10. Sangui Sanguinis Mei

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[POV BELLA]

Schivai il suo pugno diretto alla mia faccia. Parai il successivo, in direzione del mio fegato. Schivai un altro gancio, abbassandomi sulle gambe e spostando il mio peso sulle mani con un balzo in avanti. Mi ressi sulle braccia, facendo roteare le gambe in modo da tirargli un calcio dietro le ginocchia, recandogli così la perdita dell'equilibrio.

Lo presi talmente alla sprovvista, da farlo cadere all'indietro come un sacco di patate.

Senza perdere tempo, mi misi velocemente a cavalcioni su di lui, per poi bloccargli le braccia dietro la testa. Avevo il fiatone, ero stanca, ma avevo ancora abbastanza forza per contrastarlo. Non mi sarei arresa facilmente, non lo facevo mai.

Io e Sebastian ci eravamo rinchiusi in palestra da poco più di due ore e non avevamo smesso un attimo di allenarci. Ci eravamo concentrati maggiormente sulla lotta corpo a corpo. Amavo la dedizione con cui ci allenavamo e il fatto che cercasse di insegnarmi tutto ciò che sapeva, facendo del suo meglio.

Gli allenamenti con Seb erano tra i più duri ai quali mi sottoponevo, ma mai pesanti quanto quelli di nostro padre, naturalmente. Jonathan si trasformava ogni qual volta ci doveva allenare. Diventava quasi più temibile di un demone. Questa era probabilmente l'unica cosa che mio fratello e nostro padre adottivo avevano in comune: entrambi tenevano in modo smisurato alle formalità e agli allenamenti. Per formalità si intendono le restrizioni del Conclave.

- Sei migliorata... - dovette ammettere, con un tono di voce che mi fece immediatamente pensare che, con tutta probabilità, era ancora turbato per quello che era successo in garage con Stephan.

Persino un cieco sarebbe riuscito a notare la sua gelosia. Il fatto che io e Ste andassimo così d'accordo lo faceva andare fuori di testa e io non riuscivo a fare a meno di sorprendermene ogni volta, soprattutto perché più i giorni passavano, più la situazione sembrava degenerare.

Sorrisi compiaciuta, nel tentativo di fargli cambiare umore - Grazie! - .

Poi, all'improvviso, una spinta dal basso mi costrinse a fare una capriola in avanti, che mi lasciò stesa a terra in posizione supina. Ora era lui a trovarsi a cavalcioni sopra di me.

- Ma non abbastanza - ghignò, prendendomi in giro e alzandosi da terra.

Mi guardò per qualche secondo dall'alto, con le braccia incrociate e lo sguardo palesemente alterato, mentre io ero ancora sdraiata sotto la sua figura. Dopo qualche secondo si spostò e, senza neanche porgermi una mano per aiutarmi a rimettermi in piedi, mi voltò le spalle e si allontanò verso l'Armeria.

Sbuffai innervosita. Mi misi seduta e con un balzo tornai in piedi. Mi asciugai il sudore prendendo da terra uno degli asciugamani puliti che avevamo a disposizione e anche una bottiglietta d'acqua. Come ho già detto, l'allenamento non fu tra i più leggeri, perciò mi era venuta molta sete. Tracannai tutta d'un sorso la bottiglietta, sentendomi subito meglio.

Successivamente, mi incamminai verso l'Armeria per raggiungere Sebastian.

Appena varcai la soglia della stanza, lo osservai mentre stava lucidando la sua spada angelica. Il suo arco si trovava sul tavolo ed era circondato dalle frecce, sparpagliate sulla superficie di legno.

Nel momento in cui si accorse della mia presenza, mi voltò le spalle, come per far finta che non ci fossi. Di tutta risposta, anche se non poteva vedermi, alzai gli occhi al cielo, pensando a quanto poco fosse maturo il suo atteggiamento.

Perché doveva comportarsi in quel modo? Proprio non riusciva a comprendere che, così facendo, il nostro rapporto non avrebbe fatto altro che peggiorare?

THE WORLD OF DEMONS I - IL PORTALE DEI DEMONI || Twilight/Shadowhunters ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora