Troppe personalità

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Rimasi un po' spiazzata da quel comportamento,pensavo che mi avrebbe tagliato via il braccio definitivamente,o che mi avrebbe fatto bere del sangue di altra gente,o altre cose che nemmeno oso immaginare,e invece?Invece niente,si sarà fatto una riflessione mentale o una cosa del genere,ma qualunque cosa fosse le sono debitrice.
Risi.
Ma non una risata sincera,una risata strana,senza emozioni,quasi piangendo.
Stavo impazzendo,dovevo andarmene da quel posto,o da lì a pochi giorni sarei diventata una pazza da rinchiudere.
Dovevo trovare un modo,uno qualsiasi,anche il più impossibile,ma dovevo andarmene.
Volevo tornare dalla mia famiglia,da John e Michel,che litigano anche per cosa mangiare a pranzo,da mio padre e tutte le sue raccomandazioni sullo stare attenti sempre,da mia madre,colei che era sempre stata il mio punto di riferimento,la mia dolce mamma che era sempre pronta a darmi un abbraccio,un bacino per consolarmi,o appoggio.
Volevo tornare a Londra,la città dove ero cresciuta,oppure semplicemente via dal quel posto.
Così piansi tutte quelle cose che stavo pensando ormai da giorni.
Poi però iniziai a pensare,e se non ci fosse un modo per tornare?
Avevo capito che l'unica cosa che mi avrebbe aiutato era il solo e unico Peter Pan.
Avevo provato tutti i modi per andarmene da quel posto orrendo,è solo ora ero giunta alla conclusione che solo lui mi avrebbe potuto far tornare a Londra,complimenti Wendy Darling davvero,donate anche voi un euro al 349 isola che non c'è o mandate un messaggio al ragazze disperate.com,per far capire una cosa ovvia a ogni ragazza in difficoltà.
Poi la porta si spalancò e apparve un ragazzino dell'età di James che mi disse con le lacrime agli occhi "Devi v-venire p-per il-il fu-funerale di-di James"disse e quando pronunciò la parola James scoppiò in un pianto disperato.
Cosa?Era morto?Che stava succedendo?
Non ebbi nemmeno il tempo di rispondere alle mie stesse domande mentali che il ragazzino corse verso di me e mi abbracciò.
Non potevo neanche credere che fosse morto,che dalla porta della capanna entrò con calma un Peter Pan con il suo solito sorrisino e con aria trionfante.
Okay che io stavo dando di matto,ma lui prima mi strappa il cuore con una faccia come se volesse mangiarlo,poi parla da solo e lo rimette a posto,e se ne va senza dire niente,poi torna come se non fosse successo niente.
Questo ragazzo  a degli sbalzi d'umore pari a quelli di una ragazza col ciclo.
"Che succede Artur,sei triste per il tuo amichetto?"chiese lui con fare ovvio come se stesse parlando ad un bambino di 6 anni anche se ne aveva 12.
Lui annuì debolmente poi nascose subito la faccia nel mio petto,come se avesse paura che Pan potesse fargli del male,e lo credevo anche io.
E lui con due falcate arrivò vicino a noi,lo prese per il collo e lo alzò da terrà fino a farlo arrivare alla sua altezza.In quel momento pensai che sarebbe morto siccome  lo teneva dal collo ed era tutto rosso in faccia.
Pan lo guardò serio e gli disse con una voce fin troppo seria "Se ti parlo tu mi rispondi,hai  capito ragazzino?"lui annuì e a quel punto Pan strinse il suo collo ancora di più "Rispondi!"urlò infuriato.
"Peter lascialo è solo un bambino!"dissi io piangendo,non pensavo che fosse così violento addirittura con un bambino.
Lui mi guardò per qualche secondo poi lasciò il collo del bambino,che cadde a terra,e prima che potessi anche solo provare a protestare,lui mi prese violentemente il polso e mi trascinò fuori...

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