Credi nel destino?

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Quando Rosie uscì dalla bottega, si ritrovò a sbattere gli occhi per qualche istante, infastidita dalla luce del sole, seppur ormai molto scarsa-considerato che stava quasi per scendere la sera- ma troppo forte, dopo il tempo trascorso nella buia bottega di Olivander.
L'entusiasmo di possedere finalmente una bacchetta era in parte attenuato da quello che il mago le aveva detto.
Conosceva già i Thestral, grazie a uno dei tanti libri della sua piccola ma ben fornita libreria: il tomo in questione era Animali Fantastici e Dove Trovarli- che, neppure a farlo apposta, si era rivelato essere uno di quelli di testo per gli studenti del primo anno alla Scuola di Magia-e, in uno dei capitoli, vi era un'esaustiva spiegazione dell'autore, il Magizoologo Newt Scamander, su queste particolari creature:

Thestral
Cavallo Alato di color nero scuro, corporatura ossuta e muso da rettile. Possono essere visti fisicamente solo da coloro che hanno assistito in persona alla morte di un essere umano, e che è stato emotivamente capace di comprendere quest'evento. Gli altri, invece, possono solo vedere gli effetti della loro presenza, toccarli e cavalcarli.
Sebbene il loro aspetto possa risultare inquietante, sono però creature innocue, se non molestate; sono inoltre servizievoli, in quanto si lasciano cavalcare.
Purtroppo, però, dato che possono essere visti solo dopo aver assistito alla morte di qualcuno, molti non li hanno in simpatia, e preferiscono non poterli vedere.

Rosie era rimasta molto colpita dalla descrizione di quelle creature, ma non ne aveva mai avuto particolare timore.
Questo, almeno, fino alle parole di Olivander...

"Il crine di Thestral è un ingrediente oscuro e potente già nelle pozioni, ma se usato per costruire una bacchetta assume una particolare valenza. Il soggetto che la riceve potrebbe trovarsi facilmente a contatto con la morte. Ma non è detto che ciò accada", aveva specificato l'uomo, cercando di essere rassicurante, davanti all'espressione sempre più atterrita di Rosie. Non tutti i soggetti, infatti, che avevano ricevuto bacchette con quel particolare ingrediente, avevano poi avuto eccessivamente a che fare con la morte.
Ma questo non la escludeva a priori.
E sapere di essere destinata a incontrare la morte non le sembrava certo un buon auspicio per il suo ingresso nel mondo della magia...
Era talmente immersa in quei pensieri che non si accorse subito del braccio del padre intorno alle sue spalle.
-Non devi badare troppo a quello che ha detto Olivander- la rassicurò, con un piccolo sorriso, mentre si dirigevano verso il Paiolo Magico, dove Mary li attendeva.- È bravo nel suo lavoro, ma tende ad essere un po' melodrammatico.
-... Quindi, tu non ci credi?-domandò la ragazzina, stringendo dubbiosa la bacchetta da cui, in ogni caso, non desiderava neppure separarsi: sebbene l'avesse appena ricevuta, era come se fosse diventata parte del suo stesso corpo.-Non credi nel destino, o nella predestinazione... Questo genere di cose?
John si strinse nelle spalle.
-Solo in parte. Credo che più nel libero arbitrio. E credo che certe cose non siano destinate ad accadere, ma che accadano e basta. Non credo, ad esempio, che fossi destinato ad incontrare un pazzo detective sociopatico iperattivo che mi avrebbe stravolto l'esistenza... Eppure è successo- concluse, con un ironico sorrisetto sulle labbra, facendola ridere.

D'improvviso, il cellulare di John prese a suonare, interrompendo la loro conversazione: un messaggio.
Rosie vide il volto del padre rabbuiarsi visibilmente, mentre lo scorreva.
-È di tua madre-le spiegò.- Il barista del Paiolo Magico le ha detto che Sherlock ha lasciato lì tutta la sua roba e poi è sparito. E gli ha detto di dire a noi di non preoccuparci... Di tornare a casa senza di lui... Ha aggiunto di non provare  a chiamarlo, terrà il telefono staccato.-Scosse la testa, ironico.- Davvero rassicurante...
-Sará andato a raccogliere informazioni per quel caso- suggerì Rosie, con molto buonsenso.- E non avrà avuto il tempo di avvisarci.
-Molto probabile -concesse lui, con una smorfia, che ben conosceva la tendenza del detective a sparire all'improvviso, seguendo un'improvvisa intuizione o Dio solo sapeva cos'altro. Non si poteva mai sapere con certezza cosa avesse Sherlock in quella sua folle testa.
Rosie giocherellò assorta con la bacchetta, un po' preoccupata, ma stavolta per lo zio: non era la prima volta che spariva a quel modo, però avrebbe potuto almeno dir loro dove stava andando...

The signs of the deathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora