2 - Kurt e Dylan - Day 2

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Dylan

Giorno 2

Gli occhi fissi rivolti al soffitto, fatico quasi a chiuderli, e il battito cardiaco sempre un po' accelerato: é questa ormai la mia condizione ogni mattina.

Mi sveglio sempre troppo presto, sembro essere incapace di riposare, e invece ne avrei un gran bisogno. Credevo che dopo la giornata intensa di ieri, sarei crollato in un sonno profondo, o che almeno avrei dormito. Mi basterebbe dormire un paio d'ore consecutive invece di questo sonno a tratti che di sicuro non mi fa riposare.

Andare sulla tomba di mio fratello è stato molto peggio di quanto immaginassi. Se non ci fosse stato Kurt con me, non so proprio cosa avrei fatto. Probabilmente sarei ancora lì a piangermi addosso, ma lui è stato incredibile, é riuscito a farmi stare meglio come se mi conoscesse da sempre. Ha saputo toccare gli argomenti giusti quando abbiamo parlato di Dylan, mio fratello, dopo essere stati al cimitero, e gli é bastato un abbraccio per non farmi sentire solo.

Chloe aveva assolutamente ragione, questo ragazzo è un dono del cielo, ed essergli amico é un privilegio di pochi.

"Kurt è in grado di arrivare al cuore delle persone così in fretta che quando te ne rendi conto te ne sei già perdutamente innamorato."

É la prima frase che Chloe ha usato per descrivere il suo migliore amico, ed io credo di iniziare a capire cosa intendesse con quelle parole.

D'un tratto i miei pensieri vengono interrotti da qualcuno che bussa alla porta. Mi alzo in piedi per andare ad aprire e vengo nuovamente contagiato dal suo ampio sorriso.

«Sei sveglio! Bene, ascolta, mia madre sta ancora dormendo, se fai in fretta a cambiarti possiamo uscire, così non sarai costretto a subire la colazione internazionale di mamma Jen.» Il suo tono allegro è contagioso quanto il suo sorriso.

«Non è che tua madre si offende quando non ci trova?» L'ospitalità della signora Jen è così di cuore, che mi dispiacerebbe se ci restasse male nel non trovare nessuno in casa al suo risveglio.

«Tranquillo, mi adora, mi perdonerebbe qualsiasi cosa, ora sbrigati prima di essere costretto a mangiare per un esercito. Ti aspetto di sotto.» Un ultimo sorriso, poi scompare giù per le scale ed io mi rendo conto di essere rimasto imbambolato a fissare il punto in cui lui è sparito, per qualche secondo di troppo.

Richiudo la porta alle mie spalle e mi sorprendo a ricordare il colore della t-shirt a maniche lunghe che stava indossando, come se la mia mente gli avesse fatto una fotografia.

Per la seconda volta mi ritrovo a scuotere la testa come a voler cacciare via quel pensiero, e mi metto alla ricerca di qualcosa da indossare per uscire con lui.

Non ho ancora svuotato la valigia, ma dovrò farlo se non voglio sembrare un incivile. Dopotutto l'armadio che c'è in questa camera degli ospiti è piuttosto capiente, non avrò difficoltà a sistemare la mia roba.

Recupero un paio di jeans puliti e una maglia, e mi sorprendo ancora di me stesso quando mi ritrovo ad osservare che il colore della maglia che sto infilando è della stessa sfumatura di azzurro verde degli occhi di Kurt.

Questa cosa di mio... padre, mi sta mandando fuori di testa, è questa la spiegazione.

Prendo il telefono dal mobiletto e mi accorgo di aver ricevuto un messaggio. È di mia madre.

Ciao Dylan
Non dimenticare mai
quanto ti voglio bene.
Perdonami se puoi
Mamma

Un groppo alla gola e un gran sospiro per trattenere le lacrime, poi blocco il display senza rispondere. Non mi sento ancora pronto per affrontare l'argomento con lei, né tantomeno con qualcun altro, ma so che devo.

Their Stories || H.S. || The BeginningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora