capitolo 9

43 7 14
                                    

Stanotte non sono riuscita a dormire molto, la maggior parte del tempo l'ho passata a rigirarmi nel letto. Sono nervosa come una corda di violino, e non ne capisco il motivo. Appena la luce del sole attraversa la mia finestra scatto come una molla fuori dal letto, prendo la mia tuta e la indosso, do uno sguardo veloce allo specchio e mi precipito fuori dalla mia dimora. Non vedo l'ora di arrivare al parco per vederlo, mi maledico mentalmente perché non dovrei pensare a lui ma bensì al mio attuale fidanzato, purtroppo il mio cervello è fuori controllo. La cosa è abbastanza strana sono stata sempre molto razionale nella mia vita, addirittura alle scuole mi avevano definito la ragazza di ghiaccio poiché non ho mai mostrato le mie emozioni.
Non appena lo vedo a qualche metro di distanza, inizio a sentire una caloria salire dentro di me, più lo guardo più mi sembra di averlo già visto da qualche parte.
Quando nota la mia presenza mi delizia con un sorriso smagliante, mentre tiene lo sguardo fisso su di me. Più lo guardo e più mi sembra che assomigli in modo pazzesco a quel ragazzo della foto trovata. Non appena è vicino mi sta per salutare ma io lo interrompo chiedendogli "che scuola hai frequentato?". Lui rimane un attimo sconcertato e mi domanda "cosa?", Io lo guardo impassibile e rispondo "si hai capito, che scuola hai frequentato? Conosci Taylor Miles?". In tutta risposta scoppia in una fragorosa risata "ok ho studiato al Marymount school e non conosco nessun Taylor. Perché?".
Non è la stessa scuola quindi non può essere lui "nulla scusami andiamo?".
Inizio a correre senza aspettare la sua risposta, Dylan rimane un attimo a fissarmi per poi raggiungermi.
Rimaniamo per un po' senza fiatare ancora non capisco perché ho deciso di venire, come sei lui mi leggesse dentro si ferma di colpo. Io di conseguenza faccio lo stesso e incastro i miei occhi dentro i suoi, lui abbassa lo sguardo e dice "scusa forse non dovevo invitarti a venire", lo guardo ancora più sconcertata delle sue parole metto la testa di lato "perché dici questo?". Alza lievemente gli occhi su di me per poi riabbassarli "perché sembri turbata e non vorrei averti messo in difficoltà con il tuo ragazzo", lo guardo alzando un sopracciglio "decido da sola cosa posso o meno, e non credo che venire a correre sia qualcosa di grave, poi io e te avevamo una seconda sfida in sospeso, ricordi?" Non gli do il tempo di rispondere che inizio a correre e gli grido "CHI ARRIVA PRIMA ALLA GRANDE QUERCIA VINCEEE". Dylan si affretta a correre ma al momento sono io in vantaggio, so di aver imbrogliato un po' ma poco importa voglio batterlo. Dopo neanche due minuti me lo ritrovo attaccato alle spalle pronto a tutto per superarli, devo ammettere che è davvero veloce.  Non devo farmi superare devo accelerare ancora di più ne va del mio onore, voglio dare il massimo e mi ritrovo a un passo dal vincere ma aimé il destino vuole che arriviamo insieme alla quercia e nel mettere la mano sul tronco, le nostre mani si sfiorano prendendo una scarica elettrica così ritiro la mano. Con il fiatone dovuto alla corsa appena fatta, osservo i suoi pettorali messi in risalto dalla maglietta bianca sudata, il desiderio di averlo attaccato alle mie labbra mi pervade, come un richiamo lentamente ci avviciniamo l'uno a l'altro.

Pubblicità
Passate a leggere le storie di
mattryandrogo
YingOrtega93
AmoreTiOdio
Addy_Pennybad
PowerOffPSY
Vi garantisco che le troverete semplicemente fantastiche

infinite volte noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora