Corro.
Lo faccio da giorni. Mi sveglio presto la mattina, prima del suono della sveglia, e mentre Harry è ancora nel mondo dei sogni, io indosso un paio di pantaloni sportivi, una maglietta, ed esco quando il sole sta per sorgere e corro.
Lo faccio fino a perdere il fiato, fino a che sento i polmoni bruciare, fino a che la carenza d'ossigeno mi fa smettere di pensare.
Non è un buon periodo, non lo è da quando siamo tornati da Londra. I primi tempi ho lasciato correre perché credevo che Harry avesse bisogno di tempo, poi sono stata risucchiata dagli avvenimenti, fino ad arrivare ad oggi.
*
La cena è pronta. Sto aspettando Harry da più di un'ora. Quando l'ho chiamato mi ha detto che stava per uscire dall'ufficio, così mi sono regolata con i tempi per fargli trovare tutto pronto, ma non è ancora tornato.
Non è una novità. Succede spesso, ultimamente, che resti in ufficio oltre il normale orario - oltre il necessario, dico io. C'è sempre qualche emergenza di non ben definita natura, o qualche impegno a cui non può sottrarsi, o ancora una riunione dell'ultimo momento, ma so che non è davvero così.
Si sta nascondendo, sta soffocando le emozioni scaturite dalla scomparsa di sua madre - che per quanto si ostini a negarlo sono certa che l'abbia turbato - e dal costruire un nuovo e importante rapporto nella sua vita, quello con sua sorella.
Grace è una ragazza straordinaria, molto combattiva, con una forte personalità, e grinta da vendere. Né Harry, né Jordan, hanno avuto problemi a legare con lei, Brenda, poi, sembra rinata: ha di nuovo qualcuno di cui occuparsi a tempo pieno e non è più sola in quella enorme casa. Brenda è realmente una di famiglia, proprio come diceva Harry.
Mi rannicchio sul divano stringendo tra le mani il telecomando. Salto da un canale all'altro senza guardare niente in particolare, con l'unico intento di distrarmi. Il cellulare è abbandonato sul tavolino di fronte, e l'unico segno di vita da quell'apparecchio è stato un messaggio da parte di Dylan che mi chiedeva di passare da loro domani.
Un piccolo sorriso spunta sulle mie labbra al pensiero di 'loro'. Kurt si è trasferito a Boston da una settimana. Quei due sono il ritratto della felicità. Al momento vivono ancora con la madre di Dylan, ma hanno iniziato a cercare un appartamento. Mi hanno anche chiesto di andare con loro per aiutarli nella scelta, ma mi sono rifiutata; non ho intenzione di mettermi in mezzo in nessun modo.
Mi appoggio su un fianco e tengo lo sguardo fisso sullo schermo della TV. Vedo le immagini farsi sfocate, poi buio e ancora immagini poco nitide, infine buio.
Sento un piccolo movimento sul mio viso. Mi muovo lentamente, poi sbatto qualche volta le palpebre per mettere a fuoco. Devo essermi addormentata e, dopo aver aperto gli occhi, posso finalmente scorgere il suo viso proprio davanti al mio.
«Ehi...» La sua voce è bassa, le sue dita stanno giocherellando con i miei capelli. È piegato sulle ginocchia e indossa ancora il completo da ufficio. Credo sia appena rientrato.
«Sei tornato» gli dico, mentre mi metto seduta.
«Perché non vai a letto? Faccio una doccia e ti raggiungo» dice poi, alzandosi in piedi.
«Harry?» lo richiamo, e il suo sorriso - già parecchio teso - scompare del tutto. Credo abbia capito cosa sto per dire.
«Ti prego Chloe, non ricominciare con la solita storia!» Sta alzando la voce, poi si volta, toglie la giacca e la lancia in malo modo sulla poltrona.
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Their Stories || H.S. || The Beginning
FanfictionAttenzione! Si consiglia la lettura solo dopo aver letto "The beginning" per evitare spoiler. Approfondimenti, momenti inediti, restroscena e spin-off, in questo libro troverete tutto quello che ancora non sapete su Harry, Chloe e tutti gli altri pr...