Capitolo 18

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Cammino avanti ed indietro nella mia camera da almeno un quarto d'ora.

Nash è uscito mezz'ora fa per incontrarsi con Cameron per chiarire una volta per tutte, e l'ansia non fa che aumentare.

Se loro chiariranno, le cose andranno meglio, giusto? Spero veramente di sì.

Magari Nash si inizierà a rendersi conto di ciò che ha fatto, e inizierà a fidarsi di me.

E di Cameron.

Chiudo gli occhi. Anche se fosse, dubito chiarirò con Cam. Quello che ci siamo detti... è stato brutto.

Più che offesa sono ancora arrabbiata, ma piano piano la rabbia si trasforma in dolore, e non so quanto riuscirò a resistere ancora.

«Siamo a casa!» urla finalmente Nash.

Quel "siamo" mi fa capire che avevo ragione: quei due hanno chiarito.

Ora siamo solo noi tre a casa, perché Hayes e gli altri sono andati a fare la spesa o qualcosa del genere.

Scendo velocemente le scale e vendendo Cameron, il mio cuore perde inevitabilmente un battito.

«Ciao.» sussurro leggermente a disagio. «Gli altri non ci sono, stanno facendo la spesa.»

Nash annuisce e prima che possa dire qualcosa, viene interrotto dal campanello che suona.

«Vado io.» dice mio fratello.

Io e Cameron ci guardiamo e lui fa un piccolo passo avanti.

«Possiamo parlarne?»

Lo guardo impassibile. "Sei solo una bambina." Mi torna in mente.

Ma poi, mi ricordo quello che gli ho detto io. "Il grande Cameron Dallas dei miei stivali."

Annuisco ma, di nuovo, vengo interrotta da un urlo di mio fratello.

«E tu che ci fai qui?»

Senza indugiare troppo, lancio un'occhiata a Cameron e poi vado all'ingresso, dov'è Nash.

Il suo migliore amico mi segue in silenzio, ma appena vedo chi è alla porta mi blocco sul posto.

Cam si ferma giusto in tempo per non venirmi addosso.

Non può essere. Penso.

«Liam.»

•••• •••• ••••

Continuo a singhiozzare mentre le mie gote vengono bagnate dalle lacrime salate.

Non posso credere a ciò che è successo, e che dopo tutto questo tempo ha avuto il coraggio di presentarsi qui.

Non posso credere a ciò che ci siamo detti qualche ora fa...

«Liam.» sussurro così piano che credo neanche Cameron, che è vicino a me, mi abbia sentito.

Il cuore mi rimbomba nel petto e inizio a sentire le mani sudate dal nervosismo.

«Jocelyn.» dice Liam appena mi vede. Fa un passo avanti, ma viene bloccato da mio fratello.

«Prova ad andarle vicino ed io ti mando all'ospedale.»

Guardo mio fratello, ancora delusa del suo comportamento nei miei confronti.

Se non fosse Liam, probabilmente, gli avrei risposto che non può minacciare le persone in questo modo.

Ma con lui... con lui è diverso. Ho sul serio paura che mi stia vicino.

«Possiamo parlare?» lo sguardo del mio ex ragazzo passa su Cameron che, senza essermene resa conto, mi ha circondato la vita con un braccio.

Cam non sa neanche chi è, ma ha capito dalle reazioni di mio fratello che Liam a me non si deve avvicinare.

«No.» mi schiarisco la voce. «Non possiamo.»

Nash lo tiene ancora bloccato per paura che si avvicini ed io sento la paura scorrermi nelle vene.

È colpa di Liam se sono così distrutta, se ho gli incubi la notte.

Ma, infondo, è anche colpa mia perché mi sono fidata di lui.

«Jocelyn.» mi chiama. «Per favore, ne ho bisogno.»

Scuoto la testa mentre inizio a vedere sfocato, a causa delle lacrime che offuscano i miei occhi.

«Ma io no. Non ho bisogno delle tue spiegazioni, né sul passato né sul perché sei qui. Vattene e basta, Liam.»

Cameron aumenta la presa sul mio fianco e Nash fa segno a Liam di andarsene. «Lasciala in pace, già la tormenti abbastanza senza essere effettivamente con lei.»

La confessione di Nash, però, mi fa apparire ancora più debole agli occhi di Cam e del mio ex.

Liam mi rivolge un ultimo sguardo, pieno di pentimento.

È ancora bello, lo ammetto, e solo in questo momento mi rendo conto che infondo non ho mai dimenticato il suo viso.

Non ho mai dimenticato i suoi occhi verdi, che scintillavano ogni volta che mi vedevano. O i suoi capelli ricci e biondi, amavo giocarci ogni volta che lo abbracciavo o solo lo baciavo. Le labbra carnose sembrano ancora morbide, e noto che gli trema leggermente il labbro inferiore.

«Spero tu un giorno possa perdonarmi.» sussurra prima di aprire la porta ed uscire.

Cameron allenta subito la presa sulla mia vita, ed io mi scosto. Vederlo mi ha fatto più male del previsto.

So che non ero pronta, e se ora ritornasse non lo sarei ancora.

«Stai bene?» chiede Nash avvicinandosi.

Mi asciuga una lacrima che scende dal mio occhio fino a vicino al naso.

Scuoto impercettibilmente la testa. Troppi ricordi che ritornano a galla e troppi dolori che pensavo di aver superato.

È ovvio, però, che mi sbagliavo.

Prima che Nash possa abbracciarmi mi stacco e, come faccio ogni volta che ho bisogno di un posto tranquillo dove stare, corro in camera mia.

Angolo autrice
In questo capitolo le parti in corsivo (se non si fosse capito) è un flashback. Nei prossimi capitoli ce ne saranno altri, per far capire meglio la storia tra Liam e Jocelyn ed il suo dolore.
Grazie ancora per le visualizzazioni, stellinate in molti!!
-sil

Ti odio Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora