Like I'm gonna lose you. •Yoonmin•

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“I'm gonna love you
Like I'm gonna lose you
I'm gonna hold you
Like I'm saying goodbye„

Jimin's pov.

"wow, Yoongi... È stupendo..."
Stavamo camminando, l'unica cosa che illuminava la superficie dell'acqua era la luce della luna. Normalmente il mare di notte mi avrebbe fatto paura, ma con lui accanto mi sembrava fantastico.
C'era silenzio, se non il rumore dei nostri passi sul legno del molo, e il continuo suono Delle piccole onde. C'era una panchina.
"Ho sempre pensato che questo posto sarebbe stato perfetto con qualcuno di speciale. Sei il primo che porto qui. Sei la persona più speciale che io abbia mai incontrato."
Mi scese la prima lacrima. Alla fine era sempre così con lui. Ogni cosa mi emozionava a tal punto che mi mettevo a piangere. Mi fece sedere sulla panchina, stavo tremando.
"Jimin, hey, Jimin"
Annuii
"Non ti lascerò mai, d'accordo? Non importa quanto sarà difficile... Non importa quanto dovremo lottare, potremmo girare il mondo, correre in un posto in cui nessuno ci dica no"
Mi fiondai su di lui. Lo strinsi così forte da fargli rilasciare una risata.
Si allontanò da me. Pensavo volesse baciarmi, ma mi asciugò solo le lacrime.
Mi strinse a sé.
"Ti amo Yoongi"
Chiusi gli occhi. E in un secondo, era tutto finito. Non sentii più niente contro il mio corpo, tra le mie braccia. Tutto era svanito. Ero da solo, in mezzo al mare.
"YOONGI!!!!" urlai. "Ti prego... Yoongi..." Caddi in ginocchio sul legno. Piansi, urlai, la mia voce era l'unica cosa che si sentiva nel raggio di chilometri.
Andai verso l'acqua e cercai di prenderne un po'. Scivolò via dalle mie mani. Proprio come aveva fatto Yoongi. In un attimo fui risucchiato nel buio, e mi risvegliai di soprassalto.
Le bianche lenzuola famigliari del mio letto mi fecero calmare. Accanto a me, c'era Yoongi. Dormiva. Fuori era ancora buio, io sospirai.
"Era solo un sogno" continuai a dire a me stesso, sperando di calmarmi. Il mio cuore era a mille e io stavo piangendo.
Lo guardai e capii. Realizzai che noi due non saremmo durati per sempre. Mi misi le mani sulla bocca per non rischiare di svegliarlo, pensai a tutte le volte in cui ci eravamo detti 'per sempre'. Ma non era così. Yoongi all'improvviso si svegliò, e mi vide in lacrime.
"S-scusa" dissi, per il fatto di averlo svegliato.
"Cosa succede, Jimin?" Mi disse facendomi sdraiare sul letto e accarezzandomi i capelli.
"Y-yoongi... Noi... Noi due... Non durerà per sempre..."
Avevo la mano sul suo petto. Sentii il suo cuore fare un battito staccato, lento e forte, come se avesse colpito qualcosa.
Poi, fece un sorriso dolce.
"Non mi importa" disse.
Mi ferì.
"C-cosa?"
"Jimin... Perché pensi al futuro? Devi pensare a questo momento. Qui e ora. Io ti amo"
"Ma, Yoongi..."
"E ti perderò. Però ti amo, ti amerò così come ti perderò. Vieni qui" le sue braccia mi tenevano strette al suo petto.
"Ti piace?"
"Si..."
"Allora ti terrò stretto, Così come un giorno dovrò dirti addio. Si può perdere tutto in un battito di ciglia, in un sussurro di fumo, non puoi mai sapere la verità. Quindi... " Prese il mio mento e posò un bacio sulle mie labbra. "Ti bacerò più a lungo. Ogni volta che posso. Abbiamo tutto il tempo del mondo Jimin, per fare quello che vogliamo, prima che sia tutto finito. D'accordo?"
Ero in lacrime. Bagnavo la sua maglietta, e lo tenevo stretto a me come se fosse l'unica ancora di salvezza a disposizione
"Guardami negli occhi" mi disse.
Non mi scorderò mai quello sguardo.
Come non mi scorderò mai di questo posto. Sono qui, come tutte le estati, vicino al molo.
Da quel giorno sono passati quindici anni.
Quel sogno mi aveva fatto aprire gli occhi, e dopo eravamo stati felici così come eravamo stati tristi. Ma inevitabilmente, il giorno era arrivato. Io e Yoongi non siamo più un noi, da tanto, tanto tempo.
Mi avvicino al molo, ma mi fermo. La panchina, quella panchina sempre vuota, dove anni fa avevo capito di aver perso il cuore del mio Yoongi, adesso non è più vuota.
C'è un uomo. Un uomo basso, più basso della donna che gli sta accanto e che successivamente gli posa la testa sulla spalla.
Il mio cuore comincia a battere all'impazzata, spero che quello che vedo sia finto. Mi avvicino, non mi importa di disturbarli.
Mi piazzo davanti a loro, e tutti e due si spaventano. Sono fuori di me.
Quando li guardo in faccia, sento le gambe tremare.
"Park Jimin?" Mi dice una voce che riconosco molto bene.
Una voce che non sento da più di dieci anni.
La voce che quindici anni fa mi ha salvato la vita.
"Yoongi... " Dico in un sussurro. Come è potuto capitare? Perché è qui? Perché è qui... Con lei? Lui non sapeva del mio sogno... Lui...
Lo vedo deglutire. Poi si alza, e mi abbraccia. Io, colto alla sprovvista, resto fermo. Sento tutto il peso che ho dentro lasciare le mie ossa.
"Da quanto tempo..." Dice.
"Dieci anni e passa" faccio io, guardandolo negli occhi. Quanto mi sono mancati i suoi occhi...
Sto tremando. Il mio cuore non riesce a smettere di battere così forte, così forte da farmi male.
L'avevo lasciato io. In teoria era stata una decisione che tutti e due avevamo preso, ma ero io quello che aveva posto un punto alla nostra relazione.
E mi dispiace tutt'ora. Ma era stato meglio così.
Vedo una cosa insolita, un bambino, piccolo, forse cinque o sei anni, correre verso di noi. Si ferma, vicino alla panchina. Due colpetti sulla spalla della ragazza con cui yoongi era seduto poco fa, e la parola "mamma" mi fanno indietreggiare.
Che cosa sta succedendo?
"Tesoro, sei tutto sporco, ti avevo detto di togliere la maglietta se andavi a giocare nella sabbia." Dice la donna.
Guardo di nuovo Yoongi.
"Oh, lui... Lui è tuo figlio?" Dico, non sperando più nemmeno in una risposta negativa.
"Sì, sì, ha cinque anni, è una peste. Vero piccolo?"
Il bambino guarda il padre, per poi fargli una linguaccia.
Yoongi incrocia il mio sguardo e la sua felicità sembra sparire.
"E lei è Danbi. M-mia... moglie"
Non so perché l'abbia detto così, forse perché sta ricordando che una volta eravamo noi ad essere destinati al matrimonio. Perché anche io lo sto ricordando.
"Congratulazioni" dico, senza nemmeno sapere perché.
Yoongi annuisce, la situazione si sta facendo più grigia di quello che dovrebbe essere, e Danbi se ne accorge. Si alza e fa segno a Yoongi di raggiungerla, mentre cerca di pulire i vestiti del figlio.
Lui si avvicina a me e a Yoongi.
"Chi sei?" Mi chiede.
Potrei essere tuo padre, penso.
"Un amico del tuo papà. E tu, piccolo, come ti chiami?" Cerco di parlare nonostante il groppo che ho in gola, mentre lui serra le labbra.
Yoongi allora decide di intervenire.
"Oh, lui..." Inizia, fin quando non lo guardo negli occhi per incitarlo a continuare.
"Si chiama Jimin."

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