Capitolo 44

399 13 0
                                    

Al! Ti puoi alzare, che è tardi? > gridò mia mamma dal piano terra, per la centesima volta. 

Contro voglia, mi sfilai la coperta e infilai i piedi nelle pantofole, presi la bacchetta, che avevo appoggiato sul comodino la sera prima, dopo averla osservata per ore, ammirandone la sua bellezza: 13 pollici, biancospino, abbastanza flessibile e con il nucleo composto da code di thestral... “Una bacchetta molto potente, a sentir Igor”.

Infatti da quando Olivander era andato in pensione, il suo apprendista si era proposto per il ruolo e si era scoperto che se non era bravo tanto quanto il maestro, lo superava.

< Albus, vieni subito GIU!  > strillò mia madre. 

< Arrivo...un attimo... > bofonchiai, ancora mezzo addormentato; tolsi il pigiama e m’infilai i vestiti Babbani. 

Sistemai la bacchetta nel baule e, dopo aver dato un'ultima occhiata alla stanza per controllare se avevo preso tutto, lo chiusi e lo trascinai fuori. Appena aperta la porta, venni subito colpito da una sciarpa verde e argento: la sciarpa della casa di Serpeverde.

< JAMES! Se ti prendo ti ammazzo!  > urlai con tutta la voce che avevo in corpo.

Si aprì una porta sulla sinistra del lungo corridoio e ne uscì Harry, mio padre, con un’espressione confusa, dicendo: < Cosa gridi? > poi vedendo la sciarpa, assunse un’espressione mista a sollievo e divertimento.

< Vieni qui, dai > disse spingendomi dolcemente dentro lo studio.

< Che c’è, pa’? > chiesi sedendomi sulla poltrona, che usava di solito mio padre per leggere la sera prima di andare a dormire o per finire di compilare le scartoffie del lavoro per il Ministro della Magia da consegnare l’indomani.

< Quante volte te lo dobbiamo ripetere io e la mamma che non c’importa se finisci in una casa che non sia Grifondoro? > chiese fissandomi negli occhi.

< Uhm...ancora una o due > dissi scherzoso. 

Con un ultimo sospiro, mio padre uscì dalla stanza e, prendendo il mio baule scese al piano di sotto, dove mia madre, Ginny, tutta agitata, dava ordini a mia sorella e a mio fratello in continuazione: < Dai muoviti James...Lily, mettiti subito quel giubbotto, non mi fare arrabbiare!...James ho detto: muoviti! >.

< Dai piccola, mettiti il giubbotto...non fare arrabbiare la mamma, e James staccati da quella lettera > disse mio padre rivolto alla mia sorellina, conciliante. 

Mi alzai dalla poltrona e andai in bagno, a prepararmi. 

Dopo soli cinque minuti, mia mamma era riuscita a farmi fare colazione, caricare i bagagli sulla macchina e infilarmi nel camino che, acceso con la metropolvere, mi fece arrivare in pochi secondi alla stazione di King Cross.

HINNY - UN AMORE ETERNO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora