tuoi genitori mi hanno detto che sei tu quella che cantava pochi minuti fa. Allora ho chiesto se potevo venirti a "trovare" visto che è anche il mio primo giorno di scuola. Mi devi far fare il giro della scuola>> Si avvicina al mio orecchio e di colpo rabbrividisco.

<<Se non ti dispiace...mocciosetta.>> Si allontana da me ed io sorrido.

<<Che bel soprannome! Mocciosetta! Quanto vorrei tornare a tanto tempo fa! Comunque, certo, ti farò fare il giro della scuola e, benvenuto a Parigi, Adrian Agreste>> Sorrido dolcemente, per nascondere il dolore che mi porto dentro.

<<Su su...Non perdiamoci in chiacchiere e vai a fare quello che devi, così andiamo a scuola>> Esce dalla camera, scendendo dalle scale e richiudendo la botola.

Finalmente posso! Finalmente posso liberarmi da tutto il dolore che mi opprime.

Piango, piango e piango, ripensando ai miei nonni, a tutte le persone che mi hanno presa in giro tutti i secondi della mia vita, contando anche l'ultimo della lista: Adrian Agreste.

Finisco di prepararmi con le lacrime agli occhi, per poi farle scomparire dopo essermi lavata la faccia.

Esco dalla camera dopo essermi truccata con un po' di mascara e del rossetto rosa carne Matt.

Adrian è in giro per il salotto vedendo delle foto e ridendo ad una mia foto con gli occhi strabici, senza il pannolino, poichè l'avevo in mano.

<<Ero carina? Almeno da piccola?>> Sorrido mentre scendo gli ultimi scalini.

<<Giá...un sacco>> Sorride anche lui, voltandosi verso di me, ma poi si accorge di cosa ha detto e ritorna serio. Rimango con la bocca aperta poichè sono rimasta sorpresa dalle sue parole, ma poi sorrido, veramente questa volta.

"Non mi sarei mai aspettata un complimento da lui! È stato tipo un...MIRACOLO!"

<<Vogliamo a dare?>>Dico gentilmente e Adrian, con sguardo duro, annuisce.

Usciamo di casa e poi ci dirigiamo alla pasticceria.

Prendiamo 2 croissant alla Nutella, ringraziamo i miei, lui prende il suo zaino e poi ci dirigiamo verso scuola.

Inizia a prendermi in giro, cercando in tutti i modi di farmi arrabbiare, ma senza alcun risultato.

"Io sono la ragazza più pacata di questo mondo e non riuscirá a farmi arrabbiare. Ammeno che non tocca un tasto troppo dolente."

<<Mocciosetta...perchè Non ti arrabbi?>> Dice gesticolando, per poi fermarmi.

<<Non ne ho motivo. Le parole sono parole e i gesti sono gesti. Non mi fanno né caldo né freddo, anzi mi fanno sorridere. Li ho giá sentiti un miliardo di volte, però mocciosetta mi mancava nella lista, me lo dovrò appuntare>> Sorrido, per poi cercare di scansarmi da lui, ma mi prende per i fianchi e fa combaciare i nostri sguardi.

<<Mari...perchè sei...come dire...così?>> Il suo sguardo si può vedere lontano un miglio che ha un espressione dura, ma solo per nascondere che è curioso e che vuole sapere.

<<Due persone molto importanti nella mia vita, mi hanno insegnato che il nostro punto di forza è il sorriso. Sorridi e la vita ti sorride. Piangi e la vita piange insieme a te. Arrabbiati e la vita sará arrabbiata CON te. Io ho deciso la prima e mi sta più che bene.>> Sorrido ancora una volta, ma dentro di me vorrei morire.

"Per favore togliti Adrian Agreste! Togliti! Il vaso sta per traboccare e la goccia fatale è sull'orlo di cadere, quindi spostati!"

Di colpo...succede quello che non mi sarei mai aspettata.

Mi abbraccia.

Sono uno scricciolo in mezzo a due grandi e forti braccia. Quasi mi ci perdo in quell'abbraccio sincero, venuto dal cuore.

Chiudo gli occhi per godermi l'abbraccio, facendo cadere alcune lacrime.

"La goccia è caduta ed il vaso che tanto sperava di resistere al suo contatto, ha fallito del tutto, ma in cambio ha ricevuto qualcosa di grande, che ha potuto rimettere a posto i cocci sparsi un po dappertutto."

<<Sicuri che...questo sia Adrian Agreste?>> Dico ridendo, tirando su col naso. Lui ridacchia, per poi staccarsi da me.

<<Sappi che ritorneranno le prese in giro e non sai cosa ti spetta come scherzi, questo è stato solo...un momento di debolezza>> Abbassa la testa tristemente, ma poi subito si precipita ad alzarla. Annuisco e sorrido.

Finalmente ci dirigiamo verso scuola, facendo il nostro ingresso al suo interno.

Visto che è ancora presto, faccio fare il giro completo ad Adrian di tutta la scuola.

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Mi hai cambiato la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora