CAPITOLO 11

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9. Vai a vedere un film al drive-in

Mi guardo allo specchio. I riccioli castani stanno iniziando a riaprirsi, nascondendo la piega liscia fatta ieri. Passo un velo di rossetto sulle labbra e del mascara, che mette in risalto i miei occhi verdi.
Ho indossato un vestito: mi arriva appena sopra le ginocchia e penso sia adatto all'occasione visto che non è esageratamente elegante ma neanche sportivo. È rosso, il mio colore preferito.
Sto per andare al drive-in con Charlie. Ne ho sentito molto parlare ma non ci sono mai stata quindi non vedo l'ora di arrivare. Mi passa a prendere alle 9 e mezza perciò devo sbrigarmi. Mi infilo le scarpe, afferro il cardigan nero dell'armadio, metto un pacco di fazzoletti in borsa, prendo il telefono ed esco. Mentre scendo per le scale mi arriva un suo messaggio.
-Sono giù-
Non gli rispondo perché lo vedo. Entro in macchina e lo bacio.
«Tempismo perfetto»
Guida fino ad una larga distesa verde piena di macchine e poi parcheggia.
-Madam- dice aprendomi la portiera.
«Che galantuomo» rispondo prendendogli la mano. «Grazie»
Apriamo il portabagagli dell'auto dove Charlie aveva sistemato dei cuscini, e ci sediamo dentro. In realtà non ricordo neppure il titolo del film e non so se io sia più interessata a guardarlo o a fissare Charlie.
Si allontana un secondo verso il bar e torna con due hamburger super farciti.
Lo ringrazio e agguanto il panino.
Il film inizia. Sullo schermo appare il titolo di un grande classico: Grease. Solito del drive-in.
Mia madre va pazza per questo musical, lo avrà visto minimo 15 volte, ma io non amo guardare film perché preferisco qualcosa di corto, magari a puntate.
Canticchio qualche canzone già sentita inventando il testo e appoggio la testa sulla spalla di Charlie. Pensate se non gli avessi mai chiesto di uscire e fossi rimasta lì, sul muretto, a guardarlo correre per il campo col fiatone. Pensate se non avessimo mai preso il gelato assieme o se non avessimo cantato in piazza. Cosa ne sarebbe adesso di noi? Probabilmente io sarei rimasta a fantasticare nella mia stanza, lui a rifiutare appuntamenti.
I miei pensieri vengono interrotti dalla sua voce:
-Guarda! Questa è la mia scena preferita!-
Torno a guardare lo schermo e provo a seguire il film, lasciando scappare tutti i miei pensieri.
Devo dire che non è malissimo, non l'avrei mai detto.
La serata va avanti tra baci rubati e sorrisini finché non vengono proiettati i titoli di coda. Finiamo di sentire la canzone finale e scendiamo dal portabagagli. Lui mi segue e saliamo in macchina.
«Certo che Sandy è proprio bella» sospiro abbandonando il corpo allo schienale.
-Mai quanto te- risponde girando lievemente la testa verso di me.
Quanto lo amo, forse è arrivato il momento di dirglielo. Sì, stiamo insieme, ma non gliel'ho mai detto esplicitamente.
Le mie riflessioni si frenano quando vedo casa mia spuntare dietro agli alberi.
-Siamo arrivati a destinazione- mi avvisa con voce da robot.
Poi ci guardiamo.
«Grazie» bisbiglio. «È stata una serata magnifica»
Lui lega le sue mani dietro al mio collo e mi abbraccia. Nessun bacio, solo una stretta forte. Le nostre teste si incrociano e sento il suo respiro soffiare sulla mia spalla.
Alzo lo sguardo.
«Charlie, ti amo»
Sono sbalordita dal mio essere ultimamente così impulsiva.
-Anche io ti amo- dice sorridendo.
Scendo dalla macchina e corro davanti al portone della palazzina, poi mi giro e lo saluto muovendo la mano.
Ora sono sola in camera, che è in disordine come lo sono i pensieri nella mia testa. Mi butto sul letto e chiudo gli occhi.

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