Capitolo 2*

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Rebecca

Nei tre anni di carcere sono riuscita a laurearmi in psicologia. Ho iniziato a leggere qualche libro della materia per passare il tempo, ma poi mi sono resa conto che mi interessava davvero l'argomento e spronata anche dalla mia compagna di cella ho chiesto informazioni per i corsi di laurea in carcere. Devo dire che sono rimasta sorpresa nel constatare che esistono davvero quei corsi di laurea, anche se una volta usciti dal carcere si hanno tre anni di tempo per restituire i soldi che la prigione ha speso per le lauree delle detenute. Nonostante ciò mi sono laureata due anni fa in psicologia infantile, ma solo qualche mese fa ho avuto il coraggio di mandare la mia domanda di lavoro. Ciò non significa che io oggi non stia lavorando, al contrario, uscita dal carcere ho subito trovato un appartamento dove vivere e un lavoro, entrambi offerti dalla stessa signora. La signora Agnese ha origini italiana e si è trasferita qui dopo essersi sposata col suo defunto marito. È una signora davvero gentile e disponibile e nonostante la mia situazione non si è fatta problemi ad assumermi nella sua pasticceria e a trovarmi un appartamento con già un'inquilina dentro. La paga a lavoro è  molto alta per essere semplicemente una pasticceria, ma producendo dolci tipici italiani, quasi tutta Boston viene qui per comprarli. Infatti il debito col carcere sono riuscita già a saldarlo quest'anno, riuscendo a mettere da parte anche dei risparmi in caso di emergenze. Per quanto questo lavoro possa essere vantaggioso, a distanza di due anni ancora non riesco a convincere la signora Agnese ad aprire il negozio più tardi. Per questo come ogni mattina già alle cinque e mezza sono in doccia.

Una volta pronta scendo in cucina a fare colazione e come quasi sempre trovo già tutto pronto. La mia coinquilina e anche unica amica è una ragazza fantastica, si chiama Jenna White. Studia giurisprudenza per poter un giorno diventare giudice, mentre il padre è un investigatore privato, motivo per cui inizialmente non era d'accordo con la nostra convivenza, anche se adesso tratta anche me come una figlia. La madre di Jenna invece ha abbandonato lei e suo padre quando era ancora agli inizi della sua adolescenza ma il motivo mi è ancora oscuro. Anche lei ha il suo passato pesante, può sembrare la classica ragazza che ha una vita facile e felice, ma non è quello che mi ha fatto capire. È fidanzata da sette anni con un ragazzo fantastico che l'ama davvero. Lui è un chirurgo e si chiama Jason Anderson.

Nonostante ciò non sono riuscita ad aprirmi con lei, a parlarle del mio passato, o meglio, a dirle tutto ciò che c'è da sapere oltre il carcere. Ma questo non l'ha allontanata da me, al contrario, sembra che riesca a capirmi davvero, senza avere paura di me per quello che ho fatto. Anche se non conosce tutta la mia storia, come io non conosco la sua, penso che ognuno di noi abbia dei segreti che si porterà fino alla morte.

"Pensi di tornare per pranzo?"

"In realtà vorrei pranzare con la signora Agnese, è da molto che non pranzo con lei" rispondo a Jenna sorridendo. So che se me l'ha chiesto è perché andrà a pranzo con Jason e non le va di lasciarmi sola.

"Pranzerò con Jason e dopo vado all'università, ci vedremo direttamente stasera va bene?"

"Certo"

Una volta salita in macchina, cerco di fare la strada più lunga, essendo in anticipo. Con i soldi messi da parte sono anche riuscita a prendermi un auto, non sono mai stata ricca, ma adesso posso permettermi un po' di lusso dopo ciò che ho passato. Ogni mese mando un bonifico anonimo al conto corrente di mio fratello, non sono vicina a lui ma spero almeno di aiutarlo così, anche se non ho la certezza che li stia usando, quei soldi.

Persa nei miei pensieri riesco a fermarmi in tempo, prima di finire addosso ad una coda di auto bloccate a causa di un incidente. Scendo dall'auto per cercare di capire se ci vorrà molto e ciò che vedo mi destabilizza parecchio. Uno dei tre ragazzi dell'incidente mi sembra una figura molto familiare, anche se le probabilità che sia lui sono davvero bassissime. Cosa dovrebbe fare qui a Boston? Non ha neanche dei parenti qui. Mentre il ragazzo affianco a lui sta urlando contro l'altro conducente, il ragazzo dal viso familiare come sentendosi osservato si gira nella mia direzione. Mi osserva a lungo, ecco ciò che fa. Ed è ora che mi rendo conto che quel ragazzo assomiglia davvero ad Ethan, ma in maniera davvero inquietante, ma sono davvero convinta che non possa essere lui.

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