Avevo preso tutto? In questo inferno di casa non ci avrei voluto tornare per un po;
Telefono, portafoglio, carica batterie, un paio di cambi, shampoo, spazzolino...
...si, c'era tutto.
...Bip...Bip...Bip...
Guardai il cellulare, mi stavano arrivando un messaggio dopo l'altro:
-Ranocchia:
Scendi che sono giù.
-Ranocchia:
Vale muoviti dai!
-Ranocchia:
Aaaaaaaaaaaaa mi ascolti?!
"Certo che Clara non ha un minimo di pazienza dannazione!" Pensai.
Chiusi la borsa mi misi la giacca e uscii di casa.
Era una fredda giornata di Dicembre ed un'aria gelida mi fece rabbrividire; amavo l'inverno, mi ritrovavo pienamente in quel paesaggio. La poca neve che era caduta ricopriva le cime degli alberi e i camini emettevano un dolce sbuffo di fumo che si disperdeva poco dopo nell'aria, con mio grande rammarico. Sarei rimasta ore a fissare tutto ciò e a perdermi nei miei pensieri, nei miei ricordi.
«Valeeee». Feci un sussulto.
«Vale ci sei? Siamo in ritardo!» mi girai e vidi due occhi scuri che mi fissavano.
«Arrivo!» dissi, incamminandomi verso il cancello di casa mia.
Clara l'avevo conosciuta due anni prima e in poco tempo eravamo diventate inseparabili. Avevamo quattro anni di differenza ma non si notava ne esteriormente ne tanto meno caratterialmente. Aveva lunghi capelli color cioccolato, che gli ricadevano mossi sulle spalle e un naso piccolino che ogni volta toccavo per prenderla in giro. In quel momento indossava un'enorme giaccone e una sciarpa rosso fuoco che le avvolgeva il collo e parte delle spalle. Non era molto più bassa di me e, bene o male, avevamo la stessa corporatura; ne alte purtroppo, ne tanto meno scheletriche.. insomma, avevamo le curve al posto giusto.
Salimmo in macchina. «Ciao Vale!» mi salutó sua mamma, «Ciao Eli!».
Le schioccai un bacio sulla guancia, mentre lei rimetteva in moto la macchina. Aveva lunghissimi capelli rossi che le arrivavano a metà schiena formando, verso la fine, delle morbide onde e un viso con dei tratti dolci e rassicuranti. Mi era piaciuta sin da subito e, altrettanto velocemente, c'eravamo coalizzate contro Clara, che ogni volta reagiva alle nostre battute scioccata: "Siete davvero incredibili voi due" ci ripeteva, e poi scoppiavamo sempre tutte e tre in sonore risate.
Ad un tratto la macchina si fermó. Quel pomeriggio io e Clara dovevamo incontrare Claudio che ci avrebbe presentato alcuni suoi amici.
Appena scesa dalla macchina il freddo fece di nuovo capolino e un brivido mi attraversó il corpo costringendomi a chiudere la giacca sino al collo.
«Ciao ragazze! Fate le brave, mi raccomando!».
Dopo aver salutato, Claudio ci venne incontro; indossava dei jeans attillati e una giacca blu con degli inserti giallo fluo. Non era molto alto ne tanto meno lo stereotipo del bel ragazzo ma era simpatico e gli volevo bene.
Dopo averci salutate, ci indicó con un sorriso malizioso un motorino blu abbastanza messo male;
«Chi sale con me?» ci disse facendoci l'occhiolino.
«Io non salgo su quel coso» dicemmo io e Clara all'unisono.
Ad un certo punto sentimmo un rumore assordante provenire alle nostre spalle: una moto da cross blu e bianca, con in sella un ragazzo, arrivó a non so che velocità, alzando dietro di se terra, sassi e tutto ciò che toccava.
Inchiodó bruscamente e, appena poggiato un piede per terra, alzó la visiera, rivelando due occhi verdi che mi fecero mancare il fiato.
«Chi non sale con me va con lui» disse Claudio indicando quel ragazzo.
Il mio sguardo si giró di scatto, verso quegli occhi che poco prima mi avevano fatto arrossire, notando che i suoi invece non avevano ancora smesso di fissarmi. Un brivido mi percorse nuovamente il corpo ma capii che questa volta non si trattava del freddo.
"Vale cosa ti sta succedendo?" Mi chiesi.
Da molto tempo ormai, non riuscivo più a non guardare un ragazzo senza paragonarlo al mio ex, e questo, inconsciamente, mi aveva reso fredda e distaccata. Non credevo più nell'amore e a tutto quello che portava con se.
«Io vado con lui!» disse Clara senza pensarci, indicando quella figura in tuta da cross con tanto di casco e stivali.
"Allora io vengo con te Claudio» dissi con una voce che mi uscì strozzata.
-
Arrivai sana e salva dopo un tempo che a me era parso interminabile. Mi guardai intorno e notai che ci trovavamo in una vecchia cava; il tempo era nuvoloso e l'aria tagliente.
Clara era già arrivata e notai sorpresa che aveva già fatto amicizia con tutti.
Tolsi il casco, lo appoggia sulla sella di quell'affare che pochi istanti prima aveva attentato alla mia vita e mi diressi verso gli altri.
«Ciao a tutti» dissi timidamente.
Nel momento in cui finii di pronunciare quella frase rischiai di cadere di faccia sulle rocce per colpa di un sasso che non avevo visto.
Grazie al cielo il mio equilibrio mi salvó da una caduta a dir poco imbarazzante e velocemente mi rimisi a camminare.
Tutti si girarono verso di me ed io non potei fare altro che arrossire; in quel momento avrei voluto tanto volentieri sprofondare sotto terra.
"Stupida" mi sussurrò una vocina dentro di me, "Sei solo capace a fare figure di merda", e aveva ragione.
Fortunatamente ad interrompere quell'imbarazzante silenzio che si era creato dopo la mia inimitabile performance fu Claudio. In quel momento gli dovevo la mia vita se non di più.
«Allora ragazzi! Mostriamo alle ragazze cosa sappiamo fare con questi aggeggi?" Gridó entusiasta indicando le moto.
Un grido di esaltazione si levó e in pochi secondi tutti si erano infilati i caschi e avevano acceso le moto che, con un rombo, fecero tremare l'aria.
Io e Clara ci apprestammo a metterci sedute al lato del sentiero.
«Hai visto il ragazzo con cui sono salita in moto prima?» mi chiese Clara entusiasta. «Si chiama Cristian e guida da dio!» lessi nei suoi occhi qualcosa di più di un semplice complimento. Le piaceva.
-
Le moto si susseguivano una dietro l'altra con dei rumori che io semplicemente adoravo.
In quel periodo io e Clara andavamo letteralmente pazze per il motocross e diciamo la tutta, anche per i ragazzi con un casco e una tuta.
Passó all'incirca un'ora sino a che i ragazzi, esauriti, decisero di fermarsi dato che anche il tempo non prometteva bene.
Decidemmo così di salutarci e, nel momento in cui lo feci con Cristian, una strana sensazione mi percorse, ma cercai subito di allontanarla.
"Cosa ti sta succedendo Valentina? È solo uno dei tanti ragazzi che hai appena conosciuto!", continuavo a ripetermi, eppure, in fondo, sapevo che non era così.
Per favore ragazze, se vi piace la storia lasciate un commento o un voto che mi aiuti a capire se la storia vi piace o meno!
Intanto vi saluto e pubblicherò presto il mio secondo capitolo ❤️
Viola P.
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Nati Per Amarsi
RomanceValentina è una ragazza di 15 anni e come tutte le ragazze della sua età sogna una vita che non le appartiene. Segnata dalla sua infanzia vorrebbe scappare, lasciandosi tutto alle spalle; troppe volte gli altri si sono approfittati di lei, spezzando...