41. "CASA"

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Mentre un taxi ci portava in uno degli hotel di lusso parigini, guardai fuori dal finestrino con una strana sensazione nello stomaco. Ero davvero libera? Potevo davvero essere una normale donna libera di vivere come le pare e piace? Avrei davvero potuto scegliere da me la mia vita senza che nessuno comandasse tutti i miei passi?

'Rossi lei ora non sfuggirà più da me. Dovrò escogitare un modo per farle obbedire ai miei ordini...' Disse improvvisamente Valente al mio fianco.

Beh, probabilmente non sarei stata completamente libera...sarei semplicemente passata da un tiranno all'altro, ma diciamo che amavo follemente il tiranno di fianco a me, perciò avrei potuto sopportare le sue richieste non proprio amorevoli. Ma la pace e la serenità che provavo erano impagabili, e tutto ciò che avevo subito era come se fosse solo un ricordo. Tristan Monteiro sarebbe stato solo un ricordo. Un brutto ricordo? Forse sì, forse no. Quell'uomo avrebbe potuto conquistare il mondo, le donne, tutto ciò che desiderava. Aveva un aspetto incredibilmente sexy, ed era molto acuto e intelligente. Non gli serviva fare quello che faceva. Purtroppo il passato forma il futuro delle persone e lui si era fatto vincere dal suo passato. Essere lontana da lui era un sollievo, anche se non l'avrei mai più dimenticato. Non puoi dimenticare una persona che ti ha amato seppur in maniera malata. Io sapevo che quello era il suo modo di amare, perché in assenza di quella droga lui era in grado di essere migliore, e a volte vedevo nelle sue azioni la volontà di conquistarmi o di compiacermi. Ma non si può amare una simile persona, e non avrei potuto farlo nemmeno se Marco Valente non fosse stato nella mia vita. Non si può amare qualcuno che ha fatto del male a tutte quelle donne. Non sarebbe umano. Quello che provavo era solo pena. Ma ora mi sentivo bene, mi sentivo sollevata, e con quell'uomo al mio fianco mi sentivo a casa.

'Quando ritorna nel mondo dei viventi me lo faccia sapere Rossi...' Oh. Esatto. L'uomo al mio fianco.

'Capo, conosce le parole "pace", "tranquillità" e "serenità"?'

'Con lei, Rossi? Mi faccia pensare...' Fece finta di farlo e poi... 'No.'

'Ehi se le goda adesso finché può Capo, perché non ne avrà per molto!!' Replicai in maniera abbastanza incisiva.

'Sa Rossi, forse non voglio godermele...' Mi guardò fisso negli occhi e incrociò le sue dita con le mie. 'Forse mi sono mancati quegli attimi in cui lei chiacchierava, blaterava e urlava come una matta continuamente...'

'Wow, grazie del complimento Capo...'

'Non c'è di che Rossi.' Poi strinse forte la mia mano guardando davanti a sé. 'Non posso crederci che sei reale Chloe...non posso crederci che sei quì accanto a me...'

'Se vuole le do una dimostrazione molto rumorosa del fatto che davvero sono quì accanto a lei...' Gli sorrisi maliziosamente.

'Dimenticavo che non esiste serietà con lei Rossi.' Si girò e mi sorrise. 'Mi da il consenso di fare una cosa?' Disse improvvisamente.

'Dipende, Capo.' Alzai un sopracciglio.

E si avvicinò, appoggiando la sua testa sulla mia spalla e affondando la sua faccia nell'incavo del mio collo, stringendosi a me con un braccio attorno alla mia vita. Si mise lì come un bambino, respirando la mia essenza. Per un attimo diventai rossa in viso. Non me lo sarei mai aspettata da lui. Anche se il suo peso era su di me, non sentivo nessun tipo di dolore.

'Il profumo è proprio il tuo...cavolo, quanto mi sei mancata Chloe...ti prego fammi stare così un altro po'...' E le emozioni si scatenarono dentro di me esplodendo sottoforma di lacrime e appoggiai la mia testa sulla sua, cullandoci dolcemente.

'Potremmo restare così per sempre, Marco...per sempre...'

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Il "per sempre" era ovviamente un'iperbole, un'esagerazione. Il nostro "per sempre" durò solo quattro minuti e mezzo, cioè fino all'arrivo in hotel. Come siamo romantici! In realtà all'arrivo funzionò più o meno così:

Craving My Boss - Il Mio Capo 3 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora