Nightmare... or not?

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-... Non posso ancora credere che tu abbia accettato di prendere quella roba!
John occhieggiò nuovamente il sacchetto che il detective teneva tra le mani, contenente la bottiglia colma dell'estratto di Radigorda che i coniugi Scamander gli avevano offerto poco prima.
-Sarebbe stato da maleducati rifiutare-ribattè Sherlock tranquillamente, lasciando il medico quasi senza parole.
Quasi.
- E da quando tu, il signor le-convenzioni-civili-sono-noiose si preoccupa di cose del genere??-esclamò infatti, sbalordito.
- Le persone cambiano, John-ribattè il detective, piccato.
- Appunto. Le persone. Sherlock Holmes no-puntualizzò il medico, sempre più sospettoso.
Dopo qualche istante di silenzio, Sherlock emise uno sbuffo seccato.
-Mi serviva per un esperimento-ammise, infine.- Soddisfatto??
-Avrei dovuto intuirlo-commentò il medico, scuotendo la testa con un leggero sorriso ironico.-E posso anche chiederti per quale esperimento?
-Certo che puoi chiedermelo. Domandare è lecito.-Seguì una lunga pausa, mentre il detective saliva a bordo della macchina, sempre con la bottiglia tra le mani.-Ma non lo è altrettanto che io ti risponda.
Stavolta fu il turno di John emettere uno sbuffo.
-... E va bene, tieniti i tuoi segreti!-fece, ironico, salendo al posto di guida.-Se vedrò il 221 esplodere un'altra volta, almeno saprò il perché!

Sherlock non si curò neppure di rispondere: la sua mente era già del tutto concentrata sull'esperimento che aveva intenzione di condurre.
Ma essa, nonostante tutto, deviò dal suo percorso per un istante, prendendo tutt'altra direzione, quando notò il cielo stellato sopra di loro: la visita dagli Scamander, seppur fruttuosa, si era protratta più del previsto: la coppia, infatti, aveva insisto per mostrargli la grande varietà di Creature Magiche di cui si prendevano cura. Doveva ammettere che alcune di esse erano decisamente affascinanti e degne di uno studio più approfondito.
Ma i suoi pensieri, in quel momento, andarono a Rosie: probabilmente, in quello stesso momento, stava per affrontare la Cerimonia dello Smistamento ad Hogwarts.
Ricordando il suo nervosismo in quella stessa occasione, un leggero sorriso sfiorò le sue labbra.
Forse una parte di lui si augurava che non venisse smistata in Serpeverde-specie per i suoi personali trascorsi- ma la mise subito a tacere, con la convinzione che qualunque Casa sarebbe stata fortunata ad avere Rosie Watson.
All'improvviso, il rumore della suoneria del cellulare lo fece trasalire, distogliendolo dalle sue riflessioni.
Rimase abbastanza sorpreso di leggere "Lestrade" sul display, considerata l'ora: il suo turno a Scotland Yard quel giorno, infatti, avrebbe dovuto essere finito da almeno mezz'ora.
La faccenda doveva essere seria.
Inserì il vivavoce, in modo che anche John, già seduto al posto di guida, potesse ascoltare.
-Dovete venire subito al Barts! Molly è già qui!-esordì l'ex Auror prima ancora che il detective potesse emettere una sola sillaba, la voce palesemente concitata.
-Spero che ne varrà la pena-ribattè comunque il detective.-Ho un importante lavoro che...!
-Credimi... Se questo che ora sto vedendo non ti lascia a bocca aperta, giuro che ti dò dieci galeoni.
-Dubito che esista ancora qualcosa che possa sorprendermi, in questo mondo così noioso!-ribattè il corvino con una smorfia, strappando una risatina a John.
-... Nemmeno un cadavere che cammina?-fu però la replica dello yarder, con un tono solo forzatamente noncurante, mentre sia il detective che il blogger si scambiavano uno sguardo inizialmente di stupore, poi di intesa.
Sherlock, infatti, non ebbe alcun bisogno di chiedere all'amico di mettere subito in moto.
Destinazione: Barts Hospital.

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-... Watson, Rosie!
Quest'ultima, col cuore che le batteva forte, avanzò però decisa verso la professoressa dai capelli grigio ferro che teneva tra le mani il Cappello Parlante.
Si sedette dunque sullo sgabello già preparato e, nonostante l'espressione severa, la donna le rivolse un sorriso rassicurante, mentre le posava sulla testa il copricapo che avrebbe determinato la sua Casa di appartenenza.
Sentiva a malapena il brusio degli altri alunni nella Sala Grande, così come a malapena aveva potuto gustarsi ogni dettaglio di quella Sala, come le innumerevoli candele accese fluttuanti a mezz'aria, o il meraviglioso soffitto che riproduceva magicamente il cielo esterno...
- La tua preoccupazione è superflua-le sussurrò la vocina del Cappello al suo orecchio, facendola trasalire.-So già dove collocarti.
Rosie sapeva benissimo che qualunque casa sarebbe andata bene, per i suoi genitori: nonostante questo, però, aveva a lungo fantasticato su quale avrebbe preferito, e si augurava davvero che il suo desiderio si...
-CORVONERO!-esclamò all'improvviso il Cappello Parlante, stavolta a voce alta.
Tutte le tavolate, ma soprattutto quella Neroazzurra, si produssero in un applauso fragoroso, mentre Rosie, colma di felicità, si toglieva il cappello e si dirigeva verso quest'ultima, dove Chris, già seduto, le fece subito posto accanto a lui, un enorme sorriso in volto.
Sapere di avere già un amico con cui affrontare l'anno era già, per Rosie, motivo di grande sollievo: ma era intenzionata a stringere più amicizie possibili.
Quando la tavola venne imbandita, infatti, e iniziarono le conversazioni, Rosie cercò di scoprire alcuni dei nomi delle ragazze e dei ragazzi seduti vicino a lei: scoprì che c'erano anche figli di Babbani, ma anche con un solo genitore mago o strega, o ancora, con famiglie purosangue da intere generazioni. Ma, almeno per il momento, non scorgeva alcuna discordia: le conversazioni erano amichevoli e inframmezzate da molte risa; in effetti quel clima pareva essere il medesimo in tutte le tavolate.
Chissà se avrebbe stretta amicizia anche con loro...

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-... Dite quello che volete, ma quel Gazza io già non lo sopporto più!-Esclamò Morgan, una ragazza dai capelli ricci di un rosso tiziano, crollando teatralmente sul letto del dormitorio femminile.-Credevo che la sua "Lista di cose assolutamente vietate ad Hogwarts" sarebbe continuata in eterno!
-Pure io!-concordò un'altra ragazza, Elizabeth, dai capelli neri e gli occhi di un'insolita sfumatura viola, mentre appoggiava alcune foto di famiglia sul comodino limitrofo. Si esibì poi in un'accurata imitazione della voce dell'arcigno Custode:- "Non è assolutamente ammesso girare nei corridoi di notte! È vietato l'uso di qualsiasi prodotto provenga dai Tiri Vispi Weasley! Assolutamente proibiti duelli magici!" Possiamo respirare, almeno, o anche quello è contro la legge??-sbottò, infine, con voce normale ma esasperata, scatenando grandi risate, a cui anche Rosie si unì, mentre riponeva la divisa sul baule, già pronta per l'indomani: il suo primo giorno di lezione. Solo a pensarci, si sentiva nuovamente assalire dal nervosismo: ma le chiacchiere delle ragazze attirarono nuovamente la sua attenzione.
-Forse l'altra custode sarà più accomodante. Quella coi capelli a caschetto seduta vicino a lui-suggerì Morgan, pensierosa.-Ivy, mi pare si chiami.
-L'unica regola che seguirò senza problemi è quella sulla Foresta Proibita!-intervenne un'altra delle ragazze, di cui Rosie, però, non aveva ancora sentito il nome, riponendo nel baule una pila di voluminosi bauli.-Con tutti quei ragni enormi... bleah! Non mi ci voglio neppure avvicinare!
-Nemmeno io-concordò Elizabeth.-Da una parte, però, ero curiosa di vedere gli unicorni... Speriamo che ci sia qualche lezione pratica di Creature Magiche-aggiunse, speranzosa.
Fu solo a quel punto che Rosie, rimasta in silenzio sino ad allora-ma che aveva sussultato alla parola "ragni"-intervenne:
-Ci sono davvero unicorni, in quella foresta?-domandò alla ragazza, cercando di nascondere il suo nervosismo.
-Da quel che ne so io, sì-rispose lei.-I ragni, invece, non so... Dicono che ci fosse una colonia di Acroamantula, diversi anni fa.
Rosie, ripensando all'incubo che tormentava le sue notti, non riuscì a reprimere un brivido: i ragni che le passavano vicino... l'unicorno riverso a terra con una sagoma che lo sovrastava... Era davvero possibile che il luogo in cui si ritrovava fosse proprio la Foresta Proibita? Allora anche quella sagoma... esisteva davvero?? E chi poteva essere??
Per sua fortuna, la domanda successiva di Morgan la distrasse da quei pensieri.
-Scusa, ma... Il tuo cognome è Watson, giusto?-le domandò, infatti.- Per caso, tuo padre è...??
-Sì. John Watson- la anticipò lei, con un sorriso, mentre anche le altre ragazze spalancavano la bocca per lo stupore.
-Oddio, io adoro il blog del Dottor Watson!-esclamò Elizabeth.-Mia madre legge anche quello Babbano!
-Mio padre legge anche quello di Sherlock Holmes, "La scienza della deduzione"-si intromise un'altra ragazza dai capelli biondi; le pareva si chiamasse Phoebe.-Ci ho provato anch'io, ma dopo un po' mi andava in pappa il cervello!
-Sì, ogni tanto i ragionamenti di mio zio fanno quest'effetto-commentò Rosie con una risatina.
-Quanto sei fortunata a conoscere Sherlock Holmes! Non sai quanto ti invidio!-esclamò Morgan.-Quell'uomo è un genio assoluto!
-Ed è incredibilmente attraente...-puntualizzò Elizabeth con un sorrisetto.
-Ah, beh, certo! Non c'era neppure bisogno di aggiungerlo!-annuì Morgan con veemenza, rivolgendosi poi nuovamente a Rosie: -Devi assolutamente raccontarci tutto di lui!
-Non credo che basterebbe una vita intera!-si schermì Rosie, ridendo.-Ma di certo potrò raccontarvi qualche storia interessante...
-Non stasera, però!-fece Phoebe, trattengo a stento un enorme sbadiglio.-Non so voi, ma sto crollando.
-Ha ragione. Meglio dormire un po'-concordò Morgan, seppur riluttante, mentre tutte spegnevano le luci e si infilavano nei rispettivi letti a baldacchino circondati da tende di velluto blu scuro.-Domani sarà un gran giorno!
Oh, sì... altroché!
Rosie gettò un'occhiata alla bacchetta magica posata su comodino, piena di emozione, ma anche lei stanca dopo quella giornata così intensa.
Mentre posava la testa sul cuscino e i suoi occhi si chiudevano, però, si augurò che quel maledetto incubo-sempre che incubo fosse...-non venisse a farle visita; almeno per quella notte.
Anche le altre ragazze sprofondarono rapidamente nel sonno, dopo un veloce e mormorato augurio reciproco di "buonanotte".
Nessuno, dunque, si avvide di una piccola e fugace ombra, nascosta dietro una libreria, che le aveva osservate e ascoltate sin dall'inizio...

The signs of the deathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora