Capitolo 7: l'inizio di tutto

10 0 0
                                    

Kilian, oggi

Lo guardo cercando le parole, ma ho la lingua bloccata. Lui mi scruta dall'alto, sembra arrabbiato, ma so che in realtà è solo confuso.

Sinceramente dopo solo una serata trascorsa insieme non mi aspettavo che si interessasse così a dove abiti.

Provo un piacere perverso nel sapere che qualcuno si preoccupi ancora per me: mi fa sentire importante. Dicono che i vecchi abbiano bisogno di molte attenzioni ed è totalmente vero, almeno nel mio caso, la mia paura costante è la solitudine, l'abbandono.

Per questo sono contento che lui si sia preoccupato per me. Perché forse gli importa di me, forse qualcuno è ancora disposto a stare al mio fianco.

Damien continua ad osservarmi impassibile.

-Allora, sto aspettando una risposta! – pronuncia duro, le braccia conserte e lo sguardo puntato dritto nei miei occhi, come per scorgere qualsiasi segno del fatto che io stia mentendo.

-Ehm...io- mi schiarisco la voce cercando disperatamente una scusa plausibile per il fatto che gli abbia mentito sulla mia reale abitazione, ma ho esaurito le scuse, forse dovrei dirgli soltanto la pura e semplice verità. Ma no, non sono ancora pronto. Quindi continuo ad osservare il viso corrucciato di Damien senza proferire parola. Lui inarca un sopracciglio, sbuffa, flette le ginocchia e si siede vicino a me.

Rimaniamo così per secondi infiniti, attimi che sfiorano l'estenuante, il silenzio fra noi si fa stancante e troppo rumoroso per essere sopportato. Ho così voglia di rompere quest'atmosfera pesante, ma oggi sembra proprio che le mie parole non collaborino. Per cui mi affido ai gesti, volto lentamente lo sguardo verso Damien, si sta passando le mani fra i capelli castani completamente immerso nei suoi pensieri.

Tossisco per attirare la sua attenzione e i suoi occhi verdi guizzano velocemente nei miei.

-Dimmi- sospira affranto

-Cosa ti succede? Guarda che se non mi rompi le scatole per un po' mi preoccupo- pronuncio guardandolo di sbieco, ma non sorrido, non ci riesco più.

-Ho combinato un casino- dice lui sorridendo amaramente.

Resto in silenzio aspettando che continui, con gli anni ho imparato che tutti hanno sempre qualcos'altro da dire.

-Anni fa ero perdutamente innamorato di questa ragazza, Ambre. Lei non si è mai accorta della mia esistenza, ma eravamo amici, molto amici. L'amavo di un amore fresco, leggero, tutto con lei era sereno, sottile; tranne la sua malattia. Quella malattia era così ingombrante, pesava tonnellate sulle sue spalle esili e la trascinava in fondo al baratro con lei. E' morta. Semplicemente un giorno ha cessato di esistere, di essere. Inizialmente non ho sofferto, è successo tutto così in fretta che non ho realizzato la cosa se non dopo qualche settimana. Si pensa di essere pronti, ma non lo si è mai. Poi il dolore è arrivato forte, come uno schiaffo, un colpo di vento improvviso e da allora non ha mai smesso di tormentarmi.

-Oggi ho incontrato una ragazza identica alla mia Ambre, uguale hai capito?! E non so cosa mi sia preso, ma quelle labbra mi chiamavano ed ho fatto la cosa che avrei voluto fare con Ambre centinaia di volte, ma che, alla fine, non ho mai fatto: l'ho baciata. Ho baciato un'estranea ti rendi conto? –

Mentre parla gesticola agitato tormentando con i piedi qualche filo d'erba. Ed improvvisamente qualcosa si agita nella mia gola e fuoriesce dalle mie labbra: è una risata, di quelle reali, gracchianti, graffianti, e non è bella, è genuina. Non pensavo di esserne più in grado, ma la situazione del mio giovane amico è troppo assurda. E rido e rido ancora, fino a perdere la voce, fino a farmi lacrimare gli occhi, fino a restare senza respiro. Damien mi guarda sconvolto, lui non ride affatto. Sono consapevole del fatto che baciare un'estranea sia una cosa piuttosto insolita, ma Damien lo racconta come se fosse un dramma e ciò ha suscitato la mia più grande ilarità.

CrepeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora