capitolo 10

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Siamo così vicini da poter sentire nostro respiro, rimango ferma a pochi centimetri dalle sue labbra, ammetto che vorrei averle sulle mie, ma non oso farlo. Lui sta per fare ciò che io non riesco a fare, quando veniamo interrotti dal suono del mio telefono, mi allontano immediatamente da lui. Il tempismo del mio telefono, mi ha impedito di fare qualche cavolata. Guardo lo schermo del telefono ed è Taylor che mi sta chiamando, ma decido di deviare la telefonata, in questo momento non saprei cosa dirgli 'oh ciao amore, sono al parco e stavo quasi per baciare un altro', no non mi sembra proprio il caso.  Dylan si gratta la nuca visibilmente in disagio, alza lievemente lo sguardo
poi mi dice "scusa, non avrei dovuto". Scuoto la testa "forse non dovremmo proprio più vederci, io sono fidanzata e quello che stava per succedere poco fa, bhe non deve succedere". Mi allontano immediatamente da lui lasciandolo li solo, forse dovrei prendermi del tempo per riflettere sulla mia relazione con Taylor.

Come arrivo in casa mi infilo sotto la doccia, mi sento così sporca dentro per ciò che stava succedendo. Come ho potuto permettergli di avvicinarsi così tanto quasi da baciarci? Come ho potuto mancare di rispetto a Taylor? Mi sento così male, se non fosse stato per la sua chiamata probabilmente lo avrei baciato, anche io lo desideravo, insieme a lui provo delle sensazioni controverse, la sua vicinanza mi è così famigliare, come se già lo conoscessi. Devo decisamente stargli alla larga, ho bisogno urgente di confidarmi con qualcuno, così esco dalla doccia mi vesto velocemente e mi dirigo verso casa di Louise.
Sono completamente immersa nei miei pensieri, sono in uno stato confusionale. D'improvviso mi ritrovo con il culo per terra, sono andata a sbattere contro qualcosa o meglio qualcuno, alzo lo sguardo e mi ritrovo di nuovo Dylan davanti. Mi porge la mano per aiutarmi ma lo scanso, mi implora con gli occhi, io sbuffo irritata "cosa vuoi?.
Si morde il labbro inferiore "non lo so, va bene?", Alza le braccia come esasperato da se stesso "però so di volerti conoscere, so che sei impegnata e veramente mi dispiace per prima, e che non lo so cosa mi è preso. Possiamo essere amici".
Faccio una smorfia "ok facciamo finta che non stava succedendo nulla e sia ben chiaro che non dovrà più capitare, e al massimo possiamo essere conoscenti e non amici non so nulla di te".
Guarda l'orologio e fa un sorriso "bhe se vuoi ti invito a pranzo e rimediamo".
Riesce a farmi ridere scuoto la testa e gli do una pacca sulla spalla "sei incorreggibile lo sai?".
Sorride facendo spallucce "sono fatto così, non ci posso fare nulla".
Però mi sento così bene in sua compagnia, vorrei accettare per passare del tempo con lui, ma preferisco rifiutare.
"Facciamo un altro giorno?
Fa una faccia da cucciolo bastonato e dice "okay".
Faccio un sorriso sotto i baffi "è inutile che fai quella faccia, ho detto di no, adesso devo andare da Louise", poi mi metto in posa come una mamma quando da ordini al suo bimbo "e adesso fai il bravo e non fare i capricci".
Abbassa lo sguardo come fa un bambino appena sgridato poi dice "ma mamma non è giusto uffa".
Scoppiamo a ridere come due scemi, adoro come riesce a farmi sentire, così spensierata, adoro giocare come due bambini, lui riesce a farmi venir fuori il lato giocherellone che c'è in me, quel lato che ho messo via molto tempo fa, essendo dovuta diventare grande di colpo, quando non mi era rimasto più nessuno. Sento il cuore che si riscalda quando sto vicino a lui, è una sensazione di benessere unica e odio doverlo ammettere ma con Taylor non è così, devo fare chiarezza dentro di me, devo capire cosa realmente voglio, certo non posso buttare via la mia storia dopo tanto tempo per uno appena sconosciuto, ma neanche ignorare ciò che questi mi fa provare.

infinite volte noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora