11.

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•tre mesi dopo•

Non so più da quanto tempo sono in queste condizioni, ma non ne posso più.

Voglio vedere Carl, ho paura di non farcela, ho paura di non poterlo più vedere.

Sento la porta aprirsi, e mi viene normale aprire gli occhi.

Aspetta, sono riuscita ad aprire gli occhi, sono viva?
Sono uscita dal coma?

Vedo tutto sfocato, a tratti un po' nero, ma riesco a vedere le pareti azzurre dell'ospedale, ma non riesco a mettere a fuoco bene la stanza.

Noto che riesco a muovere le dita, un po' anche le mani.

Non ci credo, sono davvero viva?

Provo a parlare, siccome ormai un'infermiera è dentro la mia stanza.

Non riesco a dire una parola, ma riesco ad emettere qualche suono con la bocca.

L'infermiera si gira subito.

Infermiera:"Keyla? Riesci a sentirmi?"

Io annuisco con la testa.

Mi domanda in seguito se riuscivo a muovermi di un minimo, e io le mostro la mia mano muoversi.

Subito corre ad avvisare gli altri infermieri, e i parenti.

Oddio, mi immagino Max, Melissa, Jess e Emily come stanno e cosa gli avrò fatto passare in questo periodo.

Ero così tanto concentrata su Carl, sono preoccupata per lui: non è mai venuto a vedermi, e se fosse in coma anche lui? O magari è morto, ho paura.

Dopo qualche ora, mi sento discretamente meglio rispetto a prima: riesco a vedere bene, posso parlare e anche a muovermi maggiormente, ma continuo ad avere un forte male alla testa e mi sento senza forze.

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Ehiiii
Piccolo avviso: mancano due capitoli e la storia finisce!
Curiosi di sapere come andrà il finale?

Da Los Angeles A ChicagoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora