8.Capitolo

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Pov. Luna

Altro che patibolo e patibolo, questo cane del cavolo mi stava portando da mio padre, porca vacca.

Ormai era troppo tardi per tornare indietro, ed ero consapevole del fatto che dovevo affrontare papà, prima o poi, anche se speravo in un futuro più lontano (molto più lontano).

Ci fermammo davanti ad una porta, tutta nera, e decorata da tanti bassorilievi, che formavano il cranio di uno scheletro (viva l'allegria).

Lo sciacallo, mi diede un colpo sulla gamba col muso, forse per incoraggiarmi ad entrare, poi trotterellò verso una porta per cani, che non avevo nemmeno notato, ci entrò.

Non mi rimase altra scelta che entrare.

Con non so quale forza di volontà, entrai nella stanza.

Non so se conoscete la camera di Jack lo squartatore, ecco, era identico solo che non c'era sangue, per fortuna se no ero sicura di svenire.

Mio padre era seduto dietro una scrivania di legno scuro, e stava leggendo alcuni documenti, di fianco c'era sdraiato a terra lo sciacallo che mi aveva portato qui (traditore).

<ciao Luna>disse papà, senza staccare lo sguardo dai fogli che teneva in mano.

<siediti, dobbiamo parlare>continuò appoggiando i fogli.

Solo in quel momento notai che c'era una sedia di fronte alla scrivania.

Cercando di non far trasparire l'ansia che stava crescendo sempre di più dentro di me, mi sedetti.

Incrociai le braccia al petto, aspettando la ramanzina, che non tardò ad arrivare.

<ho saputo che a scuola hai trattato male una tua compagna, e ti volevo chiedere il perché di questo avvenimento> disse calmo, ma nei suoi occhi vedevo la rabbia per quel fatto.

<mi ha fatto arrabbiare> mi giustificai, semplicemente.

<non è una giustificazione> ribattè.

<si invece> dissi cercando di tenere a bada la sua rabbia.

<comunque non dovevi risponderle così> insistette.

Io sbuffai.

<non sbuffare!>disse alterato, alzandosi dalla sedia e sbattendo le mani sulla scrivania, provocando un rumore sordo.

Io non mi mossi nemmeno di un millimetro, ormai ci ero abituata.

<è una cosa seria!>continuò.

<me ne rendo conto benissimo da sola> dissi infastidita, ero stufa di essere ripresa per aver alzato la voce con una sgualdrina figlia di Hatorn.

<ho solo alzato la voce, non le ho fatto niente!> dissi cercando di non urlare.

<mi hanno detto diversamente> disse imperterrito.

Impensabile, credeva più agli altri che me, sua figlia!

Forse era meglio che tutta questa storia non fosse mai venuta fuori.

Forse era meglio rimanere da lui , almeno sapevo che era così e non me ne sarebbe importato più di tanto.

<Credi pure a quello che ti dicono, ma sappi che non è la verità!> urlai, prima di alzarmi e uscire da quella maledetta stanza, sbattendo la porta dietro di me.

Pov. Anubi.

Sospirai, odiavo litigare con Luna, ero sicuro che non mi avrebbe parlato per un bel po', o almeno tre giorni tutti.

Mi sentivo un po' in colpa per quello che è successo, in fondo era colpa mia non l'avevo ascoltata, e avevo messo in dubbio quello che mi diceva, che se ci pensavo, era la verità.

<cosa devo fare con lei?> domandai alle tenebre, come, se loro avessero la risposta, e non volessero rivelarmela...

Pov. Luna.

Sbattei la porta sella mia camera e la chiusi a chiave.

Mi faceva incazzare quando faceva così!! La doveva avere vinta comunque, anche quando aveva torto.

Eppure in un angolino della mia mente, mi sentivo in colpa, non volevo rispondergli così, ma non riuscivo a comprendere il fatto che non volesse darmi ragione.

Cavolo, ero sua figlia; mica la prima che passa per strada!

Mi rannicchiai in un angolo della stanza, aspettando che il il tempo passasse velocemente fino a domani...

~tre giorni dopo~

Pov. Luna

Erano passati ormai tre giorni , non parlavo più con lui, e lo ignoravo tutto il giorno, anche durante i pasti, che di solito saltavo; non ne ne importava nulla, doveva pentirsi di ciò che mi aveva fatto!

<Luna, dai, ormai sono tre giorni che non ci parliamo, e a stento ci vediamo, vieni fuori da quella camera, o giuro che sfondo la porta!> disse papà da dietro la porta della mia camera.

Ero stufa di lui che continuava a venire davanti alla mia porta a scusarsi , ma non aveva nient'altro da fare?

Mi alzai ed andai alla porta, intenzionata a dirgli di lasciarmi in pace, quando lo sentii sospirare, e andarsene.

Meno male che aveva detto che sfondava la porta, si è visto come l'ha distrutta!

Quanto sarcasmo!

Zitta coscienza!

Dico solo la verità.

Lasciami stare anche tu!

Sospirai, e mi lasciai cadere sul letto; chissà quando finirà questa situazione.

Guarda che è a causa tua se siamo in questa situazione

che seccatura che sei!

Appoggiai la mano sulla maniglia esitante, mi feci forza e aprii la porta.

Il corridoio era vuoto e silenzioso, che strano...

Dove diavolo si era cacciato mio padre, di sicuro nel suo ufficio...la camera più inquietante di tutta la casa; scesi le scale sospirando e in poco tempo ero sdraiata sul divano di pelle nero, guardando il soffitto, non sapevo quanto tempo rimasi lì, ma sospettavo almeno un paio d'ore.

Sbuffando mi girai sul fianco e mi addormentai.....

Pov. Anubi

Erano ore che stavo nel mio studio, dopo aver provato per l'ennesima volta a parlare con Luna e non aver ricevuto niente, mi ero rintanato lì dentro.

Sospirai ed abbandonai la stanza, salii le scale per provare ancora di far uscire mia figlia dalla sua camera.                                                                                                                                                                              appena entrai in sala, vidi una figura femminile addormentata sul divano.

Finalmente era uscita dalla sua stanza!

Mi avvicinai lentamente, per non svegliarla.

Presi una coperta e gliela distesi sopra, per  tenerla un po' al caldo, mi sedetti accanto a lei aspettando che si svegliasse per fare una bella chiacchierata.

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Ciao a tutti, scusate per l'assenza ma non sapevo come continuare

Spero che questo capitolo vi piaccia....

commentate e votate in tanti...al prossimo capitolo...

wandamaximoffchase



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