Atto terzo

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"Mi dispiace. Spero che dovunque andrai tu ottenga misericordia. Ma io non posso offrirtene" La voce delle ombre; Frances Hardinge

I pensieri sfrecciarono come coltellate per la sua mente.

Sto per morire Stop Mi ucciderà Stop Forse è meglio così Stop Perché proprio tu? Stop In effetti è buffo Stop.

Il coltello saettò verso di lei. Non indietreggiò e rimase sorpresa quando vide che era stato messo a forza nella sua mano.

-Allora uccidimi! Coraggio uccidimi, non avrai un'altra occasione!- le urlò contro, portando la mano armata alla sua gola. Era così piccolo e vecchio insieme. Come un bambino che abbia dovuto affrontare tutti i mali del mondo.

La gola di Luke era quasi febbricitante sotto le mani fredde di Annabeth. La lama splendette nell'oscurità. Dovrei farlo. Fallo. Non avrai un'altra occasione.

-Fallo!- urlò.
Esitò. Non si mosse.
-Avanti che aspetti? -
Solo un folle miscuglio di respiri affannati. Panico, tensione.
-La tua nuova famiglia morirà.-
Spinge la lama verso di sé. Accentua sul 'nuova'

-Smettila, sai che non lo farò. Cambia idea, scappa senza di me. Non dirò niente a nessuno.- Annabeth disse quella parole in tono autoritario. Fece un passo indietro e il coltello cadde a terra. -Se vuoi puoi dormire qui stanotte. Ti aiuterò se serve a salvarti, ma non verrò con te.-

Ebbero entrambi la tentazione di dovere controllare se c'erano tagli sul corpo. Li sentivano, sentivano dolore, ma no, la pelle era intatta. Perché?

-Credo ancora in te Luke. Non deludermi.-
E nonostante questa volta ci sia una nuova dolcezza nella sua voce entrambi capiscono che si è spezzato qualcosa fra loro. E i pezzi sono talmente tanti che non si può più riparare. Mancherà sempre qualcosa, non tornerà mai più come prima.

Annabeth era tutto quello che gli rimaneva. Ora non ha più niente. "Sono solo" aveva creduto di esserlo a lungo, ma non aveva mai assaporato il concetto in tutta la sua interezza. "Sono davvero solo"

E sa che allora non potrà fare altro che deluderla. E deve reprimere l'impulso di scusarsi per questo.

-Meglio che me ne vada.- dice a metà fra una domanda e un'affermazione.
Lei chiude gli occhi per un attimo. Ha paura. Si è già pentita della sua scelta. Non può perderlo di nuovo.
-Ti prego Luke non andare via.- bisbiglia.
Ma quando apre gli occhi lui è già scomparso.

Corri fuori. Lo cerchi. Urli il suo nome. La pioggia ti inzuppa fino all'osso e inizi a battere i denti. E finalmente il pianto arriva come una liberazione e tu non vuoi più smettere. Cadi in ginocchio nel fango. Lo chiami ancora.

Ma lui non c'è più.

Resta con me- Lukabeth fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora