Capitolo 14

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Marinette P.O.V.

Mi dirigo da sola verso casa, pensando alla giornata di oggi.

"Oggi Adrian non è stato scortese come altre volte, anzi è stato davvero gentile, apparte l'episodio a scuola del cambio di posto, però vabbé è andata bene." Arrivo a casa salendo le scale e aprendo la porta con la chiave doppia che mi hanno dato i miei genitori: visto che a quest'ora stanno in pasticceria. Poso la borsa a terra e lo svuoto. Metto in lavatrice le cose sporche, digito il programma e avvio. Riprendo il borsone e poi vado in camera mia. Salgo la scala e poi apro la botola ritrovandomi a fissare la mia camera in ordine...troppo in ordine.

"Mia madre ha fatto qualcosa ed io non mi fido." Salgo dalla botola e mi dirigo al centro della stanza. Chiudo gli occhi in due fessure, mi giro da tutte le parti per cercare qualche indizio, infatti trovo un bigliettino attaccato sul bordo del computer. Il bigliettino dice...

-Tesoro siamo partiti 20 minuti prima che tu uscissi dalla scuola di danza. Siamo dovuti partire per un concorso in tutta Europa. Non ti abbiamo avvisata perché lo abbiamo scoperto proprio quando dovevamo partire. È arrivata una troupe televisiva e ci hanno intervistati. HANNO DETTO CHE SIAMO UNA DELLE PASTICCERIE MIGLIORI AL MONDO! Saremo via per un mese e mezzo circa. GUARDACI IN TELEVISIONE!

Ti voglio bene, mamma-

Guardo perplessa il foglietto, ma poi mi tranquillizzo, pensando che sia tutto normale dopo tutto...però non era mai capitato più di una o due settimane.

"Ma...Non era mai capitato per così lungo tempo! Come faccio a gestire tutto per un mese e mezzo?! Mi serve aiuto e anche al più presto, perché se loro non ci sono, vuol dire che il negozio ora è incustodito e sarà chiuso e i clienti staranno aspettando e O MIO DIO SONO IN PANICO!" Mollo tutto e scendo velocemente le scale. Metto il grembiule e poi apro la porta della pasticceria. Non c'è nessuno. Noto che da fuori si vede un foglio. Chiudo la porta e solo dopo mi rendo conto che c'è un foglio. Lo stacco e poi guardo cosa c'è scritto. Sospiro e lo rimetto dov'era. In pratica c'è scritto di passare solo nelle ore in cui ci sono io a lavoro, quindi la mattina e la sera è chiuso, ma è aperto solo il pomeriggio verso le 16:00.

"Quindi ora siamo chiusi." Chiudo di nuovo a chiave la porta e poi vado in camera mia. Mi stendo sulla chaise longue a pensare sempre di più a tutto quello che è successo da quando Adrian ha fatto ingresso nella mia vita.

"È stato come un fulmine e ciel sereno. Come dire? È stata una botta inaspettata. Prima si vanta con me che mi piace come modello, poi fa lo stronzo, poi fa quello gentile, poi quello riluttante alla mia presenza, me lo ritrovo in camera mia senza che io lo sappia e mi passa come intimo una mutanda quasi tanga e un reggiseno di pizzo, proprio quello che Alya mi costrinse a comprare perchè dovevo fare un "cambio di look", che poi chi mi deve vedere l'intimo?" Sbuffo per la millesima volta, ma vengo distratta dal campanello del negozio.

"È mai possibile che i clienti non sappiano leggere l'avviso che c'è sul foglio?" Vado velocemente in negozio con le chiave nel palmo della mano, pronta a liquidare chiunque sia. Appena apro la porta mi si presenta davanti a me un Adrian tutto affannato, appoggiato sulle proprie ginocchia per cercare di prendere fiato. <<Ma che ci fai qui? Credevo fossi andato a casa.>> Lo guardo confusa ma allo stesso tempo curiosa. Lo faccio entrare e lui la prima cosa che fa è sedersi al tavolino. <<Marinette.>> Mi richiama. Subito mi preoccupo.

"C'è da preoccuparsi quando mi chiama col mio nome." Mi siedo di fronte a lui super preoccupata. <<Dimmi.>> Dico subito. <<Avrei bisogno di poter restare qui.>> Mi acciglio, guardandolo dalla testa ai piedi, cercando di capire se sta facendo veramente o se sta facendo finta. <<Mari...mi serve. Ti...ti aiuterò a lavorare! Ti aiuterò a mettere a posto casa! Ti aiuterò a fare qualunque cosa ci sia da fare! Ma fammi restare qui per almeno un po' di tempo. Se ci sono problemi con i tuoi posso risolvere subito. Dove sono?>> Si alza corre verso la cucina dove facciamo i dolci o anche il pane. <<Signora Chang! Signor Dupain!>> Li richiama a squarciagola. Non riesco più a trattenermi e scoppio a ridere. <<Si vede che non hai letto il foglio attaccato alla porta. Dice ESPLICITAMENTE che non ci saranno per un mese e mezzo e che quindi i turni di apertura e chiusura cambieranno.>> Si risiede di nuovo di fronte a me. <<Allora posso?>> Quasi mi supplica. I suoi occhi verde smeraldo fanno contrasto con i miei azzurro oceano che mi gridano di aiutarlo, ma aiutarlo per cosa?

Mi hai cambiato la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora