Capitolo 40.

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POV ANGEL.

Non risponde. Sono passate tre ore e non risponde al cellulare. Di solito anche se va a correre risponde al cellulare.

Tengo la testa nelle mani osservando il cellulare nella speranza che si illumini.

Mi sta facendo preoccupare.

Ho chiamato pure mio padre ma non l'ha visto nei dintorni del Book bar.

Due mani si appoggiano sulle mie spalle stringendomele, come per darmi forza.

Nessuno dei due fiata, solo gesti.

Mi fa alzare e abbracciandomi mi stritola in esso. Un piccolo sorriso compare sul mio volto, ma non dura molto.

"Sta bene" sussurra per rassicurarmi ma senza successo, lo sa anche lui che non lo sa come sta, appoggio la testa al suo petto e sospiro.

Dammi almeno un segnale.

Rimaniamo così per dei minuti, poi mi stacco da lui.

Ho deciso. E' passato troppo tempo da quando è scomparso, anche se la legge dice di aspettare 24h. Me ne fotto, della legge.

"Andiamo da una persona" dico andando verso la porta d'entrata. Sento che mi sta seguendo e mentre esco penso a stamattina, mi sarà utile ricordare.

Flashback.

Sento il materasso muoversi e la cosa infastidisce il mio sonno.

Sembra che una mucca stia saltando su questo letto..

Mi giro a pancia in su sbadigliando. Che ore sono?

Le coperte mi vengono tolte da dosso per poi essere rimesse. Ma che sta facendo? Giochi a mettermi e a togliermi le coperte, Derek?

"Stai fermo" borbotto sbadigliando una seconda volta. Sento che sta sussurrando qualcosa mentre continua a fare rumore. Decido di aprire gli occhi e la maledetta luce me li rifà chiudere. Ma perché prima di andare a dormire non chiudiamo la maledetta serranda! E' Satana la luce di prima mattina!

Battendo più volte le palpebre per abituarmi alla luce riesco a vedere cosa sta facendo il mio ragazzo. Sembra un bambino che non trova il suo pupazzo preferito. Mi metto seduta per osservarlo meglio. Si è vestito, starà andando a correre sicuramente.

"Ma che stai cercando?" rido vedendolo nel panico più totale mentre cerca nei cassetti dove ci sono i nostri vestiti.

"Il cellulare non lo trovo da nessuna parte" dice con batticuore. Sta mettendo a repentaglio una camera solo per un misero cellulare? Che detto francamente, il suo cellulare l'ho io.

"Potevi chiedermelo no?" rido ancora prendendo il suo cellulare sotto il mio cuscino. Era lì perché ieri sera il mio era scarico e quindi ho usato il suo.

"Ti dovrei uccidere per lo spavento che mi hai fatto prendere" ride per non piangere.

Sorrido e porgendoglielo lo prende.

Si avvicina a me e dandomi un soffice bacio sulle labbra mi da il solito buongiorno. E' una nostra piccola routine mattiniera che amo, è un gesto così semplice ma cosi bello che ti scalda il cuore e ti mette di buon umore.

"Vado a correre per un'oretta, poi al ritorno prendo la colazione e torno" dice lasciandomi un altro bacio sulle labbra ma questa volta leggermente più lungo.

"D'accordo" dico sulle sue labbra. Mi bacia per l'ultima volta per poi uscire dalla stanza, lasciandomi sul letto con un sorriso da ebete.

Tra un oretta sarà di nuovo con me.

Due cuori Simili ma Diversi. [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora