Capitolo 45

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< Buongiorno capo > dissero due uomini appostati ai lati di un palo di mattoni, con la scritta “Binario 9 3/4”, con un aria seriosa e rispettosa, rivolgendosi a mio padre. 

< Buongiorno ragazzi, riposo... > disse stringendogli la mano e facendoci segno di andare avanti .

< Abbastanza, tranne un ragazzino che per poco non finiva sotto il treno... > disse uno dei due.

< ... e per fortuna che gli ho lanciato un incantesimo di Appello! > concluse il secondo tutto contento di fare bella figura con il proprio direttore.

< Bravo > disse questo accompagnando la frase con una pacca sulle spalle degli uomini e dirigendosi verso di noi seguito dal “Ci vediamo in ufficio” dei due Auror.

Nel frattempo noi avevamo già caricato le valigie sul treno e preso una cabina dove avevamo appoggiato le nostre cose. 

< Ehi, papa > cominciò Lily, smettendo per un secondo di lamentarsi per il fatto che non poteva andare a Hogwarts e distogliendo l’attenzione dei miei genitori sulle battute che continuava a farmi James sulle cose orripilanti che avrei trovato “sicuramente” una volta arrivato a scuola, < Mi spieghi di nuovo che lavoro fai? Non l’ho ancora capito bene... >.

< Certo... > cominciò inginocchiandosi davanti alla sua bambina, gli chiese dolce. 

< Ma quindi tu sei un servizio di...ehm..quella roba lì? > chiese Lily. 

< No, no...io sono un Auror e lavoro al Servizio di Difesa Superiore...hanno cambiato il nome perché sia gli addetti sia il reparto avevano lo stesso indirizzo e si combinavano un sacco di problemi con le lettere... > concluse girandosi a guardare James che, dopo avermi “torturato” per bene, era corso dietro a Ted, il figli di Remus Lupin e Ninfadora Tonks, morti nella tragica “II Guerra Magica” e che ormai avevamo fatto l’abitudine ad avere in casa. 

< Tutto bene, Albus? > mi chiese dolcemente mia madre, vedendomi diventare lentamente verdognolo.

Mi era venuto in mente tutt’un tratto che da lì a qualche ora, sarei stato smistato, e la sola idea di finire a Serpeverde mi metteva il voltastomaco. 

< Sì, sì...grazie > mentì sorridendo a Ginny e avvicinandomi di soppiatto a Harry, senza però avere il coraggio necessario a chiamarlo. 

Ignaro del fatto che io dovevo parlagli urgentemente, mio padre mi diede le spalle e richiamò James, disse a mia madre di prendere Lily, che aveva ricominciato a piangere disperatamente, chiedendo, o meglio supplicando, di poter venire anche lei con noi a Hogwarts. 

Un suono acutissimo lacerò l’aria e il motore del treno si accese, inducendo Harry a chiedere a James e a Ted, che nel frattempo era venuto da noi e ci aveva salutato, di prendere le ultime cose e di caricale sul mezzo. Solo dopo un minuto, si accorse che io mancavo e si girò per cercarmi: mi vide subito e mi si avvicinò, stranito dal mio comportamento.

< Cosa c’è, Albus? > mi chiese prendendomi sotto braccio, e spingendomi lontano dal rumore che c’era vicino al binario. 

< E’ che...papa e se finisco a Serpeverde? > chiesi liberandomi di un peso.

< Allora Serpeverde avrà acquisito un membro fantastico, no? > disse, ma vedendo che ero ancora preoccupato, continuò: < Senti Al, a noi non importa in che casa finisci, che sia Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde.

L’importante non sono le persone che ci sono in quella casa, ma cosa sei tu e come ti comporti... e non credo proprio che il figlio di Harry Potter diventi un Mago Oscuro, no? > concluse sorridendo.

Mi sentivo molto meglio ora, mi sembrava di avere una preoccupazione in meno, e stavo per dirlo a mio padre, quando si alzò di scatto e venne abbracciato con forza da un uomo alto, robusto e con i capelli rossi: zio Ron. 

HINNY - UN AMORE ETERNO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora