Mi sono sempre sentita sola,perché forse lo sono stata,lo sono. L'assenza di mio "padre" è la morte di mia madre è evidente che hanno inciso molto sulla mia vita. Le uniche bien di fuga che mi hanno tenuta in vita sono l'arte e la musica. In fondo sono due cose che mi piacciono,posso interpretarle a modo mio.
Era un pomeriggio di pioggia,guardavo il mio riflesso che appariva sul vetro della Jeep di Ross. Giro la testa verso il conducente: Ross.
Aveva una camicia rossa a maniche corte,con la sigaretta accesa tra le labbra,la musica che correva ma che in fondo non ascoltava mai davvero,era solo come sottofondo per cercare di offuscare i suoi pensieri.
"Tu amavi la mamma?" era una domanda spontanea che mi era venuta in quel momento.
Si gira,toglie la sigaretta dalle sue labbra.
"Amare no. Io non sono mai stato innamorato.. Ma tua madre era una ragazza speciale per me,la trovavo diversa. E tu mi ricordi molto lei."
"Perché?"
"Siete creative,intimidatorie."
Mi credeva intimidatoria? Ma se quando esco di casa la prima cosa che faccio è mettermi le cuffie perché non sopporto nessuno in sto cazzo di mondo.
Guardo la strada. Non rispondo.
"Era bella,molto.." aggiunge.
Lo guardo.
"Forse tra noi due era partita male,ma ci fu una sera dove sembrasse che noi due stessimo insieme,come se ci capissimo mentalmente. Era la sera in cui il mio migliore amico compiva gli anni e aveva organizzato una festa,non mi scordo mai tua madre quando entrò dalla porta: canotta scollata di velluto nera e pantaloni larghi neri. Era chiaro che voleva farsi notare,che voleva farmi capire cosa io mi perdevo,perché avevo deciso di scappare da lei e dalla nostra situazione perché mi aveva detto che era incinta."
"Come ballava?"
"Bene,sapeva muoversi,era seducente e sicura di se."
"Lei si che è forte."
"Lo sei anche tu,devi solo trovare te stessa,trovare posto in questo mondo."
Aveva azzeccato come mi sentivo. Sola e incompresa. Non permettevo a nessuno di scoprirmi perché ancora io dovevo scoprire me stessa.
Metto una sigaretta in bocca,la accendo.
Mi guarda e me la toglie subitissimo.
"Che?"
"Non farti sottomettere da niente." la spegne.
Non sapeva che fumavo.
"Nessuno mi sottometterà." dico.
Lui sorride.
Sapevo che quello che mi aveva raccontando non era la verità,lei non era incinta di Ross,ma del mio padre biologico.
"Con diego?" mi chiede.
"Non so. Ho bisogno di tempo,non mi prende."
"Come puoi provare ad amare qualcuno se non ami te stessa?"
La tipica frase che sentiamo da tutti praticamente,ma che ha senso.
"Già."
"Dai tempo al tempo. Ti piacerà." sorride.
Gli guardo le braccia distese sul volante,era la sua macchina,la guidava con sicurezza,si sentiva bene. Le sue braccia erano possenti e coperte di vene,le unghie pulite messe a posto,si curava.
La camicia gli avvolgeva il petto,anch'esso possente e muscoloso. Il suo collo era perfetto,scolpito,il pomo di Adamo era sotto il suo poco di barbetta,che cercava di eliminare.
La sua bocca semiaperta, teneva la sigaretta che avevo acceso io in precedenza,fumante,il fumo che usciva dalla sigaretta lo avvolgeva come una divinità.
Invece,i suoi occhi erano illuminati dal sole.. ma non quel sole di pieno pomeriggio,il sole,quello di sera,che non dà fastidio all'occhio,senza aver bisogno degli occhiali per proteggersi. Quello che puoi guardare,quello che in spiaggia ti fa abbronzare di più. Dal marrone scuro grazie a quel sole erano diventati nocciola.