Capitolo 8.

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Uscimmo e ci dirigemmo verso la macchina di Federico; era una Fiat 500 grigio scuro con gli interni in pelle beige.

Eravamo come al solito in ritardo e di certo il traffico non aiutò. Arrivammo finalmente al centro commerciale e trovammo gli altri che ci stavano aspettando davanti all'ingresso:

«Siete in anticipo come sempre!» ridacchiò Lorenzo.

«Avete ragione, scusateci ragazzi ma c'era molto traffico» Clara era particolarmente brava a trovare scuse convincenti.

Il mio sguardo, senza accorgermene, vagava curioso tra i volti, in cerca di qualcosa che non comprendevo.

Ad un tratto si bloccò, due occhi mi stavano osservando; non mi ero accorta che gli occhi di Cristian erano fissi su di me sin da quando ero arrivata.

Le sue labbra si incurvarono in un sorriso e sentii di nuovo quella strana sensazione di calore che mi attanagliò il corpo. Le guance ricominciarono a pizzicare e istintivamente distolsi subito lo sguardo.

"La solita bambina che non sa reggere uno sguardo"

"E tu la solita stronza"

Io e la mia coscienza non eravamo andate mai particolarmente d'accordo ed io non la sopportavo, forse perché aveva quasi sempre ragione... Togliete il 'quasi sempre'.

Comunque sia, dopo aver scoperto che Federico conosceva già gli altri ragazzi, entrammo e ci dirigemmo al McDonald's per mangiare qualcosa.

Prima di andarci sedere al tavolo con gli altri, io e Clara decidemmo di andare un attimo in bagno per lavarci le mani.

«Lorenzo ti mangia con gli occhi» cantilenò soddisfatta.

«Smettila, lo sai che non mi interessa»sbuffai, irritata da quelle continue pressioni.

Clara si giró di scatto e mi fulminò con lo sguardo:« Me lo hai promesso, smettila di fare l'acida!! ».

Alzai le mani in segno di resa e mi diressi verso l'uscita; ero stanca di quegli interrogatori.

Era frustante diavolo!

Vidi Fede che mi fece cenno di sedermi vicino a lui e senza pensarci presi una sedia e presi posto alla sua destra.

Ero così distratta dai miei pensieri che non mi accorsi che alla mia di destra invece c'era Lui.

Stava parlando con Fabio e ne approfittai per osservarlo meglio;

Odio ammetterlo ma era dannatamente bello.

Aveva i capelli mori scompigliati dal gel e mi accorsi di qualche piccola lentiggine che aveva sotto gli occhi.

Le sue mani erano grandi, e la maglietta a maniche corte aderente che portava, gli metteva in risalto i muscoli del braccio.

Improvvisamente un profumo familiare mi pervase il naso...

Quel prufumo..

...

"Ora ricordo, era il suo allora quella sera al bar!"

Era sensuale e ogni volta che inspiravo, dei piccoli brividi mi percorrevano il corpo facendomi dimenticare il freddo che faceva.

Si girò di scatto e, quando si accorse che i mie occhi erano puntanti su di lui, probabilmente con un'espressione da perfetta ebete, fece un sorriso che mi sciolse completamente.

Come mio solito abbassai lo sguardo sentendo le guance che avvampavano e cercando di mantenere quella poca dignità che mi era rimasta.

«Sono talmente brutto che non riesci neanche a guardarmi meglio occhi?» ridacchió.

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