6. La scelta

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Tutto mi sembrava confuso.

"Cosa mi sta succedendo? Dovrei essere contenta che finalmente Clara abbia trovato un ragazzo che le piaccia, e sembra anche tanto!".

Non mi resi conto che appena sentii quella frase mi bloccai in mezzo alla strada.

Sentivo qualcosa.

Una voce forse...

Improvvisamente sentii una mano prendermi per il polso e scaraventarmi a un metro di distanza.

Cadendo mi sbucciai cosce e ginocchia dato che proprio quella sera avevo deciso di indossare quel maledetto paio di pantaloni stracciati.

Alzai lo sguardo e vidi Clara che mi guardava scioccata e incapace di aprir bocca.

Restammo li per qualche minuto a fissarci; lei sconvolta ed io ancora frastornata.

«Vale ma che cazzo avevi intenzione di fare? Cosa ti è successo?! Ti sei resa conto che se non ti avessi spostato dalla strada quella macchina ti avrebbe investito!!? È tutta la sera che ti comporti in modo strano! Non capisco, e questo mi fa star male!!» sbottó ad un certo punto.

«Lo sai Vale che a me puoi dire tutto...».

Continuava a guardarmi con un espressione che pareva un misto di furia incontrollabile e amara tristezza, ed io mi sentii terribilmente in colpa.

Ero affranta per la situazione in cui ci eravamo cacciate o forse in cui IO mi ero cacciata.

Dovevo prendere una decisione.

Non potevo più mentire a me stessa; i brividi, le gambe molli, le guance rosse, e tutto questo per gli sguardi di Cristian. Come era possibile che in un solo giorno fosse capace di provocarmi tutto questo?

Si, probabilmente stavo diventando matta, ma questo non aveva alcuna importanza. Mi ricordai di Clara e di come tutta la sera aveva guardato Cristian.

Sentii una fitta al cuore al ricordo dei suoi occhi persi mentre lo ascoltava parlare. Non potevo farle del male. Non alla mia migliore amica.

Lei era l'unica che c'era sempre stata, nel bene e nel male lei era sempre presente, pronta a offrirmi una spalla su cui piangere. Quando tutto il resto taceva di fronte alle mie lacrime, lei era la sola che aveva la pazienza di stare li ad asciugarle una ad una.

No, non potevo procurarle del dolore.

E poi tanto, ero sicura che Cristian ricambiasse i sentimenti per Clara; gli avevo osservati per la maggior parte della serata; lui si era da subito seduto di fianco a lei e non avevano quasi mai smesso di parlare e ridere.

Dovevo farmi da parte. Dovevo cancellare tutte le emozioni provate stasera e convincermi che nulla sia successo. Nulla sia accaduto.

Si, era la decisione migliore.

Mi alzai da terra dolorante e feci un sorriso rassicurante a Clara.

«Non ti devi preoccupare Cla, quel Long Island era forse un pó troppo forte» mentii sfoderando uno dei miei sorrisi più accattivanti.

«Mmm, va bene, mi hai convinta, ma hai sentito cosa ti ho detto poco fa?» incalzo lei

«Oh, ehm... Si che ho sentito, e....sono davvero contentissima per te tesoro! Anch a comunque si era notato dai? Non smettevi di guardarlo un secondo, mentre lo ascoltavi parlare ci mancava poco che sbavassi!» dissi iniziando a ridere così tanto che riuscii a contagiare anche lei.

Mi sentivo strana, stavo in qualche modo mentendole, ma in fin dei conti che avrei potuto fare? Dirle che quando ero corsa in bagno era perché mi aveva guardato come se mi volesse spogliare con gli occhi? Mi convinsi che avevo fatto la cosa giusta e, appena entrate in casa, mi lasciai cadere sul letto.

Le lenzuola erano così morbide, sembrava che mi volessero abbracciare e consolare.

Da quel momento non avrei pensato più a Cristian. Mi dissi che era giusto così e che il mio era solo uno stupido abbaglio, una mancanza di amore che cercavo di colmare con il primo ragazzo che mi rivolgeva uno sguardo.

Fu così che mi lasciai andare, avevo le palpebre pesanti e gli occhi che mi bruciavano.

Senza accorgermene mi addormentai e finalmente, tutto ciò che mi attanagliava la testa, cessó di esistere.

Il sonno si portó via con se l'unico dubbio che avevo, mentre una lacrima mi rigó il volto lasciando dietro se solo una scia di sale.

"Scappa, scappa Valentina, c'è la puoi fare" continuavo a ripetermelo per farmi coraggio.

Mi voltai e vidi che non solo erano aumentati ma si stavano drasticamente avvicendo.

Accelerai la corsa ma qualcosa mi prese per la maglietta e mi fece cadere rovinosamente a terra.

Alzai lo sguardo e vidi Clara che mi guardava furiosa e stringeva i denti

«Sei una puttana Valentina, ti credevo mia amica!!! Sei una fottuta traditriceee! DEVI MORIRE !!»

Dietro di lei la gente si accalcava e tutti gridavano come delle belve: «A morte la traditrice!!»

Clara non smetteva di strattonarmi e urlare che l'avevo tradita e che per colpa mia aveva perso l'amore della sua vita.

Le lacrime scorrevano sul mio viso e le parole si bloccavano in gola in singhiozzi sottomessi.

«Ti prego perdonami Clara» singhiozzavo.

Vale...

....

Vale....

....

«Vale cazzo!!!»

Mi sveglia di soprassalto; ansimavo ed ero madida di sudore.

«Mi hai fatto spaventare Vale, continuavi a urlare 'perdonami' e non volevi svegliarti!!».

Clara era seduta vicino a me con una faccia a dir poco sconvolta.

Era tutto un sogno.

Dovevo cancellare Cristian dalla mia testa, questo incubo provocato dal mio inconscio era un avvertimento; non volevo perdere Clara e la sua amicizia.

Lei mi voleva bene ed io non potevo deluderla.

*****

Bellissime lettrici, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e non abbia deluso le vostre aspettative.

Avrà fatto la scelta giusta Valentina? Riuscirà a tener fede alle promesse fatte?

Continuate a seguirmi e lo scoprirete <3

Un bacio a tutte 😘

Viola

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