Mi sveglio di soprassalto e mi metto a modi ninja perché Jack mi ha buttato giù dal letto.
"Ma sei scemo?" Gli urlo contro ancora assonnata.
"Ma non hai sentito la sveglia?" Mi dice, e guardo l'ora, la sveglia è suonata dieci minuti fa e io devo prepararmi fare la colazione e truccarmi, bella la vita!
Mi alzo dal pavimento e esco dalla stanza con dietro Jack.
Quando scendo in cucina mi blocco di colpo ricordandomi che c'è anche Adrian, e in quel momento mi ricordo anche cosa è successo ieri sera.
Come mi devo comportare? Faccio finta di niente?
Bah chi lo sa, scopriremo come si comporterà lui.
Entro in cucina e Mason mi saluta con un caloroso bacio e abbraccio.
"Ciao anche a te fratellone "e gli sorrido. Mi piace così tanto avere un rapporto così dannatamente dolce con i miei fratelli.
"Umh... ciao Adrian" lo saluto con imbarazzo.
Mi sta squadrando da capo a piedi, e solo in quel momento mi accorgo di avere dei pantaloncini corti, anzi fin troppo corti che mi lascia scoperto metà culo, e una canottiera molto aderente, e sotto non ho nemmeno il reggiseno.
Ancora un'alta volta....bella la vita!
Mi giro per prendere del latte e faccio finta di niente, ma è un po' impossibile, perché quando mi giro per sedermi vicino a Mason vedo che Adrian mi sta ancora guardando.
Finisco velocemente la colazione e ritorno in camera.
Mi metto dei pantaloni grigi strappati sulle ginocchia molto aderenti, un top bianco e sopra ci metto una felpa grigia con la zip abbastanza larga.
Mi trucco un po', correttore sotto gli occhi, mascara e via!
Ritorno dai miei fratelli e da Adrian, e usciamo per andare a scuola, io vado con Adrian perché dobbiamo discutere della cosetta che è successa fra noi ieri sera.
Entriamo in macchina e per i primi cinque minuti nessuno dei due è intenzionato a parlare, ma dobbiamo parlare, assolutamente!
"Adrian?" Lo chiamo con un filo di voce.
"Si?" Mi dice continuando a guardare la strada.
"Ieri sera" dico soltanto
"Non pensiamoci più okay, abbiamo fatto uno sbaglio, e non si ripeterà piu" mi dice senza nemmeno guardarmi.
"Io...cioè...dici che... che é stato uno sbaglio?" Chiedo balbettando.
"Si, non dovevamo baciarci, tu sei la sorella di due miei amici. quindi basta chiusa la storia" mi dice in tono brusco.
Io sbuffo sommersamente e lui finalmente si gira per guardarmi, ma io ho già girato la testa e l'ho appoggiata al finestrino.
"Perchè sbuffi?" Mi chiede, ma io non rispondo, non so nemmeno io perché ho sbuffato.
"Rispondimi cazzo!" Mi urla.
"O ti giri e mi rispondi o mi fermo qui finchè non me lo dirai, a te la scelta" mi dice.
Non rispondo, che cazzo gli dico ora?
Ma prima che possa aprire bocca lui è già entrato in un parcheggio di un bar e mi sta guardando.
"Ma che cazzo fai arriveremo tardi a scuola!" Gli urlo.
"Parlami, ora, perché hai sbuffato?" mi dice con decisone.
"Non lo so"
"Si che lo sai, sennò non lo avresti fatto"
"Perché mi è piaciuto! Mi è piaciuto quel bacio e ora mi dici così, è io ci sono rimasta male perché tu poi te ne sei andato senza dirmi niente ieri!" Sbotto.
Ora è lui a sbuffare.
"Perchè sbuffi?" gli chiedo io nel tono in cui me lo ha chiesto lui prima.
"Hanna non incominciare"
"Dimmi perché hai sbuffato" gli dico con tono minaccioso.
Finalmente mi riguarda negli occhi e... Si avventa sulle mie labbra un'altra volta, un bacio appassionato, così fortunatamente appassionato che mi slaccio la cintura e salgo sulle sue gambe, è ancora più bello di quello di ieri se è possibile.
Gli tiro leggermente i capelli, e lui fa un gemito.
Mi morde il labbro inferiore e inizio a muovere i fianchi, e sento la sua erezione.
"Piccola, fermati sennò ti scopo in questa macchina" mi dice sulle labbra e io sorrido, però smetto di muovere i fianchi.
Mi stacco per riprendere fiato e quando guardo Adrian mi viene da ridere.
"Perchè ridi?" Mi domanda.
"Hai i capelli un po' scompigliati" e gli e li tocco, facendogli venire un brivido.
Mi riposiziono sul mio sedile e per tutto il tragitto, e cioè per altri venti minuti nessuno dei due parla.
Quando arriviamo a scuola abbiamo perso trenta minuti di lezione quindi non entriamo alla prima ora, e ci sediamo alla cattedra delle bidelle aspettando la fine dell'ora.
"Cosa è significato il bacio che ci siamo dati prima Adrian?" Gli chiedo titubante.
"Non lo so Hanna" mi risponde in tono acido.
Mi sentivo così protetta mentre mi baciava e mi accarezzava, e ora fa cosi? Dio che odio!
Perché mi sento gli occhi pizzicare? No, no! Non posso piangere davanti a Adrian, mi alzo di scatto e corro in bagno, sento Adrian che mi chiede dove sto andando ma non lo sento alzarsi, meglio, non voglio che mi veda piangere, non sono mai stata una ragazza che si vuol far vedere quando sta male.
Ma ora sto male, sto così male per una persona così stronza, che non riesco a capire, e questa cosa mi fa ammattire.
Qualcuno bussa alla porta del bagno.
Cazzo! Ti prego fa che non sia Adrian.
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so different but so equal
RomanceHanna Smith 17 anni con i suoi tre fratelli e con sua mamma va a vivere a New York, il padre li ha abbandonati circa nove anni fa per l'alcol. Li incontra una ragazza molto simpatica di nome Emily e il fratello Adrian scorbutico, cattivo, e insoppo...