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Vorrei alzarmi e continuare ma non ne sono proprio in grado. Com'è possibile che sia così stanca, mi chiedo. Poi mi rendo conto che mi sono data la zappa sui piedi da sola. Il fatto che non abbia mangiato nulla a colazione, l'orario illegale e la gara con l'oca. E poi si, anche il bacio potrebbe avermi distratta un po'.  Lui era ancora fresco, e sarebbe potuto continuare ancora. È vero in un paio di situazioni l'ho avuto in pugno ma non è stato abbastanza a quanto pare. Ho perso.

Ora dovrò calpestare il mo orgoglio, la mia dignità, la mia ragione di vita, probabilmente diventerò depressa, e la mia vita finirà tra un paio di giorni, quando, dopo aver realizzato che sono la vergogna della mia famiglia e del mondo, mi butterò giù da un palazzo. 

Nah, scherzo. "Ma cosa avevo in testa quando ho accettato?" Borbotto tra me e me. "croccantini per gatti?!". "Ehi baka, in piedi. Voglio sentire quelle parole forte e chiaro." "...Ahavsfskidgebw..." È tutto quello che riesco a bofonchiare. "Umpf... e poi ti atteggi da spaccona indistruttibile."

Un braccio sotto la testa, uno sotto le gambe e vvviiaa.  Mi solleva senza fatica. Prima però prende la felpa e me la fece indossare dicendo. "com'è che quando parliamo sei sempre bagnata?" Sento dei brividi percorrermi, di sicuro non per le sue parole ma perchè mi sto per prendere un bel raffreddore. Chiusi gli occhi e svengo. Sono sempre stata una ragazza di fragile costituzione.  "Buonanotte stupida" Lo sento sussurrare, e onestamente ho avuto pochi "buonanotte" così belli e profondi. 

Quando mi risveglio è ormai pomeriggio inoltrato. Provo a tirarmi su ma il polso è bendato e mugolo dal dolore. Mi guardo intorno. Era una grande camera, molto spaziosa  e... maschile. Indossavo solo una canottiera enorme con lo scollo a V e dei pantaloncini non miei, sotto non avevo nient'altro, ma in quel momento, chissà perché, non me ne preoccupo più di tanto.

I colori predominanti della camera  erano il bianco, il nero ed il rosso, con i mobili in metallo e vetro, mi piaceva, aveva un aria di ordine e pulito. Mi alzo con attenzione, guardandomi attorno. Va bene, bella camera, ma non capivo dove fossi. Appena messo un piede a terra arriva un tornado biondo che mi spinge di nuovo sul letto. Mi lascio spingere all'indietro, fino ad appoggiare la schiena sul materasso, silenziosamente. Si piazza davanti a me e mi osserva. 

"...buongiorno principessa." Esordisce ironico. "Ah oddio, tu saresti il principe? Sembri di più il goblin brutto che fa da spalla al prota-" Mi interrompe stizzito. "E chiudi quella bocca. Eri meglio se svenuta." Borbotta. "in ogni caso, sei in camera mia, razza di c/c maleducata." Allarga con le braccia con un gesto teatrale. "Benvenuta." Mi tiro di scatto seduta. "Ohi ohi che è sta storia?" LO guardo male. "Questo è sequestro di persona." Lui alza gli occhi al cielo. "E la tua è ingratitudine. Insomma avrei potuto lasciarti svenuta sul prato e fottermene no?" Mi guarda e sono costretta a dargli ragione. "Tutto sommato è vero." Commento. 

Fece una pausa "Questa è casa mia, in ogni caso, e da oggi, la tua nuova casa. " Mi vede già pronta a prenderlo a pesci in faccia, all'italiana, ma continua. "Sto scherzando cazzo, fattela una risata ogni tanto." Aggrotto la fronte. Mi ero presa un colpo. Per qualche secondo ho temuto di trovarmi in una di quelle fanfiction scritte dalle bambine di 12 anni come se sapessero già tutto della vita.

Provo allora ad alzarmi ancora, ma me lo impedisce ancora. "Oh posso alzarmi?" sbotto seccata. Per tutta risposta anche lui mi risponde con lo stesso tono. "Prego, fai pure." MI alzo in piedi velocemente e sento la testa girarmi, e torno seduta. Mi guarda con un ghigno sfottente, e quando sposto lo sguardo su di lui, lui alza un sopracciglio.  Mi siedo meglio sul letto, appoggiando la schiena al muro,a spettando di alzarmi con più calma. "Tu sei Katsuki, vero?" chiedo. Lo avevo visto sulla felpa che mi aveva dato. "Bakugo." Mi corregge, sedendosi a cavalcioni su una sedia che prima stava sotto la scrivania. "Katsuki è il nome. Non siamo amici, quindi non chiamarmi per nome." Mi corregge, e io accenna un sorrisetto alzando le mani. "Oh mi scusi." Ovviamente lo chiamerò come mi pare, mica mi ferma con queste parole. 

Lui per tutta risposta alza gli occhi al cielo. "Tu come ti chiami?" Mi chiede, tutto sommato tranquillo. Effettivamente non abbiamo ancora parlato calmi, come due persone civili, e onestamente non vedo situazione migliore di questa. "T/n T/c" accenno un sorriso. Lo vedo ghignare. "Maaammma miiiia" dice, riconoscendo anche lui le origini del mio nome, ma reagendo in modo decisamente diverso di quello di Todoroki. Alzo gli occhi al  cielo con un sorriso divertito. "Si, proprio quello."

Tutto sommato è una compagnia piacevole, penso tra me e me, mentre mi passo la mano sul polso fasciato. 

katsuki x reader ™Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora