𝐗𝐈𝐗. 𝐋𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐦𝐞𝐬𝐬𝐚

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«Mi pareva che Irene ti avesse messo in guardia da lui! Che ti avesse detto di giocare bene le tue carte e ingraziartelo il più possibile!»

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«Mi pareva che Irene ti avesse messo in guardia da lui! Che ti avesse detto di giocare bene le tue carte e ingraziartelo il più possibile!»

Dominic si chiuse la porta alle spalle, deciso a parlare a quattrocchi da solo con Casey. Il ragazzo lo squadrò, pareva trattenersi per miracolo dallo scoppiare.

«Ci sono cose sulle quali semplicemente non passo sopra!» ribatté ostile.

Tarren si passò due dita sugli occhi ed esalò un lungo, pesante sospiro. Casey non capiva che con Simon la carta migliore da giocare fosse essere più astuti di lui e l'astuzia, a volte, richiedeva pazienza e fare anche buon viso a cattivo gioco. «Allora impara a controllarti e a ingoiare qualche rospo amaro, di tanto in tanto. Hai diciannove anni, non dieci. So che può essere difficile, ma è anche necessario. Di questo passo rischi solamente di farlo infuriare e a quel punto non so dirti se io o chiunque altro saremmo in grado di proteggerti.»

Cas prese a ridere, scuotendo il capo. «Tu che vieni a parlarmi dell'autocontrollo! Giuro, questa è buona!» Considerando i loro trascorsi, quel che aveva appena udito era da reputarsi a dir poco offensivo e assurdo. Lo spintonò. «La colpa è solo tua se mi trovo qui. Sembra che tu abbia la fastidiosa abitudine di dimenticarlo, però! Non sei nella posizione adatta per dire proprio a me che devo controllarmi

Dominic serrò i pugni. La tentazione di dirgli la verità era molta, ma lui e Irene avevano deciso di aspettare e pertanto doveva stringere i denti. Sospirò. «Mi dispiace, va bene? Mi dispiace per tutto quanto! Dalla prima all'ultima cosa! Puoi anche sfogarti su di me, ma d'ora in avanti pensaci due volte prima di provocare mio padre! Non lo conosci come lo conosco io! Può essere molto peggio di così, te lo assicuro!»

Casey lo squadrò. «Oh, ora fai il comprensivo e il pacifista! Solo perché prima sei intervenuto non hai il diritto di fare così! Non hai alcun diritto su di me e se proprio vuoi saperlo, nemmeno su queste creature!» Indicò il proprio ventre. «Potete anche costringermi a rimanere chiuso fra queste quattro mura e a giocare a fare la famigliola felice del cavolo, ma a te non permetterò di toccarli! Sarai loro padre sulla carta, ma quando sarà pronto gli racconterò tutto, ogni cazzo di cosa! Dirò loro che razza di essere crudele era l'uomo che hanno avuto la sfortuna di avere come padre biologico! Sapranno di cosa sei stato capace di farmi!»

Nic strinse le labbra. Non gli importava che Casey volesse raccontare a quei due bambini la verità in sé per sé, ma le ripercussioni sulla loro psiche, sul loro futuro e il modo in cui avrebbero assorbito o meno un colpo del genere. «E poi cosa? Li farai sentire in colpa a vita, dei frutti concreti e innegabili del male che è stato fatto a te? Scusa se te lo dico, ma saresti un vero egoista irresponsabile a raccontare loro la verità! Quale bisogno potrebbero mai avere, da qui a vent'anni, di conoscere tutti i dettagli riguardo al modo in cui sono stati concepiti?»

«Come se te ne importasse davvero! Adesso fingi pure di essere un campione d'empatia? Mi fai solo vomitare!»

«Un giorno fa non volevi saperne niente e adesso addirittura progetti il loro futuro? Non sono l'unico lunatico presente in questa casa, allora!»

LEÍRON - The Alphaga Series| 1# [Omegaverse]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora