CAPITOLO 18°

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Devo mandare un'e-mail a Sergio per avvisalo che vado in Italia. Apro il pc e l'immagine che mi si pone davanti è davvero struggente. Ilaria mi aveva mandato una foto in cui lei era in intimo, seduta su di lui, rigorosamente a torso nudo che si baciavano. -STRONZO e ora Aline ti fa una bellissima sorpresa e dopo di che sparisci dalla mia vita- non è mai cambiato, ha detto di aver avviato le carte del divorzio e invece.. va in italia per vedersi con lei che non ha perso occasione per sbattermi le loro foto ''in faccia'' . Feci la valigia con l'occorrente, presi un volo e atterrai a Modena. Mi feci accompagnare da un taxi nel suo Hotel e bussai forte. Venne lui ad aprirmi, gli mollai uno schiaffo e gli gettai le foto in faccia. -Aline?- 

-stronzo- gli detti uno schiaffo in pieno viso

-cosa ti ho fatto?- guarda le foto -Cheriè non è come sembra..-

-a no? e come sarebbe andata?-

-si è presentata "vestita" *mima le virgolette con le dita* così alla mia porta, mi ha versato del vino sulla camicia-

-certo e stava togliendo il vino dalle tue labbra in questo caso- gli mostrai la foto del bacio

-no mi ha tolto la camicia, mi ha seduto e mi ha baciato-

-certo poverino, E NON HAI PROVATO NEANCHE A RESPINGERLA-

-certo che l'ho respinta, vieni ti mostro i filmati- mi prese la mano

-non toccarmi, mi fai schifo- ci rimase male, forse ero troppo dura ma non tollero i tradimenti e se gli sto dando l'opportunità di parlare è soltanto perchè voglio capire la situazione bene.

-come vuoi- disse mortificato, dai filmati delle telecamere che riprendevano la stanza si notava che Ilaria si comporta effettivamente come mi aveva detto.

-mi credi ora?- volevo mandarlo al diavolo, ma dalle mie labbra uscì un debole

-Vaffanculo ti amo- mi prese dalla nuca e spinse le sue labbra sulle mie

-cheriè anch'io ti amo e non tornerei mai con lei- non ricambiai quel bacio avevo ancora un nodo allo stomaco.

-Ho paura che lei ti porti di nuovo via, ho paura che un giorno riuscisse a convincerti che stavate bene insieme e che tu possa tornare ad amarla-

-amo te perchè dovrei tornare con lei?-

-eravate sposati, il matrimonio è un passo importante-

-eravamo hai detto bene, adesso io amo te, ho voltato pagina e ora voglio vivere la mia storia con te- non gli rispondo e restiamo in silenzio per quella che sembra un'eternità. Mi prende le mani e mi scuote un po' per attirare la mia attenzione

-sei venuta fin qui soltanto per quelle foto?-

-No, prima di vedere le foto mi ha chiamato Vins, è nato il piccolo Enea-

-domani adiamo a trovarli- mi disse sorridendo

-No, preferisc andarci da sola-

-sei ancora arrabbiata?-

-Sì- risposi incorociando le braccia al petto

-ma mi hai detto ti amo-

-ma prima del ti amo ti ho detto vaffanculo-

-quindi non resti qui con me?- si avvicina tanto che sento il suo respiro sulle mie labbra 

mi alzo -fatti perdonate- e impugno la maniglia della porta. Blocca la porta e mi tira, preme i suoi fianchi su di me che sono schiacciata sulla porta, mi premo su di lui

-tu non vai da nessuna parte, ora sei nella tana del leone e ci resti- mi spinse con forza contro di lui facendomi gemere leggermente, mi accarezzò il ventre -siete la cosa più bella che mi sia capitata- sorrisi.

-non bastano le parole cheriè-
-ah vuoi la dimostrazione eh?-
-certo, sono due settimane che sei lontano da me-
-non voglio farti male-
-basta parlare fammi tua- ma bussarono alla porta, non aprimmo e continuò a lasciarmi una scia di morbidi baci sulle parti più sensibili del mio corpo.
-Seeeeeergiooooo- un voce stridula, odiosa, quella della donna dietro quella porta.
-vattene- disse lui spazientito
-ma..ma l'altra notte non dicevi così- Sergio aprì
-oh c'è anche lei, capisco..-
-No, Ilaria tu non capisci che devi sparire dalla mia vita, non capisci che devi lasciarci in pace, non capisci che non ti amo più, non capisci che amo Aline e che per me esiste solo lei.-
-non dicevi la stessa cosa quando mi hai portata a letto- 
-ero ubriaco, non ricordo- Ilaria andò via piangendo.
-Vaffanculo Sergio- 
-No cheriè, ti prego..- 
-Io per lei sono la Sig.na Garcia, sparisca dalla mia vita, addio-
-non andare via- non risposi, presi un taxi, lui cercò di fermarmi ma riuscì a prenderlo prima che lui arrivasse vicino il veicolo  e mi feci accompagnare in stazione. Dopo 4h di viaggio arrivai a Roma. Erano le 08.00, suonai a casa di Vins. Mi aprì

-Sorellina mia, finalmente sei arrivata, vieni facciamo colazione insieme e dopo andiamo in ospedale a trovare Grace-
-Ho già fatto, Auguri Papà- mi sorrise, si leggeva chiaramente che questo figlio aveva portato molta felicità in lui, essere chiamato Papà gli faceva illuminare gli occhi ed era bellissimo. Nel frattempo che si vestiva, ho messo in ordine la sua cucina.
-Sono pronto, Aline ma è possibile che non sai star ferma 5 minuti-
-Era tutto in disordine e a me questa cosa non piace- 
-Nelle tue condizioni dovresti star ferma e non fare certi sforzi-
-sono incinta, non mi ha mica investito un tram smettila-
-Aline? anche se ti investe un tram tu non ti fermi- mi disse con tono di rimprovero
-cosa?- dissi sbuffando
-dovresti avere più cura di voi, fallo per lei-
-andiamo?-
-sì, vabbè come sempre parlare con te è un impresa, hai la testa più dura delle pietre- e io gli feci la linguaccia. In macchina Vins mi chiese di aggiornarlo su gli ultimi avvenimenti, tutto tranquillo fin quando pronunciò un semplice nome *Sergio?* ebbi un sussulto .
-è rimasto a Modena a del lavoro e non è potuto scendere con me-
-capisco, certo si si.. io sono nato ieri e non capisco che tu mi stai prendendo per il culo, Aline che succede tra di voi?-
-No, davvero tutto bene, la distanza mette a dura prova l'amore, ma d'altronde non posso impedirgli di spostarsi per la mia gelosia no?-
-Aline tu vuoi farmi fesso, ma so benissimo che menti.. racconta..ORA- così gli raccontai cos'era successo prima di andare da lui .
-Ma sei pazza? nelle tue condizioni? così stressi la bambina Aline-
-e cosa avrei dovuto fare, ignorare quelle dannate foto? non è nel mio stile-
-Smettila Aline, il tuo stile di vita era un altro, e se ti fossi sentita male?-
-Non ero sola, mi sarei fatta accompagnare in ospedale-
-Aline smettila inizia a pensare alla bambina e alle conseguenze dei tuoi gesti avventati-
-e cosa devo fare se Sergio si comporta così?-
-mollalo!-
-ora che porto in grembo sua figlia non me lo permetterà Vins-
-o sei tu che non vuoi allontanarlo dalla tua vita Aline?-
-Siamo arrivati!- esclamai tirando un forte sospiro di sollievo, mi guardò torvo. Entrammo in ospedale e arrivammo da Grace che stava allattando il piccolo Enea, -Mamma si può?- 
-Aline! che sorpresa, certo entra pure- gli feci gli auguri e le detti il mio pensierino per il piccolo. Il mio nipotino è bellissimo, si chiama Enea come il nostro papà, è un pacioccone pesa 3 kg 4 e 21g, profuma di latte e bagnoschiuma, ha le guanciotte rosa, il nasino e le labbra della sua mamma, delle manine piccolissime e sottili, gli occhi del suo papà e un velo di sottilissimi capelli castani. -Lo vorresti tenere un po' zia?- 

-certo!- dissi sorridendo, avevo gli occhi lucidi, Enea mi guardava con quegli occhioni stupendi.
-Mettilo sulla tua spalla Aline e dagli dei leggeri colpettini, deve fare il ruttino- posai la sua esile testolina sulla mia spalla e lo cullavo dandogli leggere pacche sulla schiena, fin quando fece un ruttino.
-salute piccolo, hai proprio preso dal tuo papà- Grace e Vins scoppiarono a ridere. Arrivarono i genitori di Grace, e anche i nostri genitori, ci facemmo gli auguri  e dopo un po' andai via.

#Till the endDove le storie prendono vita. Scoprilo ora