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Di solito sono un bradipo ad alzarmi la mattina, ma questa no. Salto giù dal letto con uno scatto degno di Bolt sotto steroidi e dopo aver rischiato di uccidermi sulle scale, per colpa dell'infame gravità, mi siedo a tavola, vicino a mia sorella, che esordisce, con la sua solita voce squillante e felice. "Ehi t/n! La solita b/p?". E di tutta risposta bofonchio qualcosa che assomiglia vagamente ad un si.

"Buongiorno anche a te sorellina"

"Si, si... buongiorno... ma il fatto che sono sveglia presto di mia volontà non vuol dire che sono già connessa alle funzioni sociali, quali... parlare, od aprire gli occhi. "

Le rispondo, passandomi una mano sugli occhi, per poi incrociare le braccia e sbuffando, e lei saggiamente, preferisce non rispondermi.
Sorridi piano tra te e te, la tua sorellona è un angelo, anche se ti rifiuti di ammetterlo ad alta voce. È una delle poche persone che la mattina non rischiano di morire colpite da una scatola di cereali volante, ed per quello che vivete insieme.
Sì, e forse c'entra un pochino il fatto che i nostri genitori viaggiano attorno al mondo da sempre, per fare diversi servizi per diverse riviste, e che lei per fortuna sia maggiorenne.

Non capisco come hanno fatto a capirsi quando si sono messi insieme... lei è giapponese fino al midollo e lui italiano. Probabilmente è per il tipico fascino italiano, che molto probabilmente ho ereditato. Ci rifletto un attimo. Onestamente non ho mai affrontato questo tema con i miei genitori, e credo che non lo farò mai, dato che sono sempre in giro per il mondo e la mia memoria è pari a quella di uno stupido pesce.

La settimana prossima andrò alla UA, ed è per questo che hai deciso
in un momento di follia che ti saresti svegliata alle sei, e saresti andata a correre ed a allenarti tutti i giorni, per arrivare preparata alla migliore scuola per futuri Heroes del Giappone.

Bevo la mia b/p e torno in camera, indossando un top sportivo c/p e dei pantaloncini neri.

Mi piace mettere in mostra il mio corpo anche se mia madre mi vedesse ora mi darebbe della scostumata, mentre mio padre si limiterebbe a farmi l'occhiolino e dirmi qualcosa di tremendamente imbarazzante, del tipo "T/n, non voglio diventare nonno troppo presto, quindi contieniti" ma con il suo tono scherzoso.

Ridacchio al pensiero mentre indosso le scarpe da corsa e afferro il telefono con gli auricolari. Urlo a Greta, mia sorella, che esco, e prima che possa rispondere o dire qualsiasi cosa, sbatto la porta dietro di me, mettendo su una canzone che mi da la carica e inizio a correre.

Sento l'aria frizzante pungermi la pelle.In effetti sono solo i primi giorni di Aprile, forse fa ancora fresco. Può darsi, da come mi sta guardando male quella solitaria vecchietta che cammina, ma io non soffro il freddo, davvero.

Entro un un parchetto e inizio a costeggiare un ruscello artificiale molto limpido.È molto diverso qui rispetto a Roma, la città italiana per eccellenza, ma mi piace ugualmente. Mi piacciono entrambe le nazioni, ognuna per l'opposto; adoro l'italia perché è sempre attiva, caotica, chiassosa e mi sento a mio agio li. Ma il Giappone ha una sorta luce soffusa e ammaliante che non ti può non far amare questo paese nella sua tranquillità e compostezza.

Smetto di correre e mi fermo in un boschetto nel parco. Voglio allenarmi con il mio quirk, e trovo un laghetto, un po' nascosto dalla vegetazione. "Questo sembra perfetto" mormoro tra me e me, avvicinandomi e sfiorando con la punta delle dita l'acqua fresca. Chiudo gli occhi e sento l'energia concentrarsi sulle punta delle mie dita, con un lieve calore che le avvolge.

Mi ci vuole meno di un secondo per farlo, sebbene il mio quirk sia piuttosto banale, ho saputo imparare a controllarlo alla perfezione, e ora sono in grado di usarlo senza nemmeno pensarci troppo. Muovo rapidamente le dita avanti ed indietro, come a star sfidando qualcuno, invitandolo ad avvicinarsi. Un po' di acqua si solleva, e scatta verso di te fulminea, ed anche ad gli occhi chiusi la sento avvicinarsi, per via del silenzio e della quiete del parco a quell'ora, ed a causa del leggero fruscio tipico dell'acqua quando scorre.

Sollevo una gamba e la porto avanti a me, e l'acqua la avvolge come una seconda pelle e rabbrividisco appena per il piacevole contatto fresco. Le faccio assumere la forma di un serpente e esso sale lentamente, strisciando fino al  collo, dove si arrotola e inizia cambiare forma, diventando sempre più grande mentre altra acqua si avvicina, con le dita che si muovono velocemente per mantenere il controllo.

Mi sto godendo la sensazione dell'acqua contro il collo quando sento una voce. Perdo il controllo e l'acqua torna alla sua forma originale, come se si fosse rotta la leggera pellicola che la conteneva nella sua forma, e ti bagna  il petto. 

katsuki x reader ™Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora