Cloe, 50 anni prima
Oggi piove. Ho sempre avuto uno strano rapporto con la pioggia: se sono all'aperto e l'acqua mi scivola addosso come una carezza, la amo follemente; se invece sono al coperto e la guardo cadere ingrigendo la città, il cielo, il paesaggio, allora la odio, la detesto e, da metereopatica quale sono, mi rattristo inspiegabilmente. Starei sotto la pioggia per ore, con le piccole gocce che mi pizzicano dolcemente e il suo odore di bagnato, di pulito. Amo danzare sotto la pioggia come se nessuno potesse scorgermi, come se i miei piedi non toccassero più il terreno, ma iniziassero a volare per raggiungere le nuvole.
Ma proprio oggi non mi è concesso uscire: è domenica, e come ogni domenica io e le mie sorelle stiamo preparando il pranzo lasciando riposare mia madre. Ho un bellissimo rapporto con i miei genitori, soprattutto perché mi hanno avuta quando erano ancora molto giovani ed io ho solamente diciannove anni di differenza con mia madre, inoltre le assomiglio molto caratterialmente, riusciamo a comprenderci alla perfezione.
-Cloe! Dobbiamo assolutamente dirti una cosa- Elsie, la mia sorellina minore interrompe i miei pensieri, mi guarda con euforia, i suoi occhi blu sembrano brillare di entusiasmo. Jeanne, la mia altra sorellina, la guarda complice e si posizionano in riga davanti a me, sorridenti come non mai.
A volte mi fanno parecchio paura.
-Ditemi tutto- rispondo sospirando
-Allora...- inizia Jeanne con un tono decisamente coincitato
-Kilian Lacroix è stato nel nostro negozio! – la interrompe Elsie come da suo solito. Jeanne le rivolge uno sguardo carico di risentimento ed incrocia le braccia al petto imbronciandosi -Avevamo deciso che gliel'avrei detto io! – borbotta piano.
-Sì ma tu ci stavi mettendo un'eternità come sempre...- bisbiglia Elsie nervosa
-Non è vero! Solo che le cose vanno spiegate bene! E poi avevo appena iniziato a parlare, come facevi a sapere che ci avrei messo tanto? – iniziano a battibeccare come sempre, io alzo gli occhi al cielo e continuo a mescolare la zuppa di carote rivolgendo il mio sguardo alla grande finestra della nostra cucina, dove le gocce di pioggia si depositano tracciando percorsi sinuosi e senza fine. Improvvisamente mi torna in mente uno sguardo di un marrone dolce, denso, penetrante. I suoi occhi accoglienti e profondi, come cioccolato fuso; ma allo stesso tempo duri e invalicabili come corteccia. La sua mascella pronunciata e le sue labbra spesse, morbide. Scuoto la testa come per cancellare l'immagine dai miei pensieri. E girando appena il viso incontro gli sguardi delle mie due "amate" sorelline, che hanno smesso di discutere e mi stanno fissando pensierose.
Elsie inarca un sopracciglio acquisendo un'aria inquisitrice.
-A cosa stai pensando Cloe? Non hai neanche avuto una reazione a quello che Elsie ti ha detto! Insomma ti rendi conto? Kilian Lacroix era nel nostro negozio, nel nostro negozio, ti rendi conto?! – quasi urla Jeanne, io la guardo sollevando lievemente le spalle.
- Non so nemmeno chi sia Kilian Lacroix, e poi voi come fate a sapere che lui sia proprio entrato nel nostro panificio? – domando indifferente
-Ma come fai a non conoscerlo? – urla Jeanne -Manon ci ha detto che l'hai servito tu! – sgrano gli occhi sbalordita e spalanco lievemente la bocca.
Era lui! Il famoso Kilian è lui!
-Allora, non ci dici niente? – Elsie è così agitata da non riuscire a stare ferma un secondo. E' sempre stata iperattiva, ma quando si tocca la sua sfera emotiva diventa ingestibile, un uragano di emozioni.
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Crepe
ChickLitProvenza, Francia. Un vecchietto ricorda la sua storia d'amore nelle campagne. Cloe è il nome di colei che gli ha rubato il cuore e che è capace di farglielo battere nonostante le crepe che sotto forma di rughe segnano il volto dell'uomo. Lei un'a...