37 - Harry & Chloe - Great certainties

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Nero: è l'unico cosa che riesco a vedere per diversi secondi, perché ho chiuso gli occhi. Non riesco a guardarlo e, nonostante fosse quello che immaginavo, ciò che ormai avevo capito mi stesse per confessare, il mio cuore si rifiuta di credere a quello che ho appena sentito.

Non può essere, non può averlo fatto... Non può...

«Chloe...» riapro gli occhi nel sentire la sua voce e vedo tutta la sua sofferenza, mentre continuo a sentirmi scivolare sempre più giù.

Provo a parlare, ma le mie corde vocali non collaborano, e quando lui fa un altro passo verso di me sento la necessità di allontanarmi, così, mi volto e vado in camera.

«Chloe parlami...»

La sua voce è in grado di ferirmi ancora, anche solo pronunciando il mio nome, mi manca l'aria, mi sento soffocare. Non posso credere a ciò che ha detto, non è possibile che l'abbia fatto, Harry non è così: è questo che continuo a ripetermi, quando mi siedo sul bordo del letto, incapace di reggermi ancora in piedi.

«Chloe... Ti prego...» Alzo di poco lo sguardo per vederlo inginocchiarsi di fronte a me, lo vedo appoggiare le mani sulle mie ginocchia, ma è come se non lo sentissi. Vorrei dirgli qualcosa, ma non ci riesco. «Ero fuori di me, non capivo niente, non riesco nemmeno a ricordare...»

«Ho bisogno di una boccata d'aria!» esclamo all'improvviso, incapace di sentire altro. Mi alzo velocemente in piedi, come se fossi una molla che scatta, lui cerca di raggiungermi, ma io sono più veloce. «Lasciami qualche minuto, Harry» gli dico senza fiato, poi continuo a camminare, senza guardarmi indietro.

Non sento nessun rumore alle mie spalle, mi avvicino alla porta d'ingresso e lo sguardo mi cade sul mobiletto alla mia sinistra, sulle chiavi della sua macchina, che afferro con forza, per poi uscire all'esterno. Chiudo la porta e mi appoggio contro con la schiena, chiudo gli occhi, e inspiro profondamente, lo faccio più volte, mentre tento di trovare un motivo abbastanza valido che l'abbia portato a fare ciò che ha fatto, solo che non ne trovo nemmeno uno...

Nemmeno uno...

Semplicemente non può averlo fatto, il mio cuore non ci crede, la mia mente si rifiuta di farlo, perché Harry non l'ha fatto...

Apro gli occhi di scatto e mi dirigo svelta verso la sua auto, salgo, metto in moto e ingrano la marcia, per poi fare manovra quasi sgommando, e immettermi nel traffico per andare da lei. So dove si trova, Grace mi ha detto poco fa che erano in biblioteca, spero che sia ancora lì.

Guido veloce, quasi incurante delle altre auto, che spesso suonano il clacson a causa della mia disattenzione, ma non riesco a fare diversamente, ogni neurone è concentrato su di lei, non posso fermarlo. Non mi rendo nemmeno conto di quanto tempo ci abbia messo a raggiungerla, ma la biblioteca è proprio qui, davanti a me. Parcheggio come capita, al momento non m'importa, poi raggiungo l'ingresso principale e mi addentro attraverso i corridoi e le aule di consultazione dei libri, sperando di trovarla ancora qui, e finalmente la trovo.

È in piedi, sta raccogliendo le sue cose dal tavolo, mi avvicino a passo sicuro e mi piazzo di fronte a lei, dalla parte opposta del tavolo. Winter alza lo sguardo su di me, con l'espressione soddisfatta, e un sorriso sulle labbra, un sorriso che ho voglia di toglierle a suon di schiaffi.

«Se dovessi definirti mediocre sarebbe addirittura un complimento» le dico, facendole sentire attraverso la mia voce tutto il disprezzo che nutro nei suoi confronti.

«Mi pare di capire che te l'abbia detto» afferma compiaciuta, come se non aspettasse altro, per poi tornare a riempire la sua tracolla con un paio di libri.

Their Stories || H.S. || The BeginningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora